A 10 anni dalla pubblicazione del rapporto della Commissione per il Chiarimento Storico il Guatemala aspetta ancora giustizia
Sezione Italiana di Amnesty International - 25 febbraio 2009
Il 25 febbraio del 1999 venne pubblicato il rapporto della Commissione per il Chiarimento Storico (Comisión para el Esclarecimiento Histórico - CEH), istituita il 23 giugno 1994 nell’ambito delle negoziazioni tra l’Unità nazionale rivoluzionaria guatemalteca e il governo del Guatemala che si conclusero con la firma dell’ Accordo di pace finale (Acuerdo de paz firme y duradera) siglato il 29 dicembre 1996 a Oslo. Tale Accordo pose fine al conflitto interno che dal 1960 al 1996 provocò oltre 200 mila morti e quasi un milione di profughi.
Nel rapporto dal titolo “Guatemala: memoria del silenzio” (disponibile all’indirizzo http://shr.aaas.org/guatemala/ceh/report/spanish/) la Commissione parla di 669 massacri, di cui 625 attribuiti all’esercito e ai loro alleati che si sono resi responsabili di torture, stupri, esecuzioni extragiudiziarie e ogni genere di violenza sopratutto nei confronti della popolazione maya.
Ad oggi, i tribunali del Guatemala hanno emesso condanne solo per cinque casi di gravi violazioni dei diritti umani e tutti riguardavano militari di basso rango. Nessun alto ufficiale né alcuna autorità è mai comparsa di fronte a un tribunale per rispondere di tali crimini, tanto meno il generale Efraìn Rìos Montt a capo del governo dal 1982 al 1983, periodo in cui si è registrato il maggior numero di massacri.
A dieci anni dalla pubblicazione del rapporto “Guatemala: memoria del silenzio”, il paese aspetta ancora giustizia. Nonostante il Guatemala abbia ratificato i principali trattati in materia di diritti umani e nonostante la sua Costituzione all’articolo 46 preveda che “In materia di diritti umani, i trattati e le convenzioni accettate e ratificate da Guatemala prevalgono sul diritto interno”, un’infinità di cavilli legali impedisce che sia fatta giustizia per quanto concerne quella che è stata definita la sporca guerra.
In occasione del decimo anniversario della pubblicazione del rapporto, Amnesty International lancia un’azione internazionale per chiedere al governo del paese centroamericano di attuare le raccomandazioni in esso contenute e ancora disattese in materia di giustizia e risarcimento. Con questa azione l’organizzazione per la difesa dei diritti umani chiede che venga dato un nuovo impulso alle indagini giudiziarie per porre fine all’impunità. Si rivolge per questo al Procuratore generale affinché apra un’inchiesta sui motivi per cui le indagini sui crimini commessi non hanno portato ad alcun risultato. Si rivolge al Presidente della Repubblica Alvaro Colom affinché metta a disposizione della magistratura, come promesso proprio un anno fa, i documenti riservati che il Ministero della difesa ancora si rifiuta di rendere pubblici. Si rivolge, infine, al Presidente del congresso perché venga preso in esame, senza ulteriori ritardi, il disegno di legge fermo dal 2007 che prevede l’istituzione di una Commissione di inchiesta che si occupi di far luce sulle persone scomparse durante il conflitto interno, che si stima siano circa 45 mila.
Chi volesse aderire all’azione, facendo proprie le richieste di Amnesty International, può firmare l’appello on line all’indirizzo:
http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/1778
Coordinamento America Latina
Sezione Italiana di Amnesty International
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