Latina

Dole mostra nuovamente i denti in caso Nemagón

Forti dubbi sulla sentenza di Los Angeles. Intervista con lo scrittore Vicent Boix
21 maggio 2009
Giorgio Trucchi

I bananeros durante una protesta © (Foto d'archivio G. Trucchi)

Sono passati più di quindici anni da quando gli ex lavoratori delle piantagioni di banane ammalati a causa del DBCP - Nemagón o Fumazone - hanno iniziato a muovere i primi passi, affinché le multinazionali nordamericane che hanno prodotto, commercializzato ed applicato questo mortale pesticida si assumessero le loro responsabilità nei confronti di decine di migliaia di ex lavoratori ammalati e morti.
Una lunga storia di lotte, impegno e vigore, ma anche di divisioni, litigi ed insulti tra gruppi di ammalati, avvocati e forze politiche che, alla fine, hanno debilitato il processo di rivendicazione che ha incarnato il simbolo della resistenza di fronte al potere delle multinazionale ed al loro modello che si basa sullo sfruttamento.

Nel 2007, una giuria nella Corte Superiore di Los Angeles ha dichiarato colpevoli due imprese multinazionali statunitensi - Dow Chemical Company e Dole Fruit Company Inc. - per avere prodotto ed applicato il Nemagón. La sentenza beneficiò con una quantità di 3,3 milioni di dollari sei dei dodici querelanti, riconoscendo loro lo stato di sterilità causato dal contatto diretto con il chimico.
In un secondo storica sentenza, la Dole fu anche condannata a pagare 2,5 milioni di dollari addizionali a cinque dei sei querelanti per danni punitivi o esemplari, ma questa seconda sentenza venne rigettata in seguito dalla giudice Victoria Gerrard Chaney.
Attualmente, lo studio legale di Juan José Domínguez e del suo collaboratore in Nicaragua, Antonio Hernández Ordeñana, ha appellato questa decisione.
Di fronte a questi storici risultati, gli avvocati hanno quindi deciso di presentare altre denunce a Los Angeles, ma ciò che è accaduto in seguito è stato catastrofico.

Per cercare di capire questa situazione molto complicata ed inaspettata, che potrebbe porre fine alle speranze di migliaia di ammalati, abbiamo conversato con Vicent Boix, giornalista e scrittore, il quale recentemente ha pubblicato il libro "Il parco delle amache", lucido racconto sulla dolorosa e combattiva storia degli ex lavoratori bananeros del Nicaragua e del Centroamerica.

GT: La settimana scorsa la giudice Victoria G. Chaney ha disposto il non luogo a procedere per due nuove denunce riguardanti i bananeros ammalati a causa del Nemagón, adducendo l'esistenza di frodi e tentativi di estorsione, presentazione di prove false e l'organizzazione di una vera e propria strategia per falsare la realtà, con la partecipazione del sistema giudiziale nicaraguense Che considerazione merita questa decisione?

VB: La decisione del Sig.ra. Chaney è importante perché crea un precedente all'interno del caso del DBCP. Fomenta lo scetticismo tra altri giudici che stanno seguendo processi collegati a questo pesticida e più in generale, può influenzare altri casi in cui i denuncianti provengano da paesi del sud. Per questo motivo credo che questa sentenza non possa essere considerata come un qualcosa a sé stante, ma si deve tenere conto di come potrà influenzare casi futuri.
A partire dagli anni 80, sono state molte le denunce presentate negli Stati Uniti sul tema del DBCP. Tutte hanno seguito il loro iter processuale senza problemi, rispettando le dichiarazioni degli ammalati. Durante gli anni 90 circa 20 mila persone hanno presentato le loro denunce e non c'è stato un solo giudice nordamericano che abbia visto i "fantasmi" visti dalla giudice Chaney. Nonostante ciò, questa signora ha visto un'enorme cospirazione contro la Dole durante due soli processi che coinvolgevano 80 persone.

GT: Ti sembra che ci sia qualcosa di strano in tutto questo? Come per esempio gli attacchi alla Legge Speciale 364...

VB: Una delle cose più strane è che la giudice non solo archivia due casi nella Corte di Los Angeles, ma attacca anche altri processi aperti in Nicaragua e manca di rispetto ad alcuni giudici chiamandoli corrotti. Non so fino a che punto abbia l'autorità e le prove per formulare queste accuse.
La sua interpretazione sulla Legge 364 mi sembra sbagliata e mi fa pensare che non abbia letto le sentenze emesse dalla giudice Soccorro Toruño del Tribunale di Chinandega, in Nicaragua. Se le avesse lette, si sarebbe resa conto che le imprese hanno potuto difendersi, che non hanno depositato garanzie, che hanno potuto presentare le prove e che l'iter del caso si è prolungato per anni.
Un'altra cosa sorprendente è che una delle due cause seguite d Chaney è stata presentata nel 2004, è stata emessa una sentenza a favore degli ex lavoratori nel 2007 ed ora si trova in appello. Non è strano che la giudice abbia tardato cinque anni prima di accorgersi che era tutta una frode? Perché ha accettato che il processo avanzasse normalmente?

GT: Si parla di 27 persone che hanno testimoniato a porte chiuse per motivi di sicurezza, dato che hanno ricevuto minacce. Tutti hanno dichiarato che sono stati preparati ed addestrati per dichiarare il falso, che non erano mai stati bananeros e che gli esami clinici erano falsi...

VB: Questo è un altro aspetto curioso del caso. Bisogna dire innanzitutto che questo procedimento è stato portato avanti in segreto, poiché le imprese hanno convinto la giudice che esistevano minacce contro i testimoni. Questo ha implicato che conservassero l'anonimato e che l'avvocato Juan José Domínguez ed i suoi soci non potessero difendersi in condizioni normali.
Mi sorprende che abbia dato così tanta credibilità a questi sconosciuti. È fondamentale conoscere chi siano, perché sono ben risaputi i tentativi di Dole per "raggirare" gli ammalati in Nicaragua.

GT: A cosa ti riferisci esattamente?

VB: - Uno dei casi più conosciuti è quello del cambiamento di atteggiamento della cupola della Asotraexdan, l'organizzazione di bananeros più combattiva e impegnata nel passato. Sono passati da organizzare grandi marce ed accampamenti spontanei di protesta, a sedersi allo stesso tavolo con la Dole.
Ma c'è un altro caso molto importante. Il 9 giugno 2006, Joe Fisher II, giudice del Tribunale del Distretto della Contea di Jefferson (Texas), emise un'ordinanza con la quale obbligava la Dole a bloccare qualsiasi negoziazione e contatto con gli ammalati che in Nicaragua erano difesi dallo studio legale Provost & Umphrey, poiché stavano cercando di convincerli a ritirare le denunce e a chiedere la derogazione della legge 364.
Il giudice Fischer riconosce che Dole non può negoziare con ammalati che sono già rappresentati da avvocati. E se alcuno di questi 27 anonimi si trova in questa situazione? E se sono proprio della Asotraexdan?
In definitiva, la giudice Chaney non ha tenuto conto di questi fatti, che dimostrano fino a che punto è capace di arrivare Dole pur di liberarsi da questo problema. Ci sono inoltre state denunce contro la Dole in Nicaragua, accusandola di avere contatti con i bananeros. Queste omissioni sono incredibili e la giudice non può non tenere conto di questi fatti.

GT: - Credi che esista una strategia ben definita da parte della Dole per uscire da un caso che la sta tormentandola da anni?

VB: - È un sospetto, ma non ci sono prove concrete. È ovvio che la Dole si trovava con l'acqua alla gola. La battaglia legale sul caso del DBCP era praticamente persa, ma negli ultimi anni i lavoratori ed i loro avvocati erano riusciti ad avere risultati importanti sia in Nicaragua che negli Stati Uniti. Inoltre bisogna tenere presente che esistono denunce di ammalati in Costa Rica, Honduras, Africa e Panama. Per questo motivo la sentenza di Victoria Chaney ha implicazioni internazionali.
Se li analizziamo attentamente, tutti i fatti hanno una sequenza logica ed un obiettivo preciso: quello di affossare i processi.

GT: - La giudice Chaney ha cominciato ad inviare informazioni ad altri giudici che stanno lavorando su casi relazionati con il Nemagón in altre città, come Miami, dove è stato sospeso il processo. Questa sentenza di Los Angeles è l'inizio della fine dei processi?

VB: - Io spero di no. Anzi, mi sembra proprio una dimostrazione inequivocabile che Dole sente che sta perdendo la battaglia sul DBCP.

GT: - Quanto ha pesato il fatto che negli ultimi anni la lotta dei bananeros è rimasta in mano agli avvocati e non agli ex lavoratori come nel passato?

VB: - Credo che il successo nel caso del DBCP sia dovuto a due fattori. Da una parte la lotta nei tribunali e dall'altra la lotta degli ex lavoratori il cui obiettivo era quello di mantenere la coesione, arrivare ai mezzi di comunicazione, internazionalizzare la lotta e soprattutto, mantenersi allerta per evitare che la loro lotta corresse dei pericoli. In questo senso, i lavoratori in Nicaragua hanno ad esempio saputo difendere la legge 364 dai tentativi di derogazione.
Purtroppo in questo momento non esistono più gruppi organizzati e si sente. Se esistesse ancora questa capacità organizzativa si sarebbe potuto fare pressione sul governo affinché reagisse immediatamente di fronte a queste accuse pesanti e denigratorie della giudice Chaney. Si sarebbe potuto anche chiedere il sostegno della società civile.

GT: - La lotta dei bananeros nicaraguensi ha fatto il giro del mondo, ma ora sembra che nessuno sia interessato a ciò che sta accadendo negli Stati Uniti...

VB: - È un peccato vedere come i bananeros siano rimasti soli nel loro paese. Il Nicaragua sta vivendo un periodo di catarsi collettiva, dovuta ad un forte scontro tra il Frente Sandinista ed il resto delle forze politiche. Questa disputa fraticida danneggia l'immagine del paese ed alimenta dichiarazioni come quelle della giudice Chaney.
Mi sorprende il silenzio della società civile e temo che certi settori dell'opposizione, specialmente alcune organizzazioni sociali, restino in silenzio perché le dichiarazioni della giudice californiana vanno nella stessa direzione delle loro denunce contro il governo. Tuttavia, le vittime di tutto questo imbroglio sono proprio gli ammalati del Nemagón. Il silenzio condanna proprio loro.

GT: - Che cosa dovrebbe fare lo Stato nicaraguense in questo momento?

VB: - L'amministrazione di Daniel Ortega dovrebbe saltare come una molla, di fronte alle decisioni di una giudice che non solo seppellisce silenziosamente le opzioni di giustizia di migliaia di nicaraguensi che furono esposti ad un veleno, ma squalifica anche gravemente le istituzioni nicaraguensi e le leggi.

GT: - Il sottotitolo del tuo libro è "Il chimico che ha colpito i poveri". Sono i poveri quelli che escono maggiormente colpiti da questa nuova fase della storia del Nemagón?

VB: - È così. Una volta ancora sono gli ammalati a farne le spese.
Negli anni 90, il senatore statunitense Patrick Leahy, che conosce il caso del DBCP, disse pubblicamente che i paesi del sud erano trattati come spazzatura e la sua gente come cavie da laboratorio. A partire da oggi e grazie alla giudice Chaney, oltre ad essere cavie da laboratorio gli ammalati del Nemagón saranno visti anche come truffatori e corrotti.

© (Testo e Foto Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua www.itanica.org )

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