Latina

Violato lo stato di diritto

Messico: electricistas in sciopero, Calderon manda la polizia

I lavoratori di Luz y Fuerza sono stati licenziati in massa
20 marzo 2010
David Lifodi

La compagnia elettrica Luz y Fuerza del Centro (Lfc) non esiste più, smantellata dalla volontà privatizzatrice del presidente messicano Felipe Calderon. Eppure quelli che erano i suoi lavoratori non si rassegnano, resistono e provano a riconquistare ciò che hanno perso grazie alle bugie dello stesso Calderon. Un tavolo sindacale a Dicembre 2009, promesso dal governo ai lavoratori in sciopero della fame, sembrava poter scongiurare la dismissione. Poi la beffa: hanno perso il lavoro circa 44mila lavoratori di un'impresa, la Lfc, che portava energia ad oltre sei milioni di abitanti delle regioni centrali del paese.
Il Sindicato Mexicano de Electricistas (Sme) non si è fatto intimidire, ha mantenuto presìdi e picchetti ed ha proseguito con scioperi e manifestazioni: ieri l'attacco violento di oltre trecento militari della Polizia Federale mandata da Calderon ha lasciato sul campo numerosi feriti, oltre a diversi manifestanti arrestati. Durante l'assemblea organizzata alcuni giorni prima dello sciopero, i lavoratori di Luz y Fuerza avevano ricevuto la solidarietà della Coordinadora Nacional de Trabajadores de la Educación e dei minatori e non avevano escluso possibili atti di forza da parte del governo, che sono puntualmente arrivati. La senatrice Rosario Ibarra ha parlato di "autoritarismo dittatoriale" del'esecutivo, riferendosi all'arresto non solo dei dimostranti, i cui diritti sono stati violati, ma anche di persone picchiate dalla polizia senza alcun motivo, la cui "colpa" è stata quella di trovarsi casualmente nella zona degli scontri pur non aderendo alla protesta. I fatti più gravi si sono verificati nel municipio di Ecatepec (Estado de México).
Gli electricistas da tempo chiedono le dimissioni del presidente Calderon e soprattutto contestano la sua politica di svendita delle risorse naturali ed energetiche alle grandi compagnie transnazionali, principalmente spagnole. Petrolio, gas, elettricità, acqua, trasporto sono di proprietà di tutti i messicani e non del governo, hanno spiegato. La violazione delle più elementari norme dello stato di diritto è un grave errore per Calderon: intorno alla lotta degli electricistas potrebbe infatti sorgere un movimento in grado di propagarsi facilmente in tutto lo stato, come già successo anni fa durante la lotta dei maestri di Oaxaca
La Jornada ha riferito che la polizia ha utilizzato lacrimogeni per disperdere la manifestazione e successivamente ha distrutto i presìdi dei manifestanti, che nonostante tutto sono intenzionati a proseguire la mobilitazione: "nunca nos verán de rodillas ni mendingando clemencia, los señores del dinero y el poder no conocen a los electricistas, somos mexicanos que tenemos dignidad y honor, nada ni nadie nos impondrá el miedo paralizante, seguiremos practicando nuestros derechos constitucionales, que nadie lo dude". Non c'è bisogno di traduzione.

 

 

Note: Articolo realizzato da David Lifodi per www.peacelink.it
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