Latina

Cambiamento climatico

COP 16 (Cancún) con pochi risultati

Organizzazioni sociali centroamericane deluse e preoccupate per il futuro della regione
6 gennaio 2011
Giorgio Trucchi

Victor Campos - Centro Humboldt - Foto G. Trucchi

L'Osservatorio della Sostenibilità - Rete Latinoamericana (SUSWATCH-LA) ha presentato un bilancio dei risultati della XVI Conferenza delle Parti della Convenzione quadro dell'ONU sui cambiamenti climatici (UNFCCC), che si è svolta a Cancún, Messico, durante il mese di dicembre 2010.


Secondo Victor Campos, vicedirettore del Centro Humboldt, dopo il fallimento della COP 15 a Copenaghen le aspettative erano molto limitate. "Uno dei pochi risultati positivi è stato quello di avere recuperato il clima di fiducia per continuare a negoziare nel futuro. Si sono fatti alcuni passi in avanti su temi specifici, ma di poca importanza. Sui temi di grande importanza, come ad esempio la stabilizzazione delle concentrazioni di gas a effetto serra (GES) nell'atmosfera, a un livello che impedisca interferenze antropogeniche pericolose nel sistema climatico, non c'è invece stato nessun risultato", ha affermato Campos durante un'intervista con la Lista Informativa "Nicaragua y más".
 
Secondo l'esperto del Centro Humboldt, i paesi sviluppati continuano a non volere assumere impegni seri circa la riduzione delle proprie emissioni, allontanando così la prospettiva di una stabilizzazione del clima. "Il principio della 'responsabilità comune ma differenziata' non ha fatto breccia nella COP 16 e negli accordi presi si continua a non volere riconoscere la responsabilità storica dei grandi paesi che inquinano l'ambiente. Dovremo continuare a chiedere a paesi come Stati Uniti, Canada, Giappone e Russia, ma anche a paesi emergenti come la Cina, India e Brasile, di impegnarsi seriamente su questo tema.
 
Dovremo continuare a reclamare il riconoscimento di un debito climatico dei paesi industrializzati nei confronti dei paesi del Sud del mondo. Il Giappone, Canada e la Russia hanno addirittura proposto di abbandonare il Trattato di Kyoto, unico accordo giuridicamente vincolante che scadrà nel 2012. Questo è inaccettabile - ha denunciato l'esperto -, basti pensare che il Forum mondiale della Vulnerabilità ha presentato uno studio in cui si evidenzia che nel 2010 sono state almeno 350 mila le persone morte per l'impatto diretto del cambiamento climatico", ha spiegato Campos.
 
Per il vicedirettore del Centro Humboldt, quanto deciso a Cancún non garantirà in nessun modo che l'incremento medio della temperatura globale sia minore di 2 gradi centigradi. Secondo il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC), i paesi dovrebbero impegnarsi seriamente per ridurre le emissioni di un 40 per cento entro il 2020, prendendo come base le emissioni del 1990. Se così non fosse, l'incremento della temperatura globale potrebbe essere addirittura di 4 gradi, con conseguenze catastrofiche per i piccoli Stati insulari e i paesi meno sviluppati. Il Centroamerica è una delle zone maggiormente a rischio.
 
Per ciò che riguarda i finanziamenti, è stata mantenuta la proposta di Copenaghen di destinare 30 mila milioni di dollari per le azioni di adattamento al cambiamento climatico fino al 2012 e altri 100 mila milioni dal 2012 al 2020. "Il problema è che non è ancora stata identificata l'origine dei fondi e nemmeno i meccanismi di applicazione e le modalità. Si continua a parlare di cifre, ma non si definisce chi li darà, chi li gestirà e in che modo", ha spiegato Campos alla Lista Informativa.
 
I meccanismi per la "Riduzione delle emissioni da deforestazione e degrado" (REDD e REDD Plus) sono stati un altro tema di acceso dibattito. Fortemente voluti dai paesi industrializzati e dagli organismi finanziari internazionali - che sarebbero chiamati a gestire enormi quantità di denaro - e decisamente avversati dalle organizzazioni sociali, popolari e indigene, i meccanismi REDD hanno registrato alcuni passi in avanti. "Ci sono stati dei progressi sulla definizione di un quadro teorico concettuale, ma non sono stati definiti i meccanismi per la loro implementazione. Nonostante ciò, in vari paesi si stanno già implementando azioni rivolte a questo tema, senza per altro discutere se e come verranno coinvolte le popolazioni indigene e soprattutto, che tipo di effetto negativo potrà esserci su di esse".
 
Victor Campos ha infine evidenziato lo scarso peso che ha avuto il Centroamerica a Cancún. "C'è una grossa debolezza e forti divisioni tra i paesi centroamericani e questo influenza negativamente la partecipazione a questi eventi come un solo blocco, con una sola proposta. Come società civile ci aspettavamo una presenza più forte e decisa, soprattutto all'interno del Gruppo di Adattamento ai Cambiamenti Climatici. Per i paesi centroamericani il tema dell'adattamento ai cambiamenti climatici è fondamentale e vitale".
 
La prossima Conferenza delle Parti si realizzerà a Durban, Sudafrica, negli ultimi mesi del 2011.

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