Dopo le grandi manifestazioni di agosto e ottobre 2003, nuovi blocchi stradali, marce e comizi.
La Coordinadora Nacional de Resistencia Popular realizza nuove azioni di protesta in tutto l'Honduras.
Organizzazioni popolari, indigene, contadine, sindacali e studentesche da oggi in strada per protestare contro le politiche neo-liberali del governo di Ricardo Maduro e costruire un paese che difenda i diritti della sua gente.
5 febbraio 2004
Filippo Pallotta
Fonte: COPINH (Consejo Cívico de Organizaciones Populares e Indígenas de Honduras) - Coordinadora Nacional de Resistencia Popular, Honduras
La Coordinadora Nacional de Resistencia Popular, che raggruppa le organizzazioni popolari, indigene, contadine, sindacali, studentesche e dei piccoli produttori e commercianti di tutto l’Honduras, ha annunciato nuove manifestazioni di protesta a livello nazionale a partire dal 5 di febbraio 2004.
La Coordinadora, formatasi lo scorso anno per dare maggior efficacia alle proteste contro la politica neoliberale del presidente Ricardo Maduro, accusa il governo di ignorare la difficile situazione del popolo hondureño dando più importanza alle direttive degli organismi internazionali, quali il Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale, per coprire gli interessi del capitale privato degli investitori stranieri.
Questa politica ha portato, secondo la Coordinadora, ad un aumento dei prezzi del combustibile ed in generale dei prodotti di prima necessità; la famigerata legge “anti-maras”, con l’intento di ridurre l’attività criminale delle bande giovanili (le cosiddette “maras”), sta di fatto generando una persecuzione tra i giovani dei quartieri popolari e non risolve il problema della violenza. Sotto accusa anche la politica economica di sviluppo basata sulle maquilas, piccole fabbriche dove centinaia di operaie, sottopagate e senza alcun diritto lavorativo, assemblano prodotti provenienti dall’estero, e sullo sfruttamento turistico del territorio nazionale che si basa sulla espropriazione e privatizzazione delle risorse forestali e delle zone costiere, costringendo alla fuga le popolazioni locali. La Coordinadora chiede che il governo non ratifichi l’accordo di libero commercio con gli Stati Uniti (ALCA-Plan Puebla Panamà), considerato un nuovo piano di conquista a scapito delle popolazioni centro e sud americane.
Lo scorso anno le manifestazioni promosse dalla Coordinadora nei mesi di agosto ed ottobre hanno richiamato decine di migliaia di persone in tutto il paese ed in cui sono avvenuti pesanti scontri tra i manifestanti e le forze di polizia. La risposta del governo è stata quella di iniziare una violenta campagna denigratoria e di repressione nei confronti delle organizzazioni popolari: nelle ore successive alle proteste di piazza, dalle televisioni nazionali sono stati trasmessi spot pubblicitari realizzati dalla Presidenza della Repubblica in cui i leader dei vari movimenti popolari venivano dipinti come violenti terroristi che non rappresentavano il sentire della gente; la zona de La Esperanza, dove ha sede il COPINH, la principale organizzazione indigena del paese e membro fondatore della Coordinadora Nacional, è stata militarizzata per diverse settimane. Completamente ignorate le proposte fatte dalla Coordinadora, in particolare quella per una nuova amministrazione delle risorse idriche in alternativa al disegno di legge del governo sulla privatizzazione dell’acqua potabile.
Il 2004 è stato proclamato dalla Coordinadora, anno di "lotta unitaria e popolare" nel cinquantesimo anniversario dello sciopero dei lavoratori dell’industria bananiera del 1954, che diede l’avvio alle lotta contadina per la Riforma Agraria in Honduras.
Rispondendo all’invito fatto dalla Coordinadora Nacional de Resistencia Popular, la Coordinadora Centro Occidental de Resistencia Popular, che raggruppa indigeni, contadini, insegnanti, lavoratori, donne, ambientalisti ed alcuni amministarzioni comunali, piccoli commerciati e studenti provenienti dalle regioni centro occidentali dell’Honduras, oggi 5 febbraio ha occupato la “carrettera de occidente” (principale strada che collega con la parte ocidentale del paese) all’altezza dello svincolo tra città di Gracias e la entrata alla città di Santa Rosa de Copan, venendo dalla città di Ocotepeque e la “carrettera del norte” all’altezza della città di Comayagua. In entrambi i posti di blocco, non verrà impedito il transito ai mezzi collettivi, come i bus, ne al trasposto leggero, ma verrà bloccato il trasporto pesante di carichi e i veicoli dello stato.
Successivamente saranno realizzate marce e comizi in entrambe le città.
In particolare, la Coordinadora Centro Occidental de Resistencia Popular esige la liberazione immediata di Marcelino y Leonardo Miranda del COPINH (Consejo Civico de Organizaciones Populares e Indigenas de Honduras), leader della comunità indigena lenca di Montaña Verde, catturati lo scorso anno, torturati ed imprigionati nella prigione di Gracias; la cattura e la condanna degli assassini dei due leader indigeni Fabián González e José Santos Carrillo della regione di La Paz e dell’ambientalista German Rivas che stava indagando sullo sfruttamento minerario della regione. Chiesta con forza anche la sospensione delle attività di sfruttamento selvaggio delle ricchezze forestali, minerarie e idriche nelle regioni di Lempire, Intibucà e la Paz, che stanno gravemente minacciando la sopravvivenza delle comunità, in particolare i progetti di costruzione di dighe sul fiume Tigre.
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