Latina

Il Psuv porta 95 deputati in Parlamento

Elezioni parlamentari in Venezuela: tiene la maggioranza chavista

L’opposizione si conferma negli stati di Zulia e Táchira
27 settembre 2010
David Lifodi

 A scrutinio ultimato in Venezuela festeggiano tutti: l’opposizione, che rientra in Parlamento dopo il ritiro del 2005, ma soprattutto l’alleanza chavista, che pur non raggiungendo la maggioranza dei due terzi in Parlamento conferma ancora una volta la sua forza. Da sottolineare, ancora una volta, l’atteggiamento antipatizzante dei media, che hanno commentato l’esito delle elezioni attribuendo al Psuv (Partito Socialista Unito del Venezuela) una quasi sconfitta solo perché ha sfiorato, senza raggiungerli, i due terzi che avrebbero dato maggior forza al progetto bolivariano. In realtà l’esito di queste elezioni parlamentari ha molteplici motivi per farci affermare che le cose sono andate nel migliore dei modi. Si temeva un calo di voti per il blocco chavista, storicamente in difficoltà quando il presidente non si candida di persona, invece i 95 deputati conquistati dal Psuv segnano un risultato di tutto rispetto. Bisogna infatti considerare la defezione del Partido Patria Para Todos (Ppt), in precedenza alleato di Chávez prima di scegliere una strada autonoma che nei fatti l’ha punito: saranno solo due i suoi deputati che siederanno in Parlamento, nessuno conquistato nello stato di Lara. Paradossalmente può essere accolto con sollievo anche il risultato dell’opposizione, riunita sotto le insegne della Mesa de la Unidad Democratica (Mud): i 64 deputati che daranno battaglia a Chávez stanno a significare che le elezioni non erano truccate, come in molti hanno tentato di dimostrare più volte per alzare volutamente la tensione. La coalizione antichavista potrà misurarsi lealmente in Parlamento con i deputati del Psuv, cosa che avrebbe potuto fare anche negli ultimi 5 anni se non avesse deciso di boicottare le precedenti elezioni per dare la spallata alla maggioranza bolivariana e quindi autoescludendosi. Lo stesso leader del Mud Antonio Ledezma, pur identificando Chávez come il male assoluto, sembra discostarsi un po’ dalla fazione più radicale e impresentabile dell’opposizione che in più circostanze non si è fatta problemi a gettare nel caos il paese pur di buttare giù con ogni mezzo quello che una volta era il Movimento V Repubblica e adesso il Psuv. Il nuovo successo elettorale del chavismo si è dovuto misurare, una volta di più, con l’ostilità dei potenti media privati assai potenti in Venezuela: se la propaganda mediatica dell’opposizione, che ha goduto anche di finanziamenti internazionali (vedi alla voce Usaid), ha raggranellato soltanto 64 deputati, difficilmente elle presidenziali del 2012 (quando Chávez si candiderà in prima persona) potrà fare di meglio, sostengono i più ottimisti. Il 66% degli elettori che si è recato alle urne, secondo i dati diffusi dal Consejo Nacional Electoral (Cne), ha premiato l’opposizione negli stati di Zulia e Táchira (come da copione) e nell’Anzoátegui, ma ha perso nel Distrito Capital. Per Aram Aharonian, direttore di Telesur, la conferma del progetto bolivariano “rappresenta un forte ostacolo per i piani espansionisti di Washington”. Infine, dei 12 rappresentanti in lizza per il Parlamento Latinoamericano (Parlatino), ne sono stati  eletti cinque ciascuno per maggioranza e opposizione , mentre due seggi saranno assegnati su base regionale. 

Note: Articolo realizzato da David Lifodi per www.peacelink.it
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