Cile: studenti in piazza per un’istruzione pubblica, gratuita e di qualità
Non siamo nel 1973, ma nell’Agosto 2011, eppure per le strade di Santiago del Cile tornano i carabineros, insieme all’utilizzo dei lacrimogeni e degli idranti. Il loro compito è quello di disperdere le proteste degli studenti, protrattesi da quasi due mesi nella capitale e in tutto il paese.
Il movimento studentesco cileno, organizzato nell’Asamblea Coordinadora de Estudiantes Secundarios (Aces – si tratta degli studenti delle scuole superiori) e nella Confederación de Estudiantes Chilenos, composta dagli universitari, è tornato in piazza per chiedere un’istruzione pubblica, gratuita e di qualità. Lo ha fatto consegnando un dettagliato documento al ministro dell’Istruzione Felipe Bulnes, in cui gli studenti delineavano un vero e proprio progetto di reforma educacional. Il governo ha preso tempo, infine ha risposto con un piano di 21 punti che però ha lasciato fortemente insoddisfatto il mondo della scuola e dell’università, non solo gli studenti, ma anche i professori, che sono scesi insieme in piazza. Le proteste studentesche in Cile vanno avanti almeno dal 2006, quando l’allora appena insediata presidenta Michelle Bachelet dovette fronteggiare un’imponente mobilitazione contro la
Un risultato, però, gli studenti lo hanno già raggiunto: il presidente Piñera (proveniente dalla destra pinochettista) è scivolato al 26% di consensi, la percentuale più bassa da quando è stato eletto, mentre gli abitanti del centro di Santiago del Cile (ma anche di altre città del paese) hanno dato vita a dei partecipati cacerolazos di protesta in solidarietà con il movimento studentesco.
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