Latina

1 dicembre: giornata mondiale della lotta contro l'Aids. La situazione nicaraguense

2 dicembre 2008
Giorgio Trucchi

Foto rel-uita.org

Sono 3.657 le persone che convivono con l'Hiv e Aids in Nicaragua. La cifra è stata divulgata dalla Coalizione Nazionale per i Diritti Sessuali e Riproduttivi durante un'attività che si è svolta nella capitale in occasione della Giornata Mondiale della Lotta contro l'Aids.
Secondo questi dati 2.383 persone sono venute in contatto con il virus e 477 hanno già sviluppato la malattia.
A marzo del 2008 erano 746 le persone decedute, ma la difficoltà nel reperire dati certi e l'alto indice di casi non registrati ufficialmente fanno pensare che il fenomeno sia molto più esteso di quanto dicano i dati ufficiali del ministero della Sanità.
Particolarmente preoccupante è l'alto indice di presenza femminile e giovanile tra i casi segnalati. Secondo la Coalizione, "nonostante gli sforzi del governo e delle organizzazioni della società civile, il sistema sanitario presenta ancora gravi deficit che gli impediscono di garantire un'assistenza integrale alle persone che convivono con questa malattia, le quali devono inoltre subire gravi situazioni di discriminazione e stigmatizzazione".

Durante i mesi scorsi il bollettino dell'Associazione Italia-Nicaragua, Nicarahuac, aveva pubblicato un articolo sul tema.
Di seguito ne riportiamo il contenuto.

"Hiv e Aids hanno il viso dell’adolescenza"

Il progressivo aumento dei casi di Hiv ed Aids tra adolescenti e giovani è uno degli elementi di maggiore preoccupazione per le autorità sanitarie nicaraguensi e le organizzazioni che si occupano di questa problematica.
Secondo i dati proporzionati dalla dott.ssa Sara Moraga, direttrice del Programma contro l’Hiv ed Aids del ministero della Sanità (Minsa), dal 1987 ad oggi sono stati registrati 3.340 casi di persone che hanno contratto il virus, mentre sono già 350 i nuovi casi registrati durante il 2008.
“I dati che abbiamo sono molto preoccupanti e per quest’anno calcoliamo un incremento del numero di casi del 45-50 per cento rispetto al 2007”, ha detto Moraga.
"Il gruppo maggiormente interessato è quello tra i 20 ed i 34 anni, con una prevalenza del gruppo dai 20 ai 25 anni, che rappresenta più del 60 per cento delle persone che hanno contratto il virus – ha aggiunto la dottoressa –. Tuttavia, il dato che ci preoccupa maggiormente è il forte incremento nel gruppo degli adolescenti (dai 10 ai 19 anni), stimato tra il 2 ed il 3 per cento annuo, con un indice di maggior incidenza nel gruppo femminile. Su quest’ultimo dato bisogna menzionare che a livello globale, per ogni uomo si infettano 2,3 donne, riflettendo quindi un cambiamento positivo, poiché sette anni fa la relazione era di 1 a 4.
Tutti questi dati – ha continuato la specialista del Minsa – indicano che l'epidemia avanza in modo veloce e come paese dobbiamo affrontare questa situazione. Spesso si dice che il problema dell’Hiv ed Aids non ha un volto, non si vede e quindi si crede che le cose vadano abbastanza bene, ma non è così. Ci sono Dipartimenti del nostro paese che alcuni anni fa avevano solamente un rischio potenziale, mentre ora figurano nei primi dieci posti con maggior incidenza di casi confermati", ha affermato Moraga.
Fino ad oggi i dati del Minsa registrano più di 660 persone decedute, ma le autorità sanitarie riconoscono l'esistenza di molti casi non registrati che s’aggira intorno al 60 per cento e normalmente, per ogni persona che contrae il virus ce ne sono dalle 15 alle 20 che ignorano la propria condizione.
Quest’allarmante situazione implica anche alti costi per la prevenzione, le cure complete e l’assistenza agli ammalati. Secondo il Minsa, la spesa annuale per dare una risposta alle persone con Hiv ed Aids tocca i 20 milioni di dollari, dei quali un milione è per le medicine, mentre il resto è per la prevenzione e per il lavoro delle organizzazioni della società civile.
"Questi numeri prendono in considerazione i casi registrati, ma se si riuscissero a scoprire tutti quelli nascosti il costo sarebbe molto più alto. La cura con gli antiretrovirali costa tra i 2.500 ed i 3.000 dollari all’anno per persona e per il momento stiamo riuscendo ad assistere tutti i casi registrati”, ha continuato la dott.ssa Moraga.

Le cause di questa situazione
Tra le principali cause di questo fenomeno in forte crescita, il Programma contro l’Hiv ed Aids ha individuato la poca disponibilità della gente e soprattutto dei giovani, a mettere in pratica i comportamenti preventivi. “Si rifiuta l’uso del preservativo, si continuano ad avere relazioni sessuali fuori dalla coppia e diminuisce tra gli adolescenti l’età in cui diventano sessualmente attivi. Tutto questo si trasforma in un fattore di rischio molto importante e non sembra esserci molta attenzione nei confronti degli adolescenti e dei giovani. È per questo motivo – ha aggiunto Moraga – che il Minsa sta cercando di avvicinarsi a questi settori attraverso altre istituzioni, come il ministero dell’Istruzione (Mined) e quello del Lavoro (Mitrab), perché c’è bisogno di una risposta ampia che includa tutti i settori della società, come lo Stato, l'impresa privata, il settore religioso, le organizzazioni che lavorano sui temi della violenza di genere e soprattutto, la popolazione in generale".
Rispetto alla situazione delle donne incinta con Hiv ed il rischio di trasmissione ai propri figli, il Minsa ha sviluppato il Programma di Prevenzione della Trasmissione Verticale, "affinché le donne gravide prendano in considerazione l’opportunità di effettuare il test. Sono state acquistate grandi quantità di test veloci da distribuire nei Centri di Salute ed è aumentato del 40 per cento il campionamento per le donne incinta. Il nostro obiettivo è riuscire a realizzare le prove per l’Hiv ad almeno l’80 per cento delle donne incinta e prevenire quindi la trasmissione verticale dalla mamma al bambino. Nel 2007 è stato fatto il test a 40 mila donne e 43 sono risultate positive ed attualmente il tasso di trasmissione verticale in Nicaragua s’aggira tra il 10 ed il 15 per cento. Il nostro obiettivo è scendere al 5 per cento”, ha concluso Moraga.

Un progetto integrato di lotta all’Hiv ed Aids
Come riconoscono le stesse autorità del Minsa, gli sforzi per affrontare questa situazione non sono sufficienti ed è necessaria una risposta che coinvolga l’intera società.
È in questo contesto che nasce il Progetto Integrato di Lotta contro l’Hiv ed Aids, promosso da un consorzio di organizzazioni che operano nel settore sanitario e cofinanziato dall'Unione Europea.
Secondo Grazia Faieta, rappresentante per il Centroamerica della Ong italiana Terra Nuova, “si tratta di un progetto integrato di lotta contro l’Hiv ed Aids che si implementerà in 23 municipi di cinque dipartimenti del paese per un periodo di tre anni. Si integra nel Piano strategico nazionale del Minsa ed ha l’obiettivo di rafforzare le capacità istituzionali e quelle della società civile a livello locale, per ottimizzare le risposte da dare all'epidemia dell’Hiv ed Aids, con un approccio multisettoriale, di rispetto dei diritti umani, dell’equità di genere e di tipo generazionale”, ha detto Faieta.
La rappresentante di Terra Nuova ha inoltre spiegato che il progetto è diretto soprattutto alle donne in età fertile, agli adolescenti ed ai giovani in quanto è evidente l’aumento dei casi in questi gruppi. "Ci sarà anche un’attenzione particolare ai bambini e bambine a partire dai 12 anni, in quanto il progetto vuole rafforzare le capacità di autosviluppo ed autocontrollo prima di avere le prime relazioni sessuali”, ha concluso Faieta.

© (Testo Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua - www.nicaraguaymas.blogspot.com e www.itanica.org )

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