Latina

Nicaragua: Il gioco è finito...

L'ex presidente Alemán assolto definitivamente ed il FSLN controlla la Giunta Direttiva del Parlamento
19 gennaio 2009
Giorgio Trucchi

L'ex presidente Alemán assolto da tutte le accuse (© Foto G. Trucchi)

Venerdì 16 gennaio, la Sala Penale della Corte Suprema di Giustizia, Csj, ha assolto definitivamente l'ex presidente Arnoldo Alemán da tutti i delitti che gli erano stati imputati e per i quali era stato condannato nel 2002 a 20 anni di carcere.
Secondo i quattro magistrati liberali che hanno firmato la sentenza che libera l'ex presidente e leader del Partito Liberale Costituzionalista, Plc, non ci sarebbe un solo indizio che faccia presupporre una sua implicazione nei delitti di riciclaggio di denaro, frode, malversazione di fondi, peculato, associazione ed istigazione per delinquere e delitti elettorali ai danni dello Stato del Nicaragua.

Contro la risoluzione hanno votato i due magistrati sandinisti, Rafael Solís ed Armengol Cuadra, mentre l'altro magistrato di questa tendenza, Ligia Molina, si trovava fuori dal paese, apparentemente per motivi di salute. È stata proprio questa la chiave per rompere l'equilibrio e permettere ai magistrati liberali di integrare la Sala Penale con un altro magistrato affine al partito d'opposizione, ottenendo in questo modo l'inaspettata maggioranza senza che i loro colleghi sandinisti se ne rendessero conto, o almeno così sembra. Una disattenzione poco comune nel massimo organo giudiziario, dove l'equilibrio tra i due partiti che lo controllano, soprattutto in un caso così delicato come quello dell'ex presidente Alemán, è perennemente mantenuto e garantito.

Mentre ciò accadeva, a pochi chilometri dall'edificio della Csj i deputati del Fsln, Aln e Plc riuscivano ad eleggere la nuova Giunta Direttiva della Asamblea Nacional (Parlamento), mettendo fine ad una paralisi di quasi quattro mesi di questo potere dello Stato. La maggioranza che si è imposta nel Parlamento nicaraguense è molto probabilmente il risultato di intense negoziazioni che hanno nuovamente rotto, forse in modo definitivo, il fronte dell'opposizione all'attuale governo sandinista.
65 deputati hanno votato a favore (38 del Fsln, 6 della Aln, 19 del Plc e 2 indipendenti), 3 del Plc hanno votato contro e 3 non hanno votato.
La Bancada Democratica, Bd, di Eduardo Montealegre e l'Alleanza Mrs hanno invece deciso di abbandonare la sessione parlamentare, esprimendo con veemenza il loro disaccordo con questa decisione di loro alleata naturali.

In questa giornata storica che lascerà molti strascichi ed interrogativi, la domanda che la maggior parte della gente si sta facendo è se questi due avvenimenti siano fortemente collegati, come molti segnalano.

Il caso Alemán

L'ex presidente Arnoldo Alemán è libero e nuovamente in possesso di tutti i suoi diritti civili e politici e dei beni che gli erano stati sequestrati.
La soluzione finale di questo caso che si è protratto per circa sei anni non è arrivata, come si pensava, attraverso una Legge di Indulto o di Amnistia, o con un'ennesima arguzia legislativa che i suoi correligionari del Plc avevano ripetutamente proposto, bensì con una sentenza del massimo organo giudiziario che apre le porte al ritorno alla politica senza nessun tipo di restrizioni per l'ex presidente.

In questi sei anni, il futuro di Arnoldo Alemán è stato uno strumento che il partito di governo ha utilizzato per negoziare col Plc, partito quell'ultimo che l'ex presidente, nonostante una crescente opposizione interna, non ha smesso di controllare nemmeno per un momento.
In un primo momento gli sono stati concessi gli arresti domiciliari, poi è stato arrestato e condotto in carcere durante i momenti di maggior tensione tra il suo partito e quello dell'attuale presidente Ortega. È stato quindi scarcerato ed ha passato lunghi mesi in ospedale per una banale operazione a un dito ed alla fine gli sono stati nuovamente concessi gli arresti domiciliari nella sua enorme proprietà a sud di Managua.
Negli ultimi tempi gli erano stati aumentati di benefici del regime carcerario, concedendogli la possibilità di muoversi liberamente per tutto il territorio nazionale e quindi, di poter tornare a muovere i fili della politica nazionale e quelli del suo partito.

Ora, dopo la crisi post elettorale e la paralisi dei lavori parlamentari, la Corte Suprema di Giustizia ha archiviato definitivamente il caso, lasciando però sul tappeto una domanda piuttosto imbarazzante: se non è stato Alemàn, chi ha sottratto allo Stato circa 38 milioni di dollari (alcuni parlano addirittura di 80 milioni)? Dove sono andati a finire?
Domande che per il momento non hanno avuto risposte da parte dei magistrati che hanno firmato la sentenza, dando parere favorevole al ricorso in Cassazione interposto dall'avvocato difensore di Arnoldo Alemán, con il quale si revoca la sentenza della Corte d'Appello del 2007 e come conseguenza, la sentenza di condanna in prima istanza del 2003 e quella interlocutoria del 2002.

Che prima o poi Alemán sarebbe stato liberato è un fatto che probabilmente, o forse sicuramente, il partito di governo aveva preso in considerazione. Presto o tardi il "gioco" sarebbe finito ed il Frente Sandinista ha aspettato fino all'ultimo momento, cercando di trarne il maggior beneficio possibile.
Magistrati e deputati sandinisti hanno negato qualsiasi tipo di relazione tra questi due episodi accaduti venerdì scorso (l'assoluzione di Alemán e l'elezione della Giunta Direttiva del Parlamento), ma rimangono forti e giustificati dubbi. In realtà, questi avvenimenti cambiano radicalmente il panorama politico del paese, aprendo una nuova stagione che ha alcuni elementi ben definiti.

L'ex presidente liberale si rafforza e riprende il controllo del suo partito, mettendo in un angolo quelli che hanno cercato di approfittare della debolezza della sua leadership durante questi anni di difficoltà. È significativo infatti che nonostante l'apparente stato di agitazione all'interno del partito, alla fine siano stati solamente 3 di 25 i deputati che hanno votato contro la nuova giunta direttivo.
Allo stesso tempo, sembra che Arnoldo Alemán abbia nuovamente dovuto fare grosse concessioni al Fsln, consegnando il controllo della Giunta Direttiva del Parlamento per i prossimi due anni e debilitando in questo modo la lotta dell'opposizione contro i risultati elettorali di novembre 2008.
In questo modo ha anche rotto la debole unità dell'opposizione, che si era rafforzata proprio durante il processo elettorale.
Gioca invece a suo favore l'evidente debolezza di Eduardo Montealegre, il quale sconfitto due volte in tre anni a livello elettorale (presidenziali del 2006 e municipali del 2008), stava tentando di guadagnare terreno ed autorità all'interno del liberalismo, cavalcando la protesta contro i risultati elettorali.
L'ex banchiere rimane ora sempre piú solo, con un pugno di deputati in Parlamento, con il Plc che l'ha abbandonato e con un Arnoldo Alemán che non perde l'occasione per dimostrargli, con i fatti, chi è il vero leader del partito, cercando permanentemente il dialogo e la negoziazione con il Frente Sandinista.

Per quello che riguarda il Fsln, non potrà più contare su un Alemàn in bilico tra gli arresti domiciliari e il carcere, in attesa di una sentenza che non arrivava mai.
Tuttavia, l'aver ottenuto nuovamente la presidenza e probabilmente, la maggioranza nella giunta direttiva della Asamblea Nacional per i prossimi due anni, è un elemento così importante che sono in molti a considerare che sia valsa la pena pagare il costo politico dell'assoluzione di Alemán.
Per altri settori, invece, quanto è accaduto non è altro che il riflesso del patto libero-sandinista e che la poca credibilità di cui godeva il sistema giudiziario nicaraguense è stata definitivamente sacrificata sull'altare degli interessi dei due partiti politici.

Cosa è accaduto in Parlamento

Dopo una lunga ed estenuante negoziazione, nella quale l'Alleanza Liberale Nicaraguense, Aln, ed i suoi sei deputati hanno svolto il ruolo di "partito-cerniera", essendo gli unici che con i loro voti garantivano al Fsln o al Plc la maggioranza in Parlamento, la situazione si è improvvisamente risolta ed i tre partiti - Fsln, Plc ed Aln - hanno raggiunto un accordo per integrare la nuova giunta direttiva, lasciando fuori la Bancada Democratica, Bd, di Eduardo Montealegre.



La nuova giunta è quindi integrata da due membri del Fsln, René Núñez ed Alba Palacios, due del Plc, Wilfredo Navarro e Oscar Moncada, 2 della Aln, Carlos García ed Alejandro Ruíz e 1 della Alianza Mrs, Juan Ramón Jiméz, in rotta con il suo partito da cui è stato espulso nel 2007.

Mentre i deputati sandinisti, sicuri del risultato, si sono limitati a sostenere la votazione in blocco della giunta - e non membro per membro - proposta dal segretario della Aln, Eliseo Núñez, il dibattito tra i liberali è stato particolarmente duro e violento, scatenando l'ilarità dei sandinisti.

"Non ci può essere pace, sviluppo, progresso e libertà se si viola lo stato di diritto. Quella di oggi non è un'elezione, bensì uno schiacciasassi contro la libertà del popolo del Nicaragua. Oggi si sta ripetendo una storia nera e triste che opacizza la speranza del paese. C'era la possibilità di evitare che Ortega concentrasse ancora di più il potere nelle sue mani, favorendo l'equilibrio tra i poteri dello Stato, con l'elezione di un presidente del Parlamento che facesse parte dell'opposizione. È una pena che non ci sia stato l'incontro della famiglia liberale e la gente non assolverà queste persone", ha detto María Eugenia Sequeira, della Bd.

Molto più forte la reazione di Enrique Quiñonez, del Plc, il quale ha attaccato i suoi correligionari per aver deciso di votare insieme al Fsln. "Oggi è un giorno nero per il Nicaragua perché stiamo nuovamente consegnando la presidenza al Fsln. Ma meglio così, perché oggi definiamo la nostra posizione di fronte alla popolazione e certi deputati si tolgono la maschera per scendere a patti col nemico politico".
Il liberale Carlos Noguera ha parlato di "funerale del Plc", mentre altri deputati hanno difeso la decisione presa dal partito attribuendo la responsabilità di questa decisione alla Bancada Democratica, per non avere accettato nessun tipo di proposta che concedesse posti nella giunta a membri della Aln.
A questo proposito, bisogna ricordare che i sei membri di questo partito hanno abbandonato le file del gruppo parlamentare di Montealegre e grazie ad un ricorso presentato al Consiglio Supremo Elettorale, gli hanno anche tolto il controllo giuridico del partito.

Molto forte anche l'intervento della deputata della Alianza Mrs, Mónica Baltodano, focalizzato soprattutto ad attaccare il cosiddetto patto libero-sandinista e l'atteggiamento del partito di governo.
"Il nostro gruppo parlamentare del Mrs e del Riscatto del Sandinismo non possiamo rimanere e legittimare con la nostra presenza l'apertura di un nuovo capitolo della tragicommedia in cui avete trasformato il Nicaragua. Testimoniamo però di fronte al paese ed il mondo che si è inferta una nuova pugnalata al sandinismo, al vero liberalismo, all'istituzionalità, alla dignità, alla morale e alla decenza. Oggi ci tocca nuovamente vegliare sul cadavere di Carlos Fonseca, per ripetere con lui che l'unica strada possibile è quella della ribellione e della resistenza civica. Dall'unità di tutti quei nicaraguensi, senza distinzioni ideologiche, che realmente vogliono un Nicaragua libero, degno e con giustizia", ha concluso il suo intervento.

Dopo il giuramento, il nuovo presidente della giunta direttiva, René Núñez, si è avvicinato ai giornalisti per offrire una prima dichiarazione.
"Ci sono abbastanza temi economici che sono in attesa di approvazione, per un totale di circa 118 milioni di dollari in prestiti e donazioni. Abbiamo inoltre in sospeso la nomina in varie istituzioni, come la Banca Centrale e la Banca "Produciamo" ed anche una serie di leggi che stanno aspettando di essere approvate dall'anno scorso. Cosicché stiamo convocando la giunta direttiva per lunedì, con il proposito di introdurre un'agenda con i temi della scorsa legislatura ed altri che sono nuovi".

Rispetto alla possibilità che la rielezione di Núñez faccia parte di un accordo politico tra Ortega ed Alemàn in cambio dell'assoluzione di quest'ultimo, Núñez ha detto che "noi siamo sempre stati annuenti a conversare con tutti. Io ho insistito - ha continuato Núñez - che il Parlamento è un foro politico e di negoziazione per eccellenza. Qui nessuno possiede una maggioranza assoluta e siamo tutti obbligati a negoziare, conversare, cercare accordi ed anche a cedere. Logicamente esistono speculazioni su questo tema ed io non assicuro che questa settimana che è trascorsa nella ricerca di un accordo per eleggere la giunta direttiva abbia qualcosa a che vedere col tema del dottor Alemàn, che è un tema a parte e che corrisponde ad un altro potere dello Stato. C'è stato uno sforzo da parte dei deputati per far sì che la Asamblea Nacional, che era paralizzata per ragioni politiche e per la mancanza di ragionevolezza, scegliesse la sua giunta direttiva", ha affermato.

Núñez ha anche detto che spera che questa elezione sia una dimostrazione della disponibilità dei deputati per poter avanzare nell'approvazione delle leggi, respingendo contemporaneamente il disegno di legge che pretende annullare le elezioni del 9 novembre.

Scenari futuri

Apparentemente, il partito di governo potrà contare ora su una maggioranza abbastanza stabile nella nuova Giunta, aggiungendo ai suoi due voti quelli degli altri tre della Aln e Mrs. Questa nuova condizione di maggioranza potrebbe perfino estendersi in alcuni casi al plenario, dove ai 38 voti del Fsln si potrebbero aggiungere i 6 della Aln e 2 dei deputati indipendenti, arrivando ad un solo voto dal fatidico 47, che dà la maggioranza in Parlamento. Per raggiungere il voto mancante è probabile che Fsln e Plc aprano una nuova stagione di negoziazioni.

Se così fosse, per il Fsln sarebbe un risultato politico molto importante, per evitare i grossi problemi avuti in questi due anni che ha dovuto fare i conti con la mancanza di una maggioranza parlamentare a suo favore, che aiutasse a concretizzare a livello legislativo le politiche ed i programmi governativi. Inoltre, questa nuova relazione col Plc e la Aln aprirebbe la porta ad una negoziazione molto delicata sulle riforme costituzionali, le quali potrebbero portare ad un cambiamento del modello politico del paese, passando da un sistema presidenzialista ad uno parlamentare, con profonde riforme alla Legge Elettorale.

© (Testo e Foto Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua www.itanica.org )

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