I caza-migrantes: I nuovi eroi della patria
Tesi di laurea magistrale di Miriam Campiotti - 28 aprile 2011
Ed è proprio su questo filone anti-immigrati, sfruttando la fobia divampata subito dopo l’11 settembre, che l’anno successivo il crollo delle Torri Gemelle sono nati i primi gruppi di vigilantes presenti, specialmente, nel Sud Ovest statunitense come per esempio “American Border Patrol”, “Arizona Guard”, “ Ranch Rescue” e “Civil Homeland Defense” solo per fare alcuni nomi.
Nell’aprile del 2005 in particolare, in Arizona, è stato lanciato l’ormai celebre “Minuteman project” che ha arruolato migliaia di comuni cittadini americani che si occupano principalmente di pattugliare il confine con il Messico a caccia di immigrati clandestini. Questi ultimi vengono anche chiamati infatti “caza-migrantes” così come li ha definiti l’allora presidente messicano Vicente Fox.
L’intento, stando alle loro dichiarazioni, sarebbe semplicemente quello di sostenere la Border Patrol nel suo lavoro, aiutando quindi nell’individuazione di clandestini.
La caratteristica che li rende definibili gruppi paramilitari, è che vanno sempre in giro armati e usano apparecchiature ipertecnologiche. Tutto ciò grazie ai consistenti fondi che ricevono annualmente da enti e privati che insieme ad alcuni politici, in particolare repubblicani, lodano e sostengono tali iniziative.
Il Minuteman Project
“Minuteman” , originariamente, è un nome dato ai membri della milizia delle Colonie Americane, che dovevano essere pronti per la battaglia contro gli inglesi per l’indipendenza con un preavviso di un solo minuto. Il termine minutemen è stato applicato successivamente anche a diverse altre unità militari statunitensi, per richiamare il successo e il patriottismo dei minutemen originali.
I vigilantes della frontiera si identificano profondamente con i combattenti che si sono battuti fino all’ultimo per l’indipendenza del proprio paese perché anch’essi in un certo senso si sentono investiti di una carica importante che li rappresenta come salvatori della patria dediti a salvaguardare la propria sovranità personale e a preservare la sicurezza interna da minacce esterne.
Questo gruppo rispetto ad altri, oltre ad arruolare un maggior numero di cittadini, e quindi ad acquisire fondi consistenti per il proprio progetto, si è organizzato come una vera e propria squadra militare.
Oltre ad essere muniti di tutte le attrezzature necessarie per il pattugliamento tra cui anche armi, hanno le loro zone di appostamento, luoghi di riunione, divisa di riconoscimento e un proprio sito(www.minutemanproject.com ).
Quest’ultimo è particolarmente interessante per la struttura stessa, i simboli che propone e i significati che vi sono celati dietro.
Subito, a partire dalla home page, troviamo una serie di immagini emblema che ci permettono di capire lo spirito di questo gruppo.
La prima immagine è la bandiera americana con in primo piano la figura di un animale simbolo della terra americana e cioè l’aquila. Questo uccello però è famoso anche per le sue risapute abilità da cacciatore: l’occhio dell’aquila è quello che subito capta la sua preda e con grande capacità e sveltezza la cattura.
Immediatamente sotto, un’altra immagine rappresentativa dell’identità nazionale americana: il famigerato “Zio Sem” che esattamente come avvenne per la e seconda guerra mondiale con il suo dito puntato verso il pubblico e la scritta “I want you” ha lo scopo di invitare gli utenti “to join the group” e quindi di reclutare volontari.
Possiamo inoltre notare ancora la raffigurazione di un volontario della milizia durante la guerra di indipendenza americana che sventola la bandiera in segno di vittoria. Nel riquadro vi sono poi anche due scritte una che invita a registrarsi al sito e l’altra più emblematica: “To have and to hold” che ben rivela l’idea nazionalista di possesso e difesa della terra.
Vi è anche un’immagine che rappresenta l’episodio del Boston tea party, l’atto di protesta da parte dei coloni americani diretta contro il governo britannico nel 1776, in relazione alle recenti leggi sulla tassazione, con la quale vennero distrutte molte ceste di tè. Questo ci indica bene quanto l’azione dei minuteman sia in effetti anche una presa di pozione contro un governo ritenuto incapace di fare il proprio dovere di garante dei diritti dei suoi cittadini.
Una delle cause della formazione di questi gruppi di vigilantes infatti, a parere degli stessi membri, è la necessità di colmare le lacune delle leggi sull’immigrazione e agire in maniera concreta laddove il governo non è in grado di salvaguardare la sicurezza dello stato e dei cittadini:
We've written letters, sent faxes and e-mails, made countless calls and held town hall meetings about what is not just a public safety issue but a national security concern". Ha affermato Chris Simcox, il leader dei Minuteman Civil Defense Corps, e ancora: "But we're done waiting for you to do the job of securing our borders”."While you're making up your mind about what to do, we're going to continue our Minuteman vigils; we intend to defend our property and our country.
Andando avanti con la nostra analisi del sito, cliccando sulla casella “About Us” troviamo un testo abbastanza inusuale per questa sezione. Di solito, infatti, ci si aspetta di trovare una descrizione del gruppo, della sua mission o degli obbiettivi prefissati dal progetto ed invece in questo caso ci troviamo di fronte praticamente al curriculum vitae del fondatore del gruppo e cioè Jim Gilchrist:
Jim Gilchrist founded the multi-ethnic Minuteman Project on Oct. 1, 2004, after years of frustrated efforts trying to get a neglectful U.S. government to simply enforce existing immigration laws. Jim holds a B.A. in newspaper journalism, a B.S. in business administration, and an M.B.A. in taxation. He is a former newspaper reporter and a retired California CPA (Certified Public Accountant). Jim is a veteran of the U.S. Marine Corps and recipient of the Purple Heart award for wounds sustained while serving with an infantry unit in Vietnam, 1968 - 1969. Mr. Gilchrist is a passionate defender of the First Amendment of the U.S. Constitution and an avid supporter of law enforcement organizations. He has appeared on over 3,500 radio and TV news and commentary shows in shows in the past twelve months, and he believes he is only one of millions of 21st century minutemen / women / children who want the U.S. to remain governed by the "rule of law" and who want proactive enforcement of our national security protections and our immigration legal code. Jim has lived in California since 1976 and currently resides in Aliso Viejo with his wife, Sandy.
Questo ci sta chiaramente ad indicare come il gruppo si identifichi in un semplice cittadino americano che ormai è un vero e proprio leader e nel quale si riconosce una parte della popolazione americana; un vero e proprio eroe nazionale tanto che gli è stato anche dedicato un video come tributo per la sua valorosa missione (http://www.youtube.com/watch?v=0ZWRsnnUtrA&feature=player_embedded ). Comesottofondo al video in più, si può ascoltare la canzone “God bless the U.S.”, durante la proiezione della quale, sotto l’immagine di Gilchrist, si può leggere “God bless Jim Gilchrist”.
Jim Gilchrist, quindi, viene identificato con l’America stessa, esempio di cittadino modello che combatte per il bene della sua patria e a cui tutti gli altri dovrebbero ispirarsi.
In una sua foto nel sito possiamo ammirarlo nella sua uniforme speciale con tutte le attrezzature necessarie per una vera e propria caccia all’immigrato, alle sue spalle possiamo notare una parte del testo della Costituzione americana che ha come sfondo il deserto dove si visualizzano anche in lontananza tre probabili immigrati illegali.
Si può inoltre trovare un approfondimento consistente della vita e delle opere di Gilchrist nella sezione del sito “The Minuteman Reconsidered” cliccando semplicemente sull’immagine sottostante.
Se si clicca invece sulla sezione per registrarsi nel gruppo allora si può visualizzare un testo con le caratteristiche di quest’ultimo e la descrizione del progetto:
Since 1770 the Minutemen have stood stoic and unflinching, securing our freedom and protecting our liberty. This great tradition of unsung American heroes must continue. The call is put forth to those of courage and a heart set on the preservation of true American values. The Minutemen and women are those brave souls who forged our beloved nation into a legacy of honor.
Minutemen and women possess the courage and determination to fulfill the principles of self governance established by our nation's Founding Fathers more than two centuries ago.
WE THE PEOPLE, also known as the Minutemen, are dedicated to preserving American heritage for future generations. We shall abide by the rule of law and devote our efforts to ensuring domestic tranquility, as guaranteed by the Constitution of the United States, will remain a paramount.
A Minuteman is a self-starter, unbiased, except against evil and political corruption that constantly tests our nation's stature as a nation governed by the rule of law.
The tasks of a Minuteman are many fold. Some will speak before their city councils. Some will assemble and protest on street corners or anywhere the message of the Minutemen can be heard. Others will write letters, make telephone calls, write books and magazine articles, appear in radio, TV, or print media interviews, or simply send fax blasts to our representatives in state and federal government. Still others will use their organizational talents to form monthly patriotic meetings to discuss and plan what is best for their community. There will be those that will develop Minuteman vigils on our borders and in our neighborhoods. How can you serve your community?
The answer is found in your heart. Whatever you choose to do, do it with all your might!Each Minuteman carries the full weight of our founding father’s blessings in our ongoing endeavor to preserve America’s life, liberty and domestic tranquility.
È palesemente visibile il forte richiamo all’unità nazionale incitata, appunto, al fine di “preserve American’s life, liberty and domestic tranquillity”.
C’è, inoltre, un chiaro riferimento anche alla costituzione americana che inizia appunto con le parole riportate anche nel testo sopracitato “We the people” e che ritroviamo tra l’altro nell’immagine sullo sfondo della fotografia del signor Gilchrist.
Altra cosa molto interessante è la sezione “Online Store” nella quale si posso acquistare online diversi tipi di prodotti tra i quali spiccano delle monete disegnate e coniate appositamente da Gilchrist come simbolo dell’avvio del Minuteman project.
All’interno della prima moneta possiamo notare un volontario della milizia minuteman con alle spalle la bandiera americana che ricorda appunto la guerra d’indipendenza, nella seconda, invece, si possono visualizzare due volontari del Minuteman Project i quali con dei binocoli sembrano avvistare un elicottero che spara dei colpi contro una folla di persone che ingrandendo l’immagine sembrano avere le mani alzate come inermi davanti al proprio nemico. Ad ogni modo non essendoci una descrizione delle monete sul sito, non abbiamo gli strumenti per interpretare bene l’immagine dato che tra l’altro non è nitida.
La frase che però fa da corona alla raffigurazione e cioè “The power of change through the power of peace - Minuteman Project - 2005” potrebbe rimandarci ad un possibile significato racchiuso all’interno dell’immagine. Quest’ultima potrebbe, infatti, far pensare ad un attentato terroristico contro l’America rispetto al quale gli americani sono le vittime innocenti ma finalmente riscattabili attraverso l’aiuto dei nuovi salvatori della patria: i minutemen che però, al contrario dei terroristi, agiscono attraverso il potere della pace.
Ecco spuntare fuori il binomio immigrato-terrorista che diventa emblema della nuova era post 11 settembre.
Di fianco alla figura delle monete ad ogni modo, nel sito, troviamo un piccolo slogan promozionale che dice:
This exceptional, specially minted coin is designed for display on your mantel or display case. Show this collectable to your friends and neighbors and pass it down to your heirs. Preserve the message of the Minutemen for your childre.
Quello che più colpisce sono le ultime frasi, le quali sottolineano l’importanza di lasciare in eredità il messaggio che i minutemen portano avanti con tanto coraggio alle generazioni future, perché questi possano far tesoro di un’esperienza che, in qualche modo, li ispiri nella loro vita.
In un’altra sezione, che si apre cliccando su un immagine che vede raffigurate le due bandiere, quella messicana e quella statunitense, insieme si apre contemporaneamente tutta una pagina con articoli, documenti e materiale di vario genere che proverebbe la minaccia che gli immigrati messicani rappresentano per gli Stati Uniti.
La frase che contorna il riquadro, “They only come here to work?”, è assolutamente indicativa del contenuto di tutta la pagina web.
Il titolodellapagina è: “Serious Crimes of Illegal Aliens, This Is Only A Sampling: Illegal, but Not Undocumented: Identity Theft, Document Fraud, and Illegal Employment”.
Negli articoli che scorrono in quest’ultima, infatti, si parla non di immigrazione illegale ma di crimine, non di immigrati illegali ma di criminali, terroristi e fraudolenti. È facile quindi successivamente dedurne l’identificazione messicano = terrorista-usurpatore, ecc, ecc.
In un video girato in occasione di una manifestazione organizzata dai minuteman c’è addirittura uno dei volontari che, convinto, afferma che il governo messicano e i messicani siano i colpevoli degli attentati dell’11 settembre.
Ad ogni modo, verso la fine della pagina web, viene fatto un elenco di crimini e abusi commessi da immigrati messicani illegali.
Tra i commenti sottostanti inseriti da diversi utenti ce n’è uno che si rifà perfettamente allo spirito del sito e della sezione che or ora abbiamo analizzato:
Cindy Leidy (March 14/2010): get out of our country so we can have it back for us we have to live to and feed our babies! thanks
Prima dei commenti tra l’altro, si può trovare una parte riguardante i bilanci che starebbero ad indicare tutti i soldi che lo stato spende a causa dell’immigrazione illegale: “YOUR TAX DOLLARS AT WORK. YOUR TAX DOLLARS USED FOR ILLEGAL ACTIVITY/ALIENS!”.
Qui di seguito elenco solo alcuni di questi punti:
- $11 Billion to $22 billion is spent on welfare to illegal aliens each year by state governments.
Verify at: http://tinyurl.com/zob77 - $2.2 Billion dollars a year is spent on food assistance programs such as food stamps, WIC, and free school lunches for illegal aliens.
Verify at: http://www.cis.org/articles/2004/fiscalexec.html - $2.5 Billion dollars a year is spent on Medicaid for illegal aliens. Verify at: http://www.cis.org/articles/2004/fiscalexec.html
- $12 Billion dollars a year is spent on primary and secondary school education for children here illegally and they cannot speak a word of English!
Verify at http://transcripts.cnn.com/TRANSCRIPTS/ ... ldt.0.html - $17 Billion dollars a year is spent for education for the American-born children of illegal aliens, known as anchor babies.
Peccato, che come anche affermato da Marco d’Eramo, su Il Manifesto, gli Stati Uniti sono l’unico paese dove gli immigrati illegali pagano le tasse!
Gli immigrati illegali sono percepiti, come si può ben vedere, come un pericolo alla sicurezza interna, come degli invasori di proprietà che in qualche modo vanno quindi fermati.
Questi volontari divengono perciò, nell’immaginario collettivo americano, dei veri e propri salvatori della patria. Tanto che, per esempio, molti dei cittadini americani residenti negli stati di frontiera ringraziano questi gruppi “for doing what our government won’t- close the border to illegal aliens”.
Uno degli esempi che meglio descrivono quell’ideologia razzista che sta alla base del difficile e contraddittorio rapporto tra Messico e USA è inoltre, la diffusione telematica di un video gioco che si chiama “Border Patrol”e che rappresenta una tipica scena di “caccia” e cattura di immigrati clandestini. All’interno del gioco, quando il giocatore spara all’immigrato per guadagnare i suoi punti, esplodono spruzzi di sangue su tutto lo schermo. Le figure che nel gioco rappresentano gli immigrati sono spesso anche donne incinte e bambini che corrono nel deserto cercando di schivare i colpi dei loro persecutori.
Molte delle reazioni di gruppi razzisti e xenofobi si sono scatenate anche in conseguenza alle manifestazioni e marce organizzate dagli immigrati e dai sostenitori di politiche in difesa delle libertà e diritti umani di questi ultimi, che, in particolare dal 2006, hanno iniziato a far sentire la propria voce in maniera più incisiva.
Per citare uno dei tanti esempi, il 9 aprile 2006, il giorno prima di una marcia organizzata da immigrati messicani a Tucson ( Arizona), la formazione “Arizona group Border Guardians” si è riunita e ha bruciato la bandiera messicana davanti al consolato messicano affermando “Any time they take to the streets, we’ll burn a Mexican flag”.
Anche Jorge Bustamante è stato minacciato più volte anche attraverso lettere anonime nelle quali viene chiamato “dirty Mexican”. Una delle frasi più ricorrenti e sconcertanti ritrovate in queste lettere e che vengono riportate anche dal giornale californiano The San Francisco Chronicle è The only good Mexican is a dead Mexican.
Il Minuteman project comunque, è quello che ha dato l’avvio alla formazione di tanti altri gruppi paramilitari che vigilano la frontiera e che si sono organizzati per conto proprio in stati e zone diverse.
Questi ultimi, partendo da una base di fedelissimi del sottobosco nazionalista e xenofobo della white supremacy, hanno coinvolto anche le fasce più moderate della popolazione americana, usando a proprio favore il terrore scatenato dagli attentati.
Tali organizzazioni di vigilantes sono determinate a fermare “l’invasione di immigrati clandestini” che, secondo loro, è deliberatamente incoraggiata dal governo messicano e paragonata dal leader dei Ranch Rescue, Jack Foote, alle “invasioni barbariche su Roma”.
Nel corso dei primi pattugliamenti i vigilantes hanno intercettato, catturato e consegnato alla Border Patrol centinaia di immigrati clandestini. La cosa che più preoccupa, in particolare le associazioni per la difesa dei diritti dei migranti e il governo messicano, è che i volontari vengono incoraggiati a svolgere armati le ronde. Addirittura Chris Simcox fondatore del gruppo Civil Homeland Defense ha dichiarato di portare la pistola anche sotto la doccia, ed incitato anche altri a farlo.
Dal 2002, parallelamente al dispiegamento di queste forze di volontari, è accresciuta anche la violenza e si è susseguito a ridosso del confine una serie di brutali esecuzioni nel confronti di immigrati clandestini, legati e poi uccisi con colpi a bruciapelo.
Nonostante ciò, cresce sempre di più il consenso attorno a tali iniziative, il che ha permesso ai leader dei gruppi paramilitari di rendere sempre più sofisticate le loro operazioni, grazie anche alle ingenti donazioni private che possono essere effettuate anche via web.
Per mezzo di queste ultime, per esempio, l’American Border Patrol di Glenn Spencer ( che riceve finanziamenti per 600.00 dollari l’anno) ha lanciato una nuova iniziativa che consiste in un sistema di telecamere hi-tech con sensori a infrarossi e termici per la visione notturna per meglio poter avvistare a miglia di distanza i clandestini. Il tutto inoltre, viene trasmesso sul web e tenuto d’occhio dai volontari che così, da qualunque parte si trovino, possono comodamente diventare dei veri e propri vigilantes virtuali.
Secondo un’inchiesta che ha portato alla creazione del Tercer Reporte del Gobierno de México sobre las actividades de “vigilantismo”sono stati individuati diversi di questi gruppi, ognuno dei quali implementa il proprio programma secondo lo stato in cui si trova.
Per esempio, in Arizona, volontari del progetto Minuteman il 13 maggio del 2005 hanno iniziato La operación sorpresa de mayo (Operation May Surprise) che ha portato ad alcuni atti discriminatori e violatori dei diritti umani degli immigrati. In particolare viene citato il caso del signor Patrick Haab, volontario minuteman, che di sua iniziativa detuvo a un grupo de connacionales que cruzaban de manera indocumentada la frontera entre México y el estado de Arizona.
In questo caso però il governo messicano è intervenuto. Infatti:
La Cancillería ha seguido de manera constante el desarrollo del caso y ha prestado ayuda legal y consular a los connacionales afectados. El 11 de mayo, el Departamento de Inmigración y Ciudadanía de Estados Unidos entregó al Consulado General de México en Phoenix la custodia de seis de los connacionales (el séptimo fue procesado como traficante de personas), después del pago de una fianza de $5,000 dólares estadounidenses por cada uno de ellos. La SRE, en coordinación con un grupo de abogados consultores y los consulados de México involucrados, está apoyando a los connacionales para regularizar su situación migratoria en tanto concluye el proceso legal.
In California, invece, si rileva la presenza del gruppo Amigosde la Patrulla Fronteriza e di Border Watch. In Texas, insieme ad altre organizzazioni, troviamo Americans for Zero Population Growth. In Utah Utah Minuteman Project ed ancora, in New Mexico, New Mexico Minuteman, in Nevada, infine, l’organizzazione anti immigrati ha lanciato il programma United to Fight against illegal immigration e così via.
La cosa che, tra le tante, lascia più perplessi è l’immagine di quella ragazzina che sorregge il cartello con su scritto “Keep our nation sovereign”, come ad indicare una sorta di passaggio generazionale di intolleranza, chiusura e discriminazione.
Ritornando ai gruppi, anche definiti di caza migrantes bisogna aggiungere che, ormai, si sono talmente specializzati nella da aver implementato via web tutto un sistema, con appositi archivi, dove qualsiasi persona può, in una sezione ad hoc, denunciare la presenza di immigrati illegali su suolo americano o datori di lavoro americani che assumono illegali.
Due in particolare sono quelli più emblematici e cioè, NoInvaders.org (Take action to stop the illegal invasion of America) e reportillegals.com (Your on-line illegal alinen and illegal alien employer reporting service center). Quest’ultimo offre il suo servizio come si trattasse di un prodotto qualsiasi fast food, tanto che in alto alla home c’è scritto:
All’interno del sito si possono trovare vari format per denunciare violazioni, abusi, attività illegali, usurpazioni o semplicemente lasciare la propria testimonianza- pensiero sulla situazione.
In reportillegals.com c’è inoltre una parte che incita gli utenti ad osteggiare con tutti gli strumenti immaginabili una possibile amnistia che il governo avrebbe pensato di concedere agli immigrati illegali che risiedono negli Stati Uniti; addirittura si dà la colpa del collasso finanziario negli stati americani all’immigrazione illegale.
Anti-enforcement immigration activists are gearing up for AMNESTY and more foreign workers. Lack of jobs for Americans and the staggering costs of the illegal invasion has brought USA to the brink of collapse. YOU are desperately needed to save our country. Please join:
www.numbersusa.com A GREAT group
www.fairus.org The oldest and biggest
www.alipac.us A new and aggressive group
www.illegalaliens.us/stateorganizations Join a state group
Nell’altro sito invece ciò che colpisce sono una serie di schede, tipo elenco dei pregiudicati della polizia, dove sono immessi i dati degli immigrati illegali che si vogliono denunciare a volte anche con foto annesse.
Successivamente possiamo trovare alcuni commenti e/o articoli tra i quali alcuni che parlano di Reconquista, come afferma anche lo scrittore Jon E. Dougherty che sostiene che gli Stati Uniti stanno, gradualmente, per essere inglobati dal Messico, il quale starebbe a sua volta pianificando una riconquista in segreto. In questo senso i messicani vengono temuti come dei veri e propri invasori e vendicatori che complottano per riappropriarsi di quella terra che una volta, tra l’altro, apparteneva loro:
This is Mexico...we are taking over!
Many people in southern California have heard this same call by protestors who rally in the streets and are known to assault counter-protestors who peacefully demonstrate against the invasion. Many illegal alien activists openly admit it is their dream to carry out the reconquista of land sold by Mexico to the U.S. and re-annex the land back to Mexico. Surveys consistently show 70% of Mexican citizens believe the U.S. stole the Mexican Cession illegally, when in fact the U.S. bought the land for $18 million after the Mexican-American War. Before World War II, it was customary for the winning nation of a war to demand war reparations, but the U.S. never made such a demand; many historians consider the U.S. purchase to be generous in the context of the 1840's. Local teachers complain that illegal alien parents demand they learn and speak Spanish to their children, and create other forms of animosity by refusing to learn English and coerce government to accept Spanish as a second official language. Illegals have become brazen in making demands for services ordinary American citizens don't receive, such as a substantial reduction in college tuition. Critics often blame our nation's generosity and over-acceptance of all foreigners as being the root of the evil, elicited by the old adage "give'm an inch, they take a mile...”.
Oppure, sono percepiti come assassini di Border Patrol, criminali organizzati in clan e gang o spacciatori di droga che corrompono l’America pura e giusta. Anche a questo riguardo si posso trovare nei due siti vari testi e commenti.
The New Standard, ad esempio, riporta altre dichiarazioni ed interviste rilasciate dai minuteman che lasciano alquanto sconcertati e che ben ci istruiscono sulla percezione riguardante i messicani, l’immigrazione illegale e la frontiera con il Messico.
La maggioranza di essi afferma che il governo americano premia gli “aliens” discriminando invece gli onesti lavoratori e i cittadini americani che vengono così privati di tutti quei benefici che invece sarebbero indirizzati in primo luogo agli immigrati:
(…) whenever an undocumented immigrant receives a job or even medical treatment, Minutemen seem to truly believe a US citizen, somewhere else, is simultaneously being stripped of the same benefit.
Uno dei volontari rivolgendosi al governo ha detto: Kick Me -- I’m a Citizen.
Da altri commenti emerge invece come il popolo latino americano sia percepito da questi gruppi come una minaccia per gli Stati Uniti:
A Minuteman named Gabriel, who is from Freeport, Long Island, decided to volunteer because he said that hundreds of immigrants gathered on street corners looking for work, which in his opinion made the area feel like a slum while driving down wages of citizen construction workers. He has been a union carpenter for many years, but believes he now has less work since contractors are more likely to hire immigrants at well below the prevailing wage.
Another volunteer, Bob, a hefty revolver strapped to his belt, lamented that his son, a former Marine who had fought in the first war against Iraq, could not get a job as a police officer because he speaks no Spanish. "He’s 6 feet 4 inches, 240 pounds," Bob said, "but no one will hire him because they say he has to be bilingual. Since when do you have to be bilingual in our country?"
Another participant, Jim, was also upset about the presence of large numbers of undocumented immigrants in his state of Nebraska and has become an activist working with support from a national organization called FAIR, the Federation for American Immigration Reform, which has been spearheading anti-immigrant legislation around the country. With FAIR providing legal counsel and the funds to gather thousands of signatures, Jim hopes to introduce a statewide initiative to target companies that hire undocumented workers, rendering them legally liable for engaging in "unfair trade practices" and subject to steep fines. Jim outlined a three-prong solution to what he called "the immigration problem": cut off demand through tough penalties for employers that hire undocumented immigrants, cut off supply by increasing border security, and then conduct sweeps throughout the country for the people that are already here in violation of their immigration status.
Il piano del signor Jim non prende in considerazione però quella che molti studiosi ed esperti della frontiera vedono invece come unica soluzione a lungo termine all’immigrazione illegale dall’America Latina e cioè creare dei posti di lavoro con salari che permettano una vita dignitosa nel paese di origine di queste persone.
Qui è il punto: questa gente emigra semplicemente per poter sopravvivere, perché ci è costretta non perché vuole e certamente non per usurpare altri di qualcosa che comunque, in ogni caso gli viene negata.
Gli immigrati “latinos” già da tempo, ad ogni modo, rappresentato il capro espiatorio di una lunga tradizione che potremmo chiamare pensiero nativista o “nativism” che di certo non è una novità negli Stati Uniti. Questo tipo di movimento fa parte di un’ideologia nazionalista razzista che da sempre in qualche modo demonizza gli immigrati.
I minuteman e gli altri organismi di vigilantes ripropongono rimodernizzandolo questo pensiero e accusando anche il governo statunitense di conformarsi al volere del Messico:
"America First!" "No Benefits for Illegals!" "Stop the Illegal Invasion!" "Close Al-Qeada Hiking Trails!" "Illegal Aliens, Stop Destroying My Desert!" Most participants saved their harshest criticism for Bush, who had recently labeled them "vigilantes." Many Minutemen posited the belief that Bush is actually under the control of Mexican President Vicente Fox.
Forse hanno completamente dimenticato di essere anche loro, in primo luogo, immigrati in una terra di immigrati.
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