Latina

Voci di donne dal Nicaragua

8 Marzo - Giornata Internazionale della Donna
6 marzo 2009
Giorgio Trucchi

Voci di donne © (Foto G. Trucchi) Darling Munguía della Commissione Coordinatrice della Red de Mujeres contra la Violencia (RMCV)

- Quali sono le considerazioni della RMCV rispetto alla data dell'8 marzo?
- Prima di tutto è importante capire che non è una celebrazione, ma una commemorazione, perché si tratta della lotta delle donne per un mondo più giusto, in cui ci si possa evolvere nel modo che noi indichiamo e che vogliamo. Nel nostro paese le donne stanno lottando per i loro diritti sessuali e riproduttivi, per la depenalizzazione dell'aborto terapeutico, per un'assistenza sanitaria di qualità e per ottenere giustizia nei tanti casi di violenza fisica e psicologica. Inoltre, questo 8 marzo ha una connotazione molto speciale e cioè fermare una volta per tutte gli omicidi di donne.

- Quali sono i temi più urgenti che state segnalando?
- Per la RMCV uno dei temi che più ci preoccupa è il femicidio o femminicidio, a secondo delle varie concezioni che accompagnano questi termini. La situazione è molto allarmante poiché si nota un incremento dei casi di omicidio di donne. I mezzi di comunicazione parlano molto poco di questo tema e molte volte riportano questi casi come semplici delitti e non come omicidi commessi per il semplice fatto di essere donne. Nel 2007 sono state assassinate 63 donne, mentre nel 2008 abbiamo registrato 66 femicidi, tuttavia le reti di donne di Matagalpa che collaborano con noi hanno dati statistici diversi e segnalano 79 casi di donne assassinate, quasi sempre dal loro compagno o ex compagno. Questa differenza dipende dal fatto che queste reti territoriali operano in posti abbastanza lontani, sono in contatto diretto con le comunità e conoscono casi che difficilmente vengono riportati dai giornali. Ma ciò che maggiormente ci preoccupa è che nel primo mese del 2009 abbiamo registrato già 12 donne assassinate. Se nei prossimi mesi si mantenesse questo ritmo accelerato, alla fine dell'anno avremmo il doppio dei casi registrati negli anni scorsi. È per questo motivo che stiamo lanciando un appello al governo e alle istituzioni dello Stato affinché si mettano alla testa di strategie e programmi che abbiano come obiettivo la difesa delle donne.

- Quali sono le principali cause del femicidio?
- Una delle principali cause è la decisione della donna di denunciare gli oltraggi e le violenze subite. Quando accade ciò, quando la donna si decide a denunciare tutta la violenza che ha vissuto, l'uomo la uccide per vendetta. In questo contesto di violenza generalizzata contro le donne è necessario introdurre un altro elemento che ostacola enormemente la presa di decisione da parte delle donne e cioè l'impunità per gli aggressori. L'impunità è costante quando si cerca giustizia. Sono già molte le donne che preferiscono non denunciare le violenze alle quali sono sottoposte perché non si fidano del sistema di giustizia che abbiamo nel paese. L'impunità aumenta ogni giorno di più e molti casi di femicidio non vengono risolti, anzi molto spesso gli aggressori vengono messi in libertà e ciò dà loro il pretesto per uccidere.

- Quali sono le vostre proposte in occasione della Giornata Internazionale della Donna?
- Stiamo chiedendo alle istituzioni di agire concretamente per diminuire la violenza contro le donne e che questo sia il loro principale obiettivo. Un altro punto è che c'è bisogno di un lavoro serio di educazione e sensibilizzazione attraverso il Ministero dell'Istruzione. Abbiamo inoltre bisogno che il Ministero della Sanità offra un'assistenza specializzata e seria alle donne che subiscono violenza e che il Commissariato della Donna sia più belligerante al momento di indagare e seguire i casi di violenza e di femicidio. Abbiamo bisogno di un Pubblico Ministero che segua questi casi che vengono portati in tribunale e di una Corte Suprema di Giustizia in cui la giustizia sia il suo principale obiettivo, dato che molto spesso gli aggressori vengono liberati per mancanza di prove che il Pubblico Ministero deve presentare. Infine, abbiamo bisogno che si rafforzino i meccanismi giudiziali che già esistono e se questi non funzionano, che ne vengano creati di nuovi affinché la lotta contro questi crimini sia concreta ed efficace.

- Un messaggio per le donne in questo giorno?
- Questa data è importante e ha un'origine di lotta. Alle donne che difendono i diritti umani chiedo di unirci e di far sentire la nostra voce per denunciare tutti gli oltraggi contro le donne. Alle donne che stanno in casa o al lavoro dico che possono denunciare la violenza subita e che si avvicinino a persone che possono essere loro alleate. Non possiamo più stare zitte di fronte a questa epidemia, dobbiamo farla conoscere affinché le si ponga fine.

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Andrea Morales, Segretaria di Organizzazione della Confederación Sindical de Trabajadores "José Benito Escobar" (CST-JBE)

- Quale è l'importanza dell'8 marzo per le donne lavoratrici?
- È un punto di riferimento delle donne che hanno lottato e che continuano a farlo per ridurre l'orario di lavoro, affinché non si continui a schiavizzare le donne lavoratrici. Non ci sobbarchiamo solo il lavoro che ci tocca fare per poter guadagnare e sopravvivere, ma abbiamo anche altri compiti che hanno a che vedere con la famiglia e molto spesso il carico di lavoro è impressionante.

- Come si è evoluto il ruolo della donna nel sindacalismo in Nicaragua?
- Prima, parlare di sindacalismo voleva dire parlare di uomini adulti. Lo stereotipo che esisteva nel sindacalismo era che si trattava di un qualcosa solo per uomini "rudi", ma col passare del tempo la donna si è ritagliata degli spazi ed ora stiamo esercitando incarichi di direzione. Nel mio caso credo di essere una delle prime donne che esercita il carico di Segretaria di Organizzazione. Una carica che ha a che vedere con la vita integrale dell'organizzazione come tale. Per noi è molto importante il ruolo che abbiamo assunto, integrandoci pienamente nel mondo del lavoro e nell'ambito sindacale. Si è sempre creduto che le donne servissero solo per badare alla casa, ma abbiamo dimostrato che abbiamo capacità sufficienti per esercitare qualunque carica in qualunque posto, a patto che ci vengano dati gli strumenti formativi per farlo.

- Esiste il machismo nel sindacalismo?
- È ovvio che esiste e si è perfino modernizzato. Adesso gli uomini parlano molto bene delle tematiche di Genere, ma "tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare". È importante che quando si fa una proposta di genere, essa risponda veramente agli interessi delle donne. Si dice che si stanno applicando politiche di genere nel movimento sindacale, ma stare e comunicare non sono la stessa cosa. Io posso stare in un posto ma forse non ho la capacità o la possibilità di fare proposte e per noi è importante crescere attraverso la formazione.

- Quali sono le problematiche più urgenti per le donne lavoratrici nicaraguensi?
- Uno dei grandi problemi è che non abbiamo le condizioni per sviluppare il nostro lavoro, perché nella maggioranza dei casi le donne non hanno nessuno con cui lasciare i loro figli e non ci sono strutture che si occupino di questa problematica. Un'altra grande difficoltà riguarda il tema della salute occupazionale. Molte volte nelle imprese viene dato poco tempo alle donne per potersi far visitare e per potersi curare.
Un'altra situazione rilevante ha a che vedere con la formazione tecnica delle donne. Molte volte per il fatto di essere madri lavoratrici abbandoniamo gli studi e ci dedichiamo alla riproduzione del capitale. Dobbiamo continuare a prepararci perché anche la conoscenza è potere: una donna senza conoscenza non potrà mai difendere i suoi diritti.
Infine non posso non menzionare le violazioni dei diritti umani e lavorativi nei centri di lavoro, in cui la donna è costantemente sottoposta a un forte stress.

- E quali sono le sfide?
- Nel caso del Nicaragua uno delle grandi sfide è il posto di lavoro. Nel 2008 si sono persi circa 19 mila posti di lavoro nelle maquilas e la maggioranza erano donne giovani. Purtroppo la donna è maggiormente propensa a tornarsene a casa e deve cercare velocemente una soluzione per sostenere la propria famiglia.

- Che messaggio vuole inviare alle donne del mondo?
- Noi donne siamo obbligate a dare il nostro apporto per avere una società più giusta. Non dobbiamo deprimerci per le disuguaglianze che esistono, ma al contrario è proprio nel movimento sindacale che dobbiamo lavorare per aprire nuovi spazi di partecipazione. Come lavoratori e lavoratrici siamo immersi in una lotta di classe e veniamo discriminati perché apparteniamo alla classe lavoratrice. Non è possibile che proprio tra di noi esistano queste disuguaglianze, riproducendo lo stesso modello che in teoria diciamo di voler combattere. Nel movimento sindacale c'è bisogno di una relazione di equità, un sindacalismo con equità, perché tutti guadagniamo quando c'è una donna vittoriosa.

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Monica Baltodano deputata nazionale

- Che importanza ha per le donne la commemorazione dell'8 marzo?
- Noi donne siamo più della metà della popolazione del mondo e molte di noi oltre ad essere escluse per ragioni di classe, di condizione sociale, viviamo in condizione di inferiorità rispetto all'altra metà che sono gli uomini. Il senso più importante di questa data è ricordare le enormi disuguaglianze, il trattamento iniquo che riceve la metà dell'umanità per il solo fatto di essere del sesso femminile.

- In che modo la Rivoluzione Sandinista ha influenzato l'evoluzione del ruolo della donna in Nicaragua?
- La Rivoluzione Sandinista è stata una pietra miliare nella storia di partecipazione e di presa di coscienza da parte delle donne sui propri diritti. Se uno prende come riferimento il livello di organizzazione e di coscienza dei suoi diritti che esistono in America Latina, si rende conto come in Nicaragua esista un livello molto superiore. Tuttavia, bisogna sottolineare l'enorme regressione degli ultimi anni come prodotto della crescente influenza delle idee più reazionarie della chiesa cattolica e di altre chiese, su decisioni che devono essere di ordine pubblico. Le autorità governative ed i partiti hanno ceduto alle pressioni delle chiese e questo fatto ha significato una grossa regressione per il Nicaragua.

- Nel suo caso specifico come deputata. Quali sono le principali difficoltà per una donna che esercita quotidianamente una carica istituzionale?
- La politica continua ad essere un campo occupato dagli uomini. A dispetto delle leggi esistenti e della lotta per quote di presenza femminile, continua a prevalere un'alta presenza degli uomini negli spazi di decisione della vita politica e questo lo vediamo nel Parlamento, dove la presenza delle donne non arriva nemmeno al 20 per cento. Continuano a prevalere concezioni maschiliste che relegano le donne in un ruolo di subordinazione. Indipendentemente dai progressi fatti non ci sentiamo soddisfatte.

- La Legge per le Pari Opportunità ha aiutato a migliorare la situazione delle donne nel paese?
- Mi sembra che sia rimasta sulla carta. Al testo originale venne posto il veto dalla gerarchia religiosa e nel 2005 si è dovuto redigere un nuovo testo che è stato privato delle sue intenzioni originali. Nonostante ciò, la legge detta che ogni istituzione deve includere nei suoi piani e programmi, politiche ed azioni dirette alla lotta contro le discriminazioni che vivono le donne. Questo punto non è ancora stato rispettato.

- Quali sono i punti a cui si deve dare priorità rispetto al tema della donna?
- La principale sfida è la partecipazione attiva, la lotta per la democrazia, perché non ci può essere equità se non garantiamo il rispetto delle libertà essenziali.

- Un messaggio speciale che vuole inviare alle donne.
- Oggi più che mai, in mezzo ad un mondo che mostra chiaramente le sue deficienze per risolvere i grandi problemi dell'umanità, e dove si evidenzia che il capitalismo è un sistema che porta l'umanità verso un abisso, verso la distruzione, noi donne che siamo state sempre datrici e costruttrici di vita dobbiamo avere un ruolo molto più attivo e deliberante, per lottare per la preservazione dell'umanità e di un mondo più umano e più giusto, che io continuo a vedere radicalmente diverso dal mondo capitalista, cioè un mondo socialista.

© (Testo e Foto Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua www.itanica.org )

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