Cuba: Un milione di firme per i Cinque
Un milione di firme dall'Europa per sollecitare la liberazione dei Cinque: lo chiede il Comité Español por la Libertad de los Cinco, che ha lanciato l'iniziativa allo scopo di smuovere il presidente degli Stati Uniti Obama e invitarlo a rivedere la posizione sul caso dei cubani detenuti ormai da oltre dodici anni con l'accusa di terrorismo.
La proposta del comitato iberico arriva in un momento di grande mobilitazione anche a livello latinoamericano. Negli ultimi giorni di febbraio si sono moltiplicate le iniziative di sensibilizzazione e solidarietà con i Cinque, vittime di un giudizio politico per il solo fatto di aver denunciato la pianificazione di attentati a Cuba in suolo statunitense. Organizzazioni politiche, sindacati, movimenti sociali e istituzioni sono stati coinvolti in questa campagna che, tra i punti principali, denuncia il trattamento umiliante a cui sono sottoposti i familiari dei cinque detenuti. Alle mogli di René Gonzalez e Gerardo Hernandez, due dei cinque cubani, viene sistematicamente negata l'autorizzazione a visitare i propri mariti in prigione, per questo il prossimo 8 Marzo, la festa della donna, sarà rivolto un nuovo invito al presidente Obama affinché conceda alle donne il diritto di visitare i loro sposi attualmente reclusi. Visti umanitari, quindi, per le mogli Olga Salanueva e Adriana Perez, ma anche visti multipli per gli altri familiari, è la proposta che il gruppo argentino Carta Abierta ha rivolto al governo degli Stati Uniti. Sempre Carta Abierta, un'associazione che riunisce intellettuali, personalità del mondo della cultura, del cinema, delle scienze, dell'arte e del giornalismo, si occupa di organizzare incontri informativi sulla situazione attuale di Antonio Guerrero, Fernando Gonzalez, Ramón Labañino, René Gonzalez e Gerardo Hernandez. In una di queste conferenze è stato reso pubblico il ruolo dei cubano-americani di Miami nell'operazione Condor e nell'appoggio alle dittature del Cono Sur del continente. Le operazioni destabilizzanti nei confronti di Cuba e dei Cinque continuano tuttora. L'avvocato di Luis Posada Carriles, Arturo Hernández, avrebbe cercato di spingere i giudici per condizionare il processo nei confronti di uno dei Cinque (Gerardo Hernandez) secondo la testimonianza di José Pertierra, anche lui avvocato e rappresentante dello stato venezuelano per l'estradizione dello stesso Carriles a Caracas. Si parla di non meglio precisate "formas de asistencia" offerte ai giudici della pratica Gerardo Hernandez, come testimoniato da uno scritto degli stessi fiscales datato 14 Febbraio 2011. Luis Posada Carriles, solo per citare i casi più noti, è stato il mandante dell'esplosione causata al velivolo della Cubana de Aviación nel 1976, ha ricoperto un ruolo di primo piano nell'uccisione di Orlando Letelier, ex ministro degli esteri di Allende, ucciso a Washington nello stesso anno su commissione della polizia politica pinochettista e la Fondazione Cubano-Americana di Miami. Per non farsi mancare niente ha progettato anche la serie di attentati che nel 1997 hanno colpito complessi turistici a Cuba allo scopo di danneggiare il flusso di visitatori sull'isola e in quell'occasione morì l'italiano Fabio Di Celmo. Nonostante tutto questo, l'avvocato difensore di Posada Carriles ha deciso di compiere questa mossa nei confronti di Gerardo Hernandez, forse pensando di sviare l'attenzione, ma la solidarietà nei confronti dei Cinque non si è arrestata. Lo scorso 19 Febbraio in Honduras è stato organizzato il primo Taller Nacional sul caso dei cubani in cui si è deciso di preparare un evento più in grande in vista del 12 settembre 2011, quando sarà celebrata la giornata mondiale di solidarietà con i Cinque. Il Comitato Peruviano di appoggio ai Cinque ha invece chiesto al segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon di interessarsi del caso e farsi portavoce dell'istanza di liberazione, oltre a chiedere la fine dell'embargo nei confronti di Cuba.
Dal giorno del loro arresto i Cinque vivono in un regime di carcere duro che prevede l'isolamento e sono costretti a subire la continua violazione delle più elementari norme dei diritti umani.
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