Perù: si apre la Convención Alternativa Contra la Minería
"In Perù la privatizzazione delle terre indie non pone solo un problema economico – problema già di per sé abbastanza grave – ma rimette in discussione una certa maniera di vedere il mondo. Per gli indios, infatti, la terra rappresenta non solo un mezzo di produzione da cui sono stati espropriati all'inizio della colonizzazione europea, ma anche uno spazio in cui i loro figli possono vivere ed essere felici, una filosofia per la quale preservare l'ambiente equivale semplicemente a difendere la vita". Queste parole, scritte dalla sociologa Monica Bruckman per l'edizione di settembre di Le Monde Diplomatique/Il Manifesto, non solo denunciano con chiarezza la spoliazione delle terre indigene del Perù ad opera delle multinazionali (con l'appoggio dello stesso governo di Lima), ma spiegano al tempo stesso le motivazioni della recente mobilitazione india contro i progetti di sfruttamento minerario.
Sotto la presidenza di Alan García il Perù ha accelerato la sua trasformazione in una democrazia formale (una sorta di "democratura") dove non esistono diritti: la polizia ha il potere di reprimere le manifestazioni e condannare i dimostranti a pene pesantissime, mentre gli arresti senza mandato sono all'ordine del giorno. E' un ritorno al regime repressivo e soffocante di Fujimori. E' in questo contesto che il 15 Settembre quattro persone sono state uccise da uomini armati assoldati dall'impresa mineraria Consolidada de Hualgayoc nel distretto di Bambamarca (regione di Cajamarca). Filiale peruviana della sudafricana Gold Fields, la politica di Consolidada nei confronti degli indigeni ha seguito di pari passo la strada tracciata dal governo: sfruttamento intensivo del territorio ad ogni costo, senza alcun riguardo nei confronti delle comunità indigene che abitano queste terre. Anche a livello politico-economico la presidenza García ricalca i peggiori tratti del mandato fujimorista: rapporto strettissimo con gli Stati Uniti esplicato dalla firma del trattato di libero commercio a fine 2007 e dalla concessione di libero transito sul proprio territorio delle forze armate a stelle e strisce.
Pochi giorni prima, in corrispondenza con lo svolgimento della XXIX Convención Minera organizzata ad Arequipa dalle aziende di settore allo scopo di magnificare i caratteri modernizzatrici e vantaggiosi dell'industria mineraria, la Conacami (Confederación Nacional de Comunidades Afectadas por la Minería) aveva lanciato la terza Convención Alternativa Contra la Minería che, tra le altre cose, denunciava come ben 25 dei 53 fiumi che sfociano nell'Oceano Pacifico fossero inquinati dalle attività di estrazione mineraria. La contaminazione dell'acqua, la crescita e lo sviluppo anomalo di piante e animali, gli effetti negativi sulla salute delle persone rappresentano motivi più che sufficienti per chiedere alle imprese minerarie di ritirarsi dal Perù, ha ribadito la Federación Regional de Rondas Campesinas y Urbanas de Cajamarca (Cunarc), che aveva inoltre contestato la scelta del Ministero dell'Energia e delle Miniere di Lima in merito alla concessione automatica di lavoro, esplorazione e sfruttamento del territorio alla stessa Consolidada de Hualgayoc. Sempre Cunarc aveva dato un ultimatum di 48 alla compagnia per andarsene poco prima che alcuni manifestanti venissero uccisi durante la manifestazione di protesta che ne chiedeva a gran voce l'espulsione.
Per il momento continua a rimanere in carcere (dallo scorso dicembre) anche Alejandro Izquierdo Torres, dirigente delle Rondas Campesinas, mentre altri rappresentanti di Cunarc stanno subendo una e vera e propria persecuzione giudiziaria: le possibilità che si ripeta una nuova Bagua sono molto alte.
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