Samuel Ruiz: in Chiapas permangono gruppi paramilitari che non sono stati mai disarmati
8 febbraio 2004
ANGELES MARISCAL traduzione Comitato Chiapas
Fonte: http://www.jornada.unam.mx
Tuxtla Gutierrez, Chiapas, 6 febbraio. In Chiapas si stanno riattivando i
gruppi paramilitari perché "non sono mai stati disarmati", ha dichiarato il
vescovo emerito di San Cristóbal de Las Casas, Samuel Ruiz García,
inaugurando nella capitale il Centro per i Diritti Umani Francisco Enríquez
Guzmán.
"Continuano gli abusi, l'ingiustizia, la dominazione economica e politica.
Per questo il compito che si propone di svolgere questo centro che si
inaugura oggi, non sarà un compito facile", ha detto Ruiz García ed ha
aggiunto che fintanto che i processi democratici avviati nel paese non
saranno completati, è giustificata la creazione di organizzazioni per la
difesa dei diritti umani , che accompagnano le conquiste sociali, le
riaffermano e le rivendicano".
In questo contesto, ha sostenuto la posizione di almeno una dozzina di
organizzazioni non governative che questa settimana hanno denunciato una
nuova offensiva antizapatista, scaturita dalle azioni che i governi
federale e statale intraprenderanno nella zona di conflitto grazie ai 15
milioni di euro inviati dall'Unione Europea.
"Tutto questo è parte della dominazione economica e politica. Il fenomeno
(di violazione dei diritti umani) è presente non solo in Chiapas, ma anche
nel resto del paese; quello che avviene in questo stato è una ribellione
rappresentativa di tutta la problematica messicana", ha affermato.
Per questo - ha aggiunto - il movimento del 1994 non è stato solo un
movimento degli indigeni del Chiapas, ma di tutto il paese.
Samuel Ruiz ha tracciato un bilancio della situazione dei diritti umani dal
1994 ad oggi. "Non ci sono progressi relativi al loro rispetto, c'è invece
la presa di coscienza degli indigeni di tutto il continente di essere
soggetto della storia. Questo è un progresso irreversibile", ha detto il
vescovo.
Riferendosi ai governi di Vicente Fox e Pablo Salazar, ha dichiarato che
"c'è stata una transizione incompleta; le aspettative e le promesse fatte
sono ben al di sotto delle possibilità concrete di realizzazione, si è
entrati in forti contraddizioni che stanno precipitando in maniera
galoppante".
Ha ammesso che gli effetti di 70 anni di corruzione accumulata "non si
possono cancellare in poco tempo".
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