Ecuador:Attentato a leader indigeno
Quito
04/02/2004
Proseguono le intimidazioni ai danni della comunità indigena ecuadoriana.
Lo scorso 1° di febbraio, Leonidas Iza, Presidente della Confederaciòn de
las Nacionalidades Indigenas del Ecuador (CONAIE), la principale
confederazione indigena del Paese, è stato vittima di un attentato eseguito
a colpi di arma da fuoco nei pressi della sede della propria organizzazione.
Il dirigente indigeno è rimasto illeso. Ferito gravemente, invece, il figlio
Xavier che, dopo un¹operazione durata cinque ore, si trova adesso in terapia
intensiva; mentre altri due parenti di Iza, il fratello ed il nipote, anche
loro feriti, sono stati dimessi dopo quattro giorni di ricovero ospedaliero.
³Ti uccideremo²
Il leader della Conaie era appena tornato da La Habana, Cuba, dove insieme
ai familiari aveva partecipato al III Incontro Emisferico di Lotta contro
l¹ALCA, l¹accordo di libero commercio delle Americhe da sempre osteggiato
dalla comunità indigena ecuadoriana. Scesi dal taxi che dall¹aeroporto di
Quito li aveva accompagnati agli uffici della Conaie, Leonidas Iza è stato
avvicinato da due sconosciuti che, armi in pugno, lo hanno minacciato di
morte. Gli Iza, di fronte al ³ti uccideremo² gridato dagli attentatori,
hanno cercato riparo all¹interno dei locali della Conaie. I colpi di pistola
sparati dall¹esterno dell¹edificio hanno però attraversato la porta
d¹ingresso, colpendo il figlio, il fratello ed il nipote del leader kichwa.
La risposta indigena è stata immediata. Pachakutik, Conaie ed Ecuarunari,
appoggiati dai movimenti sociali e da alcuni deputati del Congresso
nazionale, hanno accusato apertamente il Governo per quanto accaduto,
colpevole di aver inasprito lo scontro con gli ex-alleati indigeni e di
avere in più occasioni accennato all¹uso della forza nei confronti degli
oppositori del ³règimen².
Da parte sua, Leonidas Iza, che pochi giorni prima aveva ricevuto minacce di
morte a causa della resistenza della sua organizzazione al progetto
neoliberale del governo Gutierrez, non ha dubbi circa la matrice politica
dell¹attentato.
Le dichiarazioni di Leonidas Iza
Proprio in relazione ai responsabili del tentato omicidio, il ³mashi Iza²
(³compagno Iza², in kichwa), come lo chiamano nelle comunità indigene della
Sierra ecuadoriana, in una breve intervista che ci ha rilasciato il giorno
successivo all¹accaduto, distingue una responsabilità politica da una
responsabilità penale.
³Nessun dubbio dice Iza può esserci circa la responsabilità politica del
governo di Lucio Gutierrez, che a cominciare dalla famosa lista dei 32
nemici del Governo, resa pubblica da un collaboratore del 'coronel', e che
mi vede al primo posto, ha voluto lanciare un segnale chiaro alla comunità
indigena, nel tentativo di intimidirci ed obbligarci a fermare la nostra
lotta contro la svolta in senso liberista e fondomonetarista di questo
Esecutivo. A questo poi bisogna aggiungere l¹arresto arbitrario ed
illegittimo del compañero Humberto Cholango (leader dell¹Ecuarunari,
n.d.r.), semplicemente per aver detto che Lucio Gutierrez è un bugiardo,
incapace ed incoerente, e le minacce nei nostri confronti da parte del
Presidente Gutierrez che in un¹occasione è arrivato a dire che chi si oppone
a questo Governo sarà fermato con la legge e con le armi. Chi ha inasprito
lo scontro fino ad arrivare all¹attentato di ieri è stato Lucio Gutierrez ed
ora dovrà rinunciare al suo mandato².
Quanto alla responsabilità penale, sottolinea il dirigente indigeno, ³gli
inquirenti farebbero bene a trovare in fretta chi ha tentato di uccidermi ed
ha lasciato in fin di vita mio figlio, perché se il caso rimanesse irrisolto
i dubbi di una possibile implicazione di alcuni settori del Governo
diverrebbero per lo meno legittimi².
Gli esecutori materiali dell¹attentato
Il presidente Iza non si pronuncia, invece, in relazione agli esecutori
materiali del reato. A tal proposito, ³El Comercio², il principale
quotidiano del Paese, rivela che fonti militari assicurano che
l¹Intelligence ecuadoriana è in possesso di alcuni documenti che
attesterebbero una possibile partecipazione di settori delle Forze Armate
nella denominata ³Legiòn Blanca², una forza paramilitare di estrema destra,
che attualmente è la principale indiziata quale autrice dell¹attentato. Ad
aumentare i sospetti circa una eventuale implicazione delle Forze Armate, il
ritrovamento dei proiettili che hanno permesso agli inquirenti di risalire
alle armi utilizzate, delle pistole 9 mm in dotazione appunto ai militari e
alla polizia.
Evo Morales e Rigoberta Menchù in difesa di Iza
Appoggio e solidarietà a Leonidas Iza sono stati manifestati in questi
giorni anche a livello internazionale. In particolare, Evo Morales, leader
della rivolta indigena boliviana e dirigente del MAS, ha espresso la sua
solidarietà alla famiglia Iza, sollecitando il Governo ecuadoriano ad
³identificare e sanzionare gli autori intellettuali e materiali
dell¹attentato².
Dal Guatemala, invece, parole dure sono state pronunciate dal premio Nobel
per la Pace Rigoberta Menchù che, dopo la lettera inviata a Lucio Gutierrez
in seguito all¹arresto illegittimo di Humberto Cholango, è tornata a
scrivere al Presidente ecuadoriano, dicendosi preoccupata per le continue
intimidazioni subite dalle popolazioni indigene d¹Ecuador e chiedendo anche
lei che venga fatta luce su quanto accaduto.
La reazione del Governo
Il Governo, da parte sua, ha condannato fermamente l¹accaduto. Tuttavia, in
più occasioni ha parlato di attentato mafioso, quasi a non volerne
riconoscere la valenza politica, ed ha rigettato le accuse mosse nei suoi
confronti dalle organizzazioni indigene e dai movimenti sociali.
Diverso invece l¹atteggiamento del partito di Governo, Sociedad Patriotica
(Psp), che con Gilmar Gutierrez, fratello del Presidente, si è spinto fino
ad ipotizzare una possibile messa in scena da parte indigena, liquidando
l¹accaduto come ³un auto-attentato realizzato ad arte per poter mettere in
cattiva luce il governo Gutierrez².
Un nuovo levantamiento indigeno?
I dirigenti della Conaie, nel frattempo, hanno presentato formale denuncia
alla Fiscalìa General, affinché si indaghi seriamente su quanto accaduto
³senza proteggere nessuno².
Da parte loro, le organizzazioni indigene della provincia del Cotopaxi, di
cui è originario Leonidas Iza, hanno annunciato una mobilitazione per il
prossimo 16 di febbraio, per chiedere la verità e per manifestare il proprio
dissenso ³verso il presidente Gutierrez e la sua politica autoritaria².
E proprio il 16 febbraio sembra poter essere l¹inizio di un nuovo
levantamiento indigeno, dopo quello che il 21 gennaio del 2000 portò alla
destituzione del corrotto presidente Jamil Mahuad, aprendo così le porte del
Palazzo di Governo al ³coronel² Lucio Gutierrez
sull'America Latina e sulle politiche neoliberiste della Banca Mondiale.
Laureato in Giurisprudenza a Pisa, con una tesi in Economia Politica sulla
Banca Mondiale, ha concluso un Master in giornalismo. Attualmente è in
Ecuador per un progetto internazionale.
E-mail : tanc@email.it
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