Il Nicaragua solidale con la Palestina
La popolazione di Managua si mobilita contro il massacro di Gaza
9 gennaio 2009
Giorgio Trucchi
www.nicaraguaymasespanol.blogspot.com
Centinaia di nicaraguensi e palestinesi residenti in questo paese si sono concentrati nella centrale Rotonda Rubén Darío a Managua, per condannare il vile massacro perpetrato dal governo d'Israele contro il popolo palestinese e solidarizzarsi allo stesso tempo con la popolazione della Striscia di Gaza, che in questi giorni sta affrontando una delle azioni militari più sanguinose della sua storia.
Un'infinità di bandiere della Palestina hanno invaso l'intero settore, mentre varie organizzazioni sociali srotolavano i loro striscioni con slogan che chiedevano una condanna internazionale per Israele e rivendicavano il diritto del popolo palestinese all'autodeterminazione ed alla resistenza.
(Audio e video su www.itanica.org )
"Dopo 12 giorni di bombardamenti sono giá piú di 700 i morti. La quinta potenza militare a livello mondiale contro un popolo indifeso. Ringraziamo la popolazione nicaraguense per essere qui oggi a sostenere la lotta del nostro popolo", ha detto Walid Ibrahim Muaggat, ambasciatore della Palestina in Nicaragua.
Stiamo chiedendo un immediato cessate il fuoco, perché ogni secondo che passa significa altri morti e distruzioni. Stanno distruggendo la Striscia di Gaza senza prendere in considerazione né la comunità internazionale, né le manifestazioni che si stanno svolgendo in tutto il mondo. La comunità internazionale - ha continuato l'ambasciatore - deve sanzionare Israele ed obbligarlo ad una sospensione degli attacchi e deve processare per crimini di guerra tutti i governanti ed i capi dell'esercito che hanno ordinato questo massacro. All'attuale presidente Shimon Peres deve essere revocato il premio Nobel per la Pace, perché è complice di questo genocidio".
La Lista Informativa "Nicaragua y más" ha domandato all'ambasciatore della Palestina che cosa pensasse dell'atteggiamento avuto dalla comunità internazionale fino a questo momento e della decisione del presidente del Venezuela, Hugo Chávez, di espellere l'ambasciatore d'Israele.
"Purtroppo - ha risposto Muaggat - la comunità internazionale si sta muovendo troppo lentamente, mentre aumenta la quantità di morti e continua la distruzione. È una vergogna, ma in queste ore è stata presentata un'iniziativa nel Consiglio di Sicurezza dell'ONU per un cessate il fuoco e speriamo che questa decisione possa imporsi e che gli Stati Uniti smettano di mettere il veto. La decisione del presidente Chávez è importante, ma è solo una delle misure che i vari paesi possono adottare. Ora la cosa più importante è obbligare Israele a rispettare le risoluzioni dell'ONU, ritirandosi da tutti i territori palestinesi, affinché il popolo possa vivere in pace e tranquillità, creando un Stato libero, indipendente e sovrano sulla sua terra", ha concluso.
Le stesse richieste sono state espresse dalle varie organizzazioni che hanno partecipato all'attività di protesta.
Il Comitato Nicaraguense di Solidarietà con la Palestina ha espresso che "ciò che sta facendo Israele non è una guerra, bensì un massacro e un genocidio contro il popolo palestinese indifeso ed ha già causato più di 700 morti e 3.700 feriti, la maggior parte dei quali sono bambini e donne. A questo si aggiunge la distruzione di 11 luoghi religiosi, università, municipi, centri commerciali e l'intera infrastruttura esistente. Esigiamo dalla Comunità Internazionale, per messo delle Nazioni Unite, una risoluzione di cessate il fuoco che sia obbligatoria per lo Stato aggressore israeliano, in modo da porre fine allo spargimento di sangue di bambini, donne e civili palestinesi nella Striscia di Gaza. Esigiamo, inoltre, un processo contro gli autori di questo massacro: il primo ministro Iyhud Olmert, la ministra degli Esteri Tzipi Levy ed il ministro della Difesa Iyhud Barak devono essere processati come criminali di guerra e per lesa umanità".
Da parte sua, il Movimento Sociale Nicaraguense "Otro Mundo es Posible", ha diffuso un comunicato in cui esprime la sua solidarietà "coi paesi arabi che lottano contro il sionismo, l'apartheid, l'imperialismo e tutte le loro forme di criminalizzazione; si pronuncia contro i vigliacci attacchi a civili portati avanti dall'esercito israeliano contro il popolo palestinese della Striscia di Gaza, che coraggiosamente resiste ai bombardamenti aerei ed ai carri armati in difesa della sua sovranità .
Le azioni violente d'Israele e dei suoi soci imperialisti - continua il comunicato - contro i diritti umani del popolo palestinese sono inconcepibili ed imperdonabili, in un momento in cui la ragione impone all'umanità la creazione di una situazione di pace e di convivenza armonica che garantisca la sopravvivenza dell'essere umano sulla terra".
Oltre a coincidere con alcune proposte presentate da altre organizzazioni e dalla comunità palestinese in Nicaragua, il Movimento Sociale Nicaraguense ha respinto "le confabulazioni delle potenze imperialista che criminalizzano la difesa delle loro terre da parte del popolo palestinese, giustificando così il codardo e criminale attacco del sionismo israeliano".
Anche il Centro Nicaraguense dei Diritti Umani, Cenidh, si è presentato all'appuntamento per esprimere la sua solidarietà con il popolo della Palestina e la sua protesta contro il genocidio.
La presidentessa di questo organismo, Vilma Núñez, ha detto alla Lista Informativa "Nicaragua y más" che "fino a questo momento l'atteggiamento della comunità internazionale è stato molto debole, pauroso e codardo. Non si può permettere che continui questo genocidio a Gaza. La comunità internazionale deve ordinare immediatamente un cessate il fuoco e deve mobilitarsi, rompendo le relazioni diplomatiche ed isolando totalmente Israele. In questo senso, la misura adottata dal presidente Chávez è ragionevole, se si vuole essere coerenti con quello che si dice", ha concluso.
Il Cenidh ha poi consegnato all'ambasciatore della Palestina una risoluzione della Federazione Internazionale per i Diritti Umani, Fidh, nella quale si esprime che gli attacchi al territorio palestinese "costituiscono una grave violazione della Legge umanitaria internazionale secondo l'articolo 3 della Quarta Convenzione di Ginevra e sono considerati come crimini di guerra secondo l'articolo 8 dello Statuto di Roma".
La Fidh e la Rete dei Diritti Umani euro-mediterranea, Emhrn, hanno anche rivolto un appello alle Alte Parti Contrattanti nel Quarto Accordo di Ginevra ed al Consiglio di Sicurezza dell'ONU, per garantire la protezione dei civili nel territorio palestinese occupato e per convocare una sessione urgente, con l'obiettivo di adottare misure efficaci per assicurare il rispetto e l'applicazione, per Israele, dei suoi obblighi internazionali in base alla legge umanitaria e dei diritti umani.
© (Testo e Foto Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua www.itanica.org )
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