Argentina: famiglia di campesinos resiste allo sgombero della terra
La famiglia Larenas vive dal 1940 nella località di El Hoyo, tra le province di Chubut e Río Negro, nella Patagonia argentina. Da alcuni giorni però la sua vita quotidiana e le sue attività rischiano seriamente di terminare a causa di un ordine di sgombero immediato ordinato dalla giudice Karina Estefanía, della vicina città di Esquel, che ha definito la famiglia Larenas usurpatrice della terra su cui in realtà da sempre risiede. Dietro la volontà di sgombero sta probabilmente il desiderio di alcune multinazionali straniere di sfrattare questa famiglia di contadini per sfruttare le risorse minerarie della zona tramite l'avvio di un’intensa attività estrattiva. L'immediata autoconvocazione delle organizzazioni dei campesinos e delle comunità mapuche del luogo, da tempo in lotta per il riconoscimento legale dei territorio su cui vivono da decenni, è riuscita per il momento ad evitare lo sgombero, previsto per lo scorso 17 Dicembre, e adesso sono in attesa che venga sospeso il processo in corso contro i Larenas. Questa momentanea vittoria potrebbe però non essere sufficiente. Da dieci anni tra la famiglia Larenas e l'avvocato Enrique Korn è in corso un'aspra battaglia legale per la proprietà della terra su cui i campesinos vivono da oltre 60 anni: non contento della resistenza che ha momentaneamente costretto la giudice Karina Estefanía a bloccare il suo mandato di sgombero, Korn ha incaricato una società straniera di aggrapparsi a qualsiasi cavillo legale per cacciare dalla terra i Larenas. La famiglia Korn è una tra le più potenti della provincia di Chubut. Nel 1995 riuscì a convincere l'Ispettore delle Terre del municipo di El Hoyo a fabbricare prove false che testimoniassero i diritti su queste terre dell'avvocato Enrique, padre dell'attuale ministro del governo della provincia Pablo Korn. Inoltre, sempre l'Inspector de Tierras Santiago Cárdenas, consegnò allo stesso avvocato Enrique Korn il titolo di proprietà sulle terre della famiglia Larenas, titolo che il giudice provinciale incaricato di occuparsi sui casi di corruzione ha definito "incerto, ambiguo e dubbioso", ordinando un'attenta revisione della pratica.
Le crescente mobilitazione di organizzazioni sociali, sindacali e delle altre famiglie contadine ha rappresentato, per il momento, un inaspettato successo nella difesa di un territorio al centro degli appetiti delle multinazionali straniere a livello economico, minerario, turistico e forestale. Il dramma che sta investendo oggi la famiglia Larenas è stato vissuto nel recente passato da altre famiglie e comunità che hanno visto minacciato il loro diritto al riconoscimento della terra dove abitano da anni e su cui hanno costruito quella cultura comunitaria che fa parte della vita delle famiglie contadine.
A proposito dello sgombero delle famiglie indigene e contadine da terre dove hanno sempre abitato, il ricercatore argentino Horacio Machado (Universidad Nacional de Catamarca) ha definito la costruzione di enormi miniere a cielo aperto e le attività estrattive come "la principale causa di un genocidio e un ecocidio che prosegue almeno dagli anni '90 e tuttora in fase di consolidamento". Accusa inoltre il governo centrale di Cristina Fernandez Kirchner di perseguire un modello sviluppista che non presta la necessaria attenzione alle tematiche socioambientali.
Per adesso la presenza in forze delle organizzazioni sociali del Chubut e Río Negro ha scongiurato lo sfratto della famiglia Larenas, ma resta la poco rassicurante presenza della polizia nei dintorni, ufficialmente a pattugliare la zona, ma in realtà in attesa di una nuova approvazione di sgombero proveniente dal governo della provincia.
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