Latina

Rapporto di Amnesty International sul Messico: "Difensori dei diritti umani sotto attacco"

25 gennaio 2010
Amnesty International

 

Liberazione prigionieri di coscienza in messico

Amnesty International ha accusato oggi il governo messicano di venir meno al proprio dovere di proteggere i difensori dei diritti umani da omicidi, intimidazioni e minacce di morte.

Il nuovo rapporto dell'organizzazione, intitolato "Battersi per la giustizia e la dignità: i difensori dei diritti umani in Messico", denuncia oltre 15 casi di omicidi, attacchi, minacce e false imputazioni tra il 2007 e il 2009.

"Difendere i diritti umani in Messico mette a rischio la vita e il governo non fa abbastanza per affrontare questo problema" - ha dichiarato Nancy Tapias-Torrado, ricercatrice di Amnesty International sui difensori dei diritti umani. "Quando un difensore dei diritti umani viene aggredito, minacciato o ucciso, i suoi colleghi ricevono un segnale pericoloso e coloro per i quali agiscono perdono la speranza".

Amnesty International ritiene che casi del genere siano decine e decine e che pochi di essi siano oggetto di indagini efficaci. Ancora più basso è il numero dei responsabili che sono sottoposti a processo. Su nessuno dei casi descritti nel rapporto sono state svolte indagini approfondite e in soli due casi vi sono dei sospettati in stato di detenzione.

I difensori dei diritti umani agiscono per tutelare e promuovere i diritti umani. Gli stati hanno il dovere di proteggerli e garantire lo svolgimento del loro lavoro.

A essere particolarmente nel mirino sono gli attivisti che difendono i diritti delle comunità che vivono in povertà, quelli delle popolazioni native e l'ambiente. Il loro lavoro viene considerato un'interferenza nei grandi interessi politici ed economici. Troppo spesso, sono visti come degli agitatori e non come persone che agiscono per costruire una società migliore in cui il rispetto dei diritti umani sia una realtà.

Obtilia Eugenio Manuel, fondatrice e presidente dell'Organizzazione dei popoli indigeni Me'phaa dello stato di Guerrero, riceve minacce di morte e subisce intimidazioni sin dal 1998 e alla fine è stata costretta a lasciare la sua comunità. Ricardo Murillo Monge, fondatore e portavoce del Fronte civico di Sinaloa, è stato assassinato il 6 settembre 2007 a Culiacán, nello stato di Sinaloa. Il suo successore, Salomón Monárrez, è scampato a un tentato omicidio.

"Il governo messicano deve avviare urgentemente un programma efficace e complessivo per proteggere i difensori dei diritti umani" - ha concluso Tapias-Torrado.

 

Note: Amnesty International - Sezione Italiana
Coordinamento America Latina
www.amnesty.it

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