Latina

I militari chiudono Radio La Voz de Zacate Grande

Honduras: nuovo attacco alla libertà d'informazione

Dietro l’aggressione alla radio l’ombra del potente latifondista Miguel Facussé
8 giugno 2010
David Lifodi

Fine delle trasmissioni. Radio La Voz de Zacate Grande, emittente comunitaria honduregna, è stata chiusa pochi giorni fa grazie all'uso sproporzionato della forza militare. Circa trecento uomini dell'esercito, ben equipaggiati e poco disposti a qualsiasi tipo di convenevoli, hanno circondato la radio e distrutto l'antenna di trasmissione.
Scene come questa ormai non sono più una novità per l'Honduras: a quasi un anno dal colpo di stato di fine giugno 2009 la repressione prosegue nel disinteresse generale. La chiusura della radio non va ricondotta soltanto al tentativo di "silenziare" i media indipendenti, che pure hanno svolto un ruolo assai significativo fin dai giorni successivi al golpe de estado, quanto piuttosto ad un obiettivo più ampio, quello di colpire i dirigenti contadini delle comunità. L'attacco a Radio La Voz aveva infatti lo scopo di catturare e far prigionieri cinque dirigenti del Movimiento de Recuperación y Titulación de Tierras de Zacate Grande residenti nella comunità di Puerto Grande su ordine del tribunale di Amapala. La loro colpa: usurpazione della terra. Dietro la chiusura della radio, non è la prima volta, sta Miguel Facussé, esponente di spicco dell'oligarchia honduregna, latifondista e capo indiscusso della borghesia agraria del piccolo paese centroamericano. Non si muove foglia senza che lui non voglia. Facussé da tempo aveva intenzione di sgomberare le famiglie che abitano nella zona di Puerto Grande per impadronirsi delle loro terre, per questo ha sollecitato la magistratura ad emettere un ordine di cattura nei confronti dei cinque campesinos, alcuni dei quali collaborano attivamente con la stessa Radio La Voz, sempre in prima fila nel denunciare gli abusi di cui si è resa protagonista l'oligarchia honduregna. E' superfluo dire come lo sgombero violento della radio violi l'articolo 13 della Convenzione dei Diritti Umani (di cui l'Honduras è firmatario), che sancisce "il diritto a ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo...senza censura preventiva", e altrettanto ovvio prendere atto di come Facussé se ne sia fatto beffa. In Honduras, scrivono Ofraneh (Organización Fraternal Negra de Honduras) e Cofadeh (Comité de Familiares de Detenidos Desaparecidos en Honduras), "per parlare di una vera democrazia si deve riaffermare il diritto alla libertà di espressione e di informazione del nostro popolo", un obiettivo non facile da raggiungere in un paese dove, maggiormente che in altri, l'informazione è gestita a piacimento da una fitta rete politico-economica-impresariale che di fatto tiene in ostaggio l'intera nazione.
I blog di movimento honduregni informano con dovizia di particolari sulla vita di Miguel Facussé e sulla sua corte che di fatto contribuisce a tenere imprigionato l'Honduras. Il suo curriculum mette i brividi. Attualmente è uno dei maggiori produttori di palma africana in tutto il Centroamerica, coltivazione che ha imposto soprattutto nei territori dove abitano gli indigeni Garifuna, il cui territorio è già ampiamente devastato per le mire espansionistiche delle grandi multinazionali, dalla destinazione delle coste al turismo d'elite fino allo sfruttamento del legname per la sua commercializzazione. L'imposizione della monocultura di palma africana ha modificato fortemente la dieta del paese causando un forte deficit alimentare, informa la Fao. Come proprietario dell'impresa Química Magna S.A. è stato responsabile dell'inquinamento di un'ampia zona del paese e del peggioramento delle condizioni di salute dei suo abitanti. E ancora: Facussé fa parte dell'esclusivo Club de Coyolito, situato in quella Playa Virgen divenuto luogo di villeggiatura dei maggiori rappresentanti della vita economica e sociale del paese. Questa zona, scrive la controinformazione honduregna, è stata costruita grazie ad una deliberata scelta di deforestazione e ad una serie di lagune artificiali per la produzione intensiva di gamberetti. Si capiscono quindi le motivazioni che hanno spinto il terrateniente Facussé a chiudere Radio La Voz, sgomberare la comunità di Puerto Grande e rivendicare il diritto alla terra.
Amarc, l'associazione mondiale che riunisce le radio comunitarie di Caribe e America Latina, ha fermamente condannato l'aggressione militare che ha imposto la chiusura di Radio La Voz de Zacate Grande, ma finché nel paese personaggi come Facussè avranno mano libera, per l'Honduras sarà molto diffcile sognare un futuro diverso.

 

Note: Articolo realizzato da David Lifodi per www.peacelink.it
Il testo è libearmente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte e l'autore.

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