Latina

Lo ha deciso il governo su sollecitazione della Commissione Interamericana per i Diritti Umani

Guatemala: chiusa la miniera Marlin

Da tempo le comunità indigene ne chiedevano la sospensione delle attività estrattive.
4 luglio 2010
David Lifodi

 Finalmente una buona notizia dal Guatemala, pur con numerosi vincoli che fanno presagire come il caso potrebbe non essere chiuso. Il governo di Álvaro Colom ha infatti ordinato la sospensione delle attività estrattive della miniera Marlin, situata nel Dipartimento di San Marcos tra Sipacapa e San Miguel Ixtahuacán. Dietro lo sfruttamento minerario intensivo per l'estrazione di oro e argento si trova Montana Exploradora de Guatemala, filiale centroamericana della potente multinazionale canadese Gold Corp. Da molto tempo le comunità indigene si battono per la chiusura della miniera: è nociva per la salute delle popolazioni che abitano nei dintorni ed è altamente inquinante, spiegano. Monsignor Álvaro Ramazzini è stato più volte minacciato di morte per la sua instancabile attività di denuncia contro la miniera e le frequenti violazioni dei diritti umani di cui è responsabile Montana Exploradora.
La chiusura della miniera disposta dal governo guatemalteco rappresenta quindi un buon passo avanti, anche se le sollecitazioni provenienti dalla Commissione Interamericana per i Diritti Umani (Cidh) potrebbero non bastare. I timori che Marlin finisca per restare aperta restano, si capisce dalle dichiarazioni rilasciate dal vicepresidente del Guatemala Rafael Espada: "Vogliamo appurare la verità sulla miniera, se fosse dimostrato che realmente è fonte di inquinamento e nociva per gli abitanti saremmo i primi a disporne la chiusura, ma se non fossero riscontrati questi problemi non c'è alcun motivo per chiuderla". Per sbrigare le pratiche burocratiche e decretarne la reale cessazione dell'attività occorrono tra i 90 e 120 giorni, si giustifica il governo, quanto basta per far temere un nuovo cambiamento rispetto alla decisione già presa, su cui, è bene ricordarlo, hanno influito molto le insistenti sollecitazioni della Cidh. Durante il mese di giugno il rappresentante delle Nazioni Unite con delega ai diritti dei popoli indigeni, James Anaya, aveva visitato la miniera Marlin, aperta dal 2008, e si era riunito con i portavoce delle 63 comunità in lotta per la sua chiusura immediata. Già nel mese di maggio le Nazioni Unite avevano invitato il governo guatemalteco a sospendere le attività di estrazione mineraria, ma avevano ricevuto un primo rifiuto. Sempre il governo guatemalteco aveva però incaricato i ministeri della sanità, dell'ambiente e dell'energia di condurre rigorosi studi scientifici per valutare realmente l'impatto della miniera sulla popolazione. Il risultato dell'indagine governativa non evidenziava il pericolo di inquinamento delle acque come sostenuto dalle comunità indigene, per questo motivo è stata percorsa la strada di una chiusura all'apparenza momentanea, dettata soprattutto dalle forti pressioni operate dalla Cidh, ma anche dall'Osa (l'Organizzazione degli Stati Americani), impegnandosi però a proteggere e migliorare la salute dei guatemaltechi abitanti nel Dipartimento di San Marcos oltre a promuovere investimenti in campo ambientale socialmente responsabili. In gioco sono le concessioni allo sfruttamento minerario che il governo guatemalteco ha totalmente consegnato nelle mani di Montana Exploradora, accusata più volte dalle comunità indigene di non voler riconoscere i danni, soprattutto a livello sanitario, causati alle popolazioni. "I diritti alla vita delle comunità non valgono niente per la multinazionale", hanno denunciato a più riprese gli indigeni durante la visita di Anaya. E' stato proprio l'intervento del portavoce delle Nazioni Unite a smuovere Colom, e così, pur non riconoscendo colpe dirette di Montana Exploradora nell'estrazione mineraria, il governo ha invitato coloro che hanno sofferto persecuzioni per il loro impegno a favore della chiusura di Marlin o hanno riscontrato danni per la loro salute a segnalarlo all'esecutivo affinché possano essere prese delle misure di tutela e sostegno. In pratica, una sorta di ammissione di colpevolezza in relazione al comportamento di Montana Exploradora, per quanto non ufficialmente dichiarata. Inoltre, il governo del Guatemala ha offerto la sua collaborazione alla Cidh, che effettuerà ulteriori sopralluoghi nell'area della miniera e in occasione della sua visita in Guatemala prevista durante il mese di luglio darà una valutazione finale sull'impatto di Marlin verso la popolazione circostante.
Infine, il governo si è impegnato a coinvolgere la popolazione sugli eventuali sviluppi della vicenda: un risultato da non disprezzare in un paese in cui l'impunità e la violazione dei diritti umani restano purtroppo una costante quotidiana.

 

Note: Articolo realizzato da David Lifodi per www.peacelink.it
Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte e l'autore.

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