Guatemala: un corridoio interoceanico per Goldcorp e investitori stranieri
Il Guatemala è uno dei paesi più poveri del Centroamerica, buona parte della popolazione fatica ad arrivare al termine della giornata potendosi permettere almeno un pasto completo, la denutrizione infantile rappresenta un problema endemico e la disoccupazione è a livelli record. Eppure l'Asociación Poder Para Todos (Ppt), costituita da un gruppo di industriali con il pallino delle grandi opere, intende trasformare il Guatemala in un paese leader nel campo del commercio e della logistica mondiale. Per il paese sarà un'occasione di sviluppo, con la possibilità di rianimare un'economia al collasso e creare nuove opportunità e posti di lavoro, oppure si tratterà del solito trucco per servire su un piatto d'argento la possibilità alle imprese specializzate in grandi opere di rapinare le ricchezze del territorio guatemalteco?
Quelli dell'Asociación Poder Para Todos sono ambiziosi: il loro intento sarebbe quello di costruire un corridoio interoceanico in grado di collegare l'Oceano Atlantico al Pacifico. Sono allo studio della Ppt un'autostrada a quattro corsie parallela ad una nuova linea per il trasporto ferroviario, un oleodotto ed un gasdotto. Ipsnoticias, tra i pochissimi mezzi di comunicazione alternativa ad aver parlato di questo mastodontico progetto, rivela che si tratterà di un tracciato lungo 372 chilometri e largo cento. "Un affare conveniente", non si stanca mai di ripeterlo Rokael Cardona, presidente dell'Asociación Poder Para Todos, poiché in Guatemala la distanza tra Pacifico e Atlantico è relativamente breve rispetto ai 7000 chilometri che separano le sponde dei due oceani in Canada e ai 5000 degli Stati Uniti. Il mega-progetto attraverserà diciassette municipi di cinque dipartimenti del Guatemala: Zacapa, Izabal, Jutiapa, Chiquimula e Jalapa. Quello che però Cardona non dice riguarda i primi passi di questo progetto, su cui non tutta la popolazione si è mostrata favorevole. Il collettivo ambientalista Madreselva segnala che ancora non è stata resa nota una valutazione d'impatto ambientale e sostiene che si tratta di una serie di costruzioni artificiali che saranno imposte agli abitanti dei municipi coinvolti. Del resto, non è un mistero che il tracciato del corredor interoceánico sia stato modificato più volte, l'ultima in seguito ai fatti del 12 Ottobre 2010, quando gli abitanti di Jocotán protestarono con forza fino ad incendiare la sede del proprio municipio pur di impedire il passaggio del corridoio dal loro territorio. L'estrazione mineraria e la costruzione di nuove centrali idroelettriche sarebbero il vero obiettivo di questa operazione, mentre il destinatario principale dei proventi risponde all'indirizzo della solita multinazionale canadese Goldcorp, non nuova ad operazioni di questo genere. Gli attivisti di Madreselva aggiungono: "Il corridoio interoceanico servirà agli investitori stranieri, ma i benefici reali per le comunità saranno minimi". In realtà al corredor interoceánico si lavora fin dal 1998 e ostacolarlo non sarà facile. Fin da allora l'idea di trasformare il Guatemala in un paese all'avanguardia per il trasporto delle merci alternativo all'ormai saturo Canale di Panama ha sempre attratto molto non solo gli investitori guatemaltechi, ma tutta l'imprenditoria centro e sudamericana. L'Oficina de Enlace y Negocios para America Latina (Odepal) sottolinea l'importanza del patto stretto nell'agosto 2009 con i 46 sindaci dei municipi interessati dalla grande opera allo scopo di promuovere congiuntamente il corredor interoceánico. Le risorse economiche generate dal progetto saranno utilizzate in campo sanitario, ma anche per la sicurezza alimentare, l'ambiente ed il lavoro. Si parla di 350mila nuovi posti di lavoro entro il 2020, mentre 25mila possibilità di impiego saranno subito possibili con l'inizio dei lavori. Secondo le intenzioni dell'Asociación Poder Para Todos i tempi sono stretti, per cui già a luglio si terrà l'asta per attribuire l'appalto dei lavori. I costi del megaprogetto sono da brivido: investimenti per circa 12 milioni di dollari più la costruzione di due nuovi porti. Odepal ha fatto le cose in grande, tanto da proporre un'alleanza strategica con il porto di Barcellona e consentire l'ingresso nella propria impresa ad azionisti di mezzo mondo, dal Giappone all'Inghilterra, passando per Spagna, Cile, El Salvador e, ovviamente, Guatemala. Le scarse informazioni sul progetto finora hanno impedito un'ampia mobilitazione della società guatemalteca che, in parte, vede di buon occhio il progetto. Alcuni interventi registrati dalle radio comunitarie presenti nei territori che saranno beneficiati (o danneggiati?) dal progetto, considerano il corridoio interoceanico come un'opera da cui trarranno benefici.
Indipendentemente dall'esito che prenderanno i lavori desta comunque perplessità l'idea di trasformare il Guatemala in un centro logistico per lo scambio ed il trasporto delle merci, ma l'ineffabile presidente di Odepal Guillermo Catalán è pronto a giurare che investitori di tutto il mondo hanno già gli occhi puntati sul paese centroamericano, e ciò non può non far pensare al fatto che i reali scopi del progetto siano quelli orientati all'esclusivo saccheggio delle risorse.
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