Latina

La mobilitazione è promossa dal Servicio Internacional Cristiano de Solidaridad con los Pueblos de América Latina

El Salvador: un appello per chiudere la Escuela de las Américas

Adesso si chiama Western Hemisphere Institute for Sexurity Cooperation, ma gli scopi sono sempre gli stessi

19 novembre 2010
David Lifodi

La Escuela de las Américas ha da sempre rappresentato una delle principali fonti di tragedie per l'America Latina: spesso è stata il sinonimo di sparizioni, colpi di stato, dittature feroci.

Questa settimana, che va dal 16 al 21 Novembre, è stata scelta da migliaia di militanti sudamericani per la giustizia sociale per dar vita ad una serie di manifestazioni che ne chiedono l'immediata chiusura. L'appello più forte proviene da El Salvador, dove il Servicio Internacional Cristiano de Solidaridad con los Pueblos de América Latina (Sicsal) sta raccogliendo firme da presentare ai presidenti di Cile, Colombia e lo stesso El Salvador affinché decidano di non inviare mai più i propri eserciti a compiere il loro addestramento presso la Escuela de las Américas. Non è un caso che la mobilitazione più forte parta da El Salvador: il 16 Novembre 1989, durante una delle offensive più cruente e massicce coordinate e pianificate proprio dalla Escuela de las Américas nel piccolo paese centroamericano furono uccisi quattro sacerdoti gesuiti e una loro collaboratrice, Elba Ramos, insieme alla figlia quindicenne. Per il Sicsal è inconcepibile che ancora oggi, a distanza di quei fatti e in relazione a quello che è successo negli anni successivi, i militari di Colombia, Nicaragua, Panama, El Salvador, Messico, Costarica, Repubblica Dominicana, Perù, Honduras, Haiti, Ecuador, Guatemala e Cile vengano inviati alla Escuela de las Américas per l'addestramento. Solo per rimanere all'ultimo decennio, ricorda ancora il Sicsal, l'ex comandante dell'esercito Efraín Vásquez Velasco e il generale Ramírez Poveta, entrambi promossi a pieni voti alla Escuela de las Américas, furono tra i principali fautori del golpe che, nel 2002, tentò di rovesciare Chávez e destabilizzare il Venezuela. Sempre dalla Escuela de las Américas provengono il capo di stato maggiore Romeo Vásquez ed il comandante dell'aeronautica militare Luis Prince Suazo, implicati nel colpo di stato del giugno 2009 che ha imposto alla presidenza dell'Honduras Porfirio Lobo al posto di Zelaya al termine di una violenta repressione che continua ancora oggi. L'appello ai presidenti di Cile, Colombia ed El Salvador rischia però di non trovare ascolto. Quantomeno Piñera e Santos hanno una biografia ed un percorso politico che non lasciano illusioni. Soprattutto il presidente colombiano, se accettasse la richiesta del Sicsal, dovrebbe spiegare il motivo per cui nel 2008 il colonnello Álvaro Quijano e il maggiore Wilmer Mora, anche loro in stretti rapporti con la Escuela de las Américas tanto da esserne istruttori tra il 2003 ed il 2004, sono stati accusati di collaborare con il narcotraffico. Qualche probabilità in più di ricevere considerazione potrebbe provenire da Mauricio Funes, insediatosi alla presidenza di El Salvador come indipendente del Frente Farabundo Martì.

Ad oggi sono solo quattro i paesi che hanno scelto di ritirare le proprie truppe dall'addestramento alla Escuela de las Américas: si tratta di Argentina, Uruguay, Venezuela e Bolivia. Fondata nel 1946 con un motto quantomeno in contraddizione con il suo effettivo comportamento ("Paz, Libertad y Fraternidad"), la Escuela in realtà si è distinta per essere associata alla violazione dei diritti umani in tutto il continente, forse è proprio per questo che l'esercito statunitense ne ha sbandierato con grande clamore la chiusura. In realtà si è trattato di un semplice cambio di nome: negli stessi locali è sorta la Western Hemisphere Institute for Security Cooperation (Whinsec), dove sono stati pianificati i colpi di stato in Honduras e Venezuela e si prosegue quotidianamente ad impartire lezioni di tecniche militari agli eserciti sudamericani. Tradotto dal gergo militare significa che le principali operazioni di contrainsurgencia continuano ad essere studiate ed applicate proprio in Georgia, e la Colombia di Uribe prima e Santos poi è sempre stato uno dei paesi più fedeli alla linea della Escuela, ora Western Hemisphere Institute. Proprio per monitorare le attività della Escuela è sorto in America un osservatorio con il preciso compito di controllarne e denunciarne le pratiche più repressive.

Domenica 21 Novembre si terrà anche una veglia in Georgia, proprio di fronte alla Escuela de las Américas, dove saranno ricordate una per una tutte le vittime causate dai militari che vi hanno studiato e appreso le peggiori tecniche di guerra sporca: al nome di ogni scomparso i manifestanti risponderanno "presente". 

Note: Articolo realizzato da David Lifodi per www.peacelink.it
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