Un passo storico per la giustizia in Messico
Amnesty International accoglie con soddisfazione la risoluzione della Suprema Corte di Giustizia Nazionale (SCJNI) del Messico di sottrarre alla giurisdizione militare i casi di violazione dei diritti umani commessi dalle forze armate.
Questa risoluzione rappresenta un passo storico negli sforzi per limitare la competenza della giurisdizione militare e garantire alle vittime di violazioni il diritto alla giustizia e ad un reale risarcimento. Viene inoltre stabilito un importante precedente in merito all’obbligatorietà della piena attuazione delle sentenze della Corte interamericana dei diritti dell’uomo (CIDH) e dei trattati internazionali sui diritti umani.
Amnesty International richiede alle autorità messicane, come la Procura Generale della Repubblica, di rispettare la risoluzione e avviare tutte le necessarie indagini sulle denunce di violazioni dei diritti umani commesse – in passato e attualmente – dalle forze armate.
Amnesty ha documentato diversi casi di sparizione forzata negli ultimi mesi, senza che le autorità militari o civili abbiano avviato indagini per accertare i fatti.
Fino ad oggi, il Ministero della Difesa Nazionale, il Ministero della Marina e il Ministero degli Interni si sono detti disponibili ad accettare parzialmente la decisione della Suprema Corte di Giustizia Nazionale. Amnesty International si augura che riconoscano a pieno il carattere obbligatorio di questa risoluzione, dando anche un segnale positivo per dimostrare l’impegno da parte delle forze armate ad accettare di essere sottoposte a controlli civili e a rendere conto alla società del loro operato.
Amnesty International ritiene inoltre che la decisione della Suprema Corte apra il cammino per la riforma del codice penale militare da parte del potere esecutivo e legislativo, in ottemperanza a questa risoluzione e alle sentenze della Corte interamericana dei diritti dell’uomo.
Il progetto di riforma attualmente presentato dal Governo non attua a pieno le sentenze, dal momento che si limita ad escludere dalla giurisdizione militare solamente la sparizione forzata, la tortura e la violenza sessuale e lascia comunque in carico alla procura della giustizia militare le indagini preliminari per determinare il reato. Amnesty International chiede che questo progetto di legge sia modificato escludendo dalla giurisdizione militare le indagini e i processi per ogni presunta violazione dei diritti umani a danno di civili compiuta da membri delle forze armate.
La risoluzione della Suprema Corte, inoltre, amplia l’obbligo per tutti i giudici in Messico di verificare che le loro sentenze siano conformi ai trattati internazionali sui diritti umani. Questa risoluzione, basata sulla recente incorporazione nella Costituzione messicana dei trattati internazionali sui diritti dell’uomo, apre la strada a una giustizia molto più efficace nella difesa dei diritti di tutta la popolazione.
Amnesty International considera questa risoluzione un’opportunità fondamentale per le istituzioni messicane, a tutti e tre i livelli dello Stato, per cominciare ad agire nel presupposto imprescindibile di rispettare, proteggere e garantire i diritti umani.
La Procura generale della Repubblica deve compiere con la massima urgenza il suo dovere ed avviare e portare a termine le indagini sulle denunce di violazioni a carico delle forze armate, e le altre istituzioni devono riconoscere questa nuova giurisdizione come un passo fondamentale per garantire giustizia e mettere fine all’impunità.
Contesto generale
Nel 2009, la Corte interamericana ha emesso la prima delle quattro sentenze contro il Messico per gravi violazioni dei diritti umani commesse da membri dell’esercito. La prima sentenza sulla sparizione forzata di Rodendo Radilla nel 1974, ordina la riforma del codice penale militare per escludere dalla competenza delle corti militari tutti i casi di violazioni dei diritti umani commesse contro civili. La risoluzione della Suprema Corte di questa settimana deriva da dibattiti interni alla Corte sulla portata della sentenza e sull’obbligatorietà per lo Stato messicano di applicarla.
Le forze armate messicane hanno ampliato le proprie funzioni per la pubblica sicurezza nell’ambito della lotta contro la criminalità organizzata degli ultimi anni
Dal dicembre 2006 c’è stato un allarmante aumento nelle denunce di gravi violazioni dei diritti umani da parte delle forze armate, rimaste impunite. Ci sono state oltre 6.000 denunce alla Commissione Nazionale per i Diritti dell’Uomo. Le indagini e i processi per questi casi sono stati condotti dalle corti militari, in modo non imparziale, né indipendente o trasparente. Le forze armate hanno più volte sostenuto che la maggior parte delle denunce sono infondate e provengono da esponenti della criminalità con l’intento di infangare l’esercito. Tuttavia non sono mai state presentate prove di denunce false, mentre Amnesty International ha documentato una serie di gravi violazioni ai diritti umani per le quali non sono state condotte indagini accurate, lasciando le vittime e i loro familiari senza giustizia.
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