Latina

In Paraguay Lugo denuncia un golpe organizzato dall'ex presidente Duarte

Colpi di stato striscianti in Paraguay e Bolivia

Nell'oriente boliviano si moltiplicano le violenze dei separatisti

9 settembre 2008
David Lifodi
Fonte: Indymedia Bolivia, Agencia Pulsar, Radio Erbol

Tentativi di golpe o comunque di sovversione dell'ordine costituito: gli ultimi giorni hanno registrato episodi inquietanti in Paraguay e Bolivia.
Ad Asuncion è stato battuto ogni record: non è nemmeno trascorso un mese dall'insediamento ufficiale dell'ex vescovo Fernando Lugo, che già è costretto a denunciare pubblicamente cospirazioni a antidemocratiche ai danni suoi e del paese in un messaggio letto alla popolazione. In Bolivia invece prosegue l'infinita serie di azioni destabilizzanti per rovesciare il governo masista di Morales: in pratica è come se il referendum revocatorio non ci fosse mai stato, mentre i comitati civici alzano sempre di più il tiro.
Partiamo dal Paraguay, dove ad inizio del mese di settembre Lugo ha denunciato un tentato colpo di stato in cui avrebbero avuto un ruolo di primo piano l'ex presidente Nicanor Duarte e il generale in pensione Lino Oviedo, che ha dedicato tutta la sua vita ad operazioni del genere.
Tutto è nato dalla pretesa di Duarte di ottenere un seggio in senato con diritto di voto, assumendo cioè tutte le prerogative proprie di un qualsiasi senatore politicamente attivo nello svolgimento delle sue funzioni. Al contrario la costituzione stabilisce che un ex capo di stato non possa godere di questi poteri: di qui il tentativo di Duarte di scavalcare la norma costituzionale convocando una riunione a cui avrebbero partecipato, secondo le fonti riportate da Lugo, il presidente del Senato Quintana e il giudice Candia Amarilla insieme Juan Manuel Morales (Tribunal Superior de Justicia Electoral) e il già citato Oviedo. A fare da tramite sarebbe stato convocato il generale Maximo Díaz Cáceres, a cui Oviedo avrebbe chiesto un parere delle Forze Armate sulla paralisi in cui si trovava il Senato a causa del desiderio di Duarte di svolgere tutte le funzioni tipiche di un senatore giuridicamente e politicamente attivo.
Il piano sembra essere saltato quando lo stesso generale Cáceres ha risposto che le Forze Armate non intendevano intervenire in una questione di stretta rilevanza politica e, contemporaneamente, la maggior parte dei parlamentari si è espressa per attribuire a Duarte il ruolo di senatore a vita senza però poter esercitare il diritto di voto, pur potendo esercitare il diritto di intervento. "Il comportamento tenuto dalle Forze Armate dimostra che il Paraguay si sta incamminando verso una reale transizione democratica", ha commentato il ministro della Difesa Luis Bareiro Spaini, che ha intravisto nella lealtà dei militari un cambio radicale di rotta rispetto ai tempi della dittatura Stroessner anche se, ha aggiunto, "sarebbe irresponsabile affermare che il rischio di colpo di stato sia stato disinnescato al 100%".
Per un tentato golpe sventato prima di essere messo in atto, nell'Oriente boliviano si creano ogni giorno di più le condizioni per una situazione di destabilizzazione permanente.
Nei giorni scorsi militanti dei comitati civici separatisti hanno di fatto bloccato gli aereoporti di Tarija e Cobija, mentre la maggior parte delle strade che collega l'oriente al resto della Bolivia restano chiuse al transito dalle dimostrazioni dei separatisti. Ancora una volta Morales ha denunciato il ruolo chiave dell'ambasciata statunitense dietro ai disordini organizzati nelle regioni separatiste, e in particolare alle violenze commesse dal gruppo paramilitare di Unión Juvenil Cruceñista, che agisce nella più completa impunità. Nelson Vilca, giornalista e attivista sociale, è stato sequestrato e torturato da membri della Ujc mentre stava svolgendo un reportage sui boliviani ridotti in schiavitù in Argentina e nei latifondi del Chaco, e per questo motivo i redattori di Tribuna Boliviana hanno sollecitato, tramite una lettera scritta, un intervento della magistratura boliviana affinché la Unión Juvenil Cruceñista venga sciolta d'ufficio.
L'impressionante serie di aggressioni contro qualsiasi persona che non è d'accordo con le idee dei comitati civici però non è finita, con buona pace del loro leader Marinkovic, che tempo fa garantiva il suo impegno nella costruzione di un progetto includente e pacifico per tutti i boliviani. Nel dipartimento di Beni è stata assaltata la radio Patria Nueva. Aderente al circuito di Radio Erbol e situata nel municipio di Rurrenabaque, la radio è stata attaccata da persone che sarebbero addirittura state pagate dalla prefettura di Beni: "da quando il dipartimento di Beni ha inteso perseguire la strada del separatismo tutti coloro che si sono dichiarati contrari non possono camminare tranquillamente per le strade", hanno spiegato i membri della Federacíon de Campesinos de Rurrenabaque (Fecar).
In Paraguay restano le marce dei campesinos a favore di Lugo e in difesa della Costituzione, in Bolivia si mantengono compatte le mobilitazioni indigene, ma fino a quando riusciranno a resistere?

Note: Articolo realizzato da David Lifodi per www.peacelink.it
Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte e l'autore.

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