Perù: sospesa l'estrazione mineraria a Cajamarca
La mobilitazione delle scorse settimane nella regione peruviana di Cajamarca, nel nord del paese, contro una miniera a cielo aperto per l'estrazione di oro e rame, un primo risultato l'ha ottenuto, quello di far vacillare, a pochi mesi dall'insediamento (avvenuto in Luglio), il governo di Hollanta Humala. A seguito alla violenta quanto ingiustificata repressione poliziesca nei confronti della popolazione che chiedeva a gran voce di bloccare il processo di estrazione mineraria, è seguito un rimpasto di governo che ha cambiato buona parte dei ministri, ma, fatto negativo, ha convinto Humala a nominare come nuovo Presidente del Consiglio Oscár Váldez, ex militare con un curriculum caratterizzato da una serie di violazioni dei diritti umani quantomeno preoccupanti.
Tutto è cominciato nell'ultima settimana di Novembre nella città di Cajamarca, capitale dell'omonima regione, quando uno sciopero a tempo indefinito ha bloccato per giorni la città. Il Frente de Defensa Ambiental de Cajamarca, coordinamento nato per denunciare gli effetti nocivi del progetto minerario, denominato Minas Conga, sostiene che la miniera non danneggerà solo l'ambiente, ma avrà ripercussioni negative sulla popolazione locale, dedita principalmente alla piccola agricoltura e all'allevamento del bestiame. Inoltre, il Frente ritiene alto il rischio inquinamento per i fiumi che scorrono sul territorio della regione, e dà un ultimatum di due settimane al governo di Lima affinché il progetto venga ritirato. Minas Conga è fortemente voluto dalla multinazionale statunitense Newmont e dalla peruviana Buenaventura: entrambe sono padroni, sempre in Cajamarca, della miniera Yanacocha. Si occupa del caso anche l'Observatorio de Conflictos Mineros de América Latina (Ocmal), che riconosce il diritto alla resistenza delle comunità indigene e contadine e ritiene poco affidabili le analisi in merito alla valutazione d'impatto ambientale: è forte il rischio che spariscano alcune lagune adagiate sulle sorgenti da cui l'acqua nasce. Come spesso avviene in questo caso, la preoccupazione maggiore riguarda la sopravvivenza delle comunità locali, certe che sarà impossibile una convivenza tra estrazione mineraria a cielo aperto e sviluppo sostenibile. Gli allarmi su una catastrofe ambientale e sulla distruzione di un ecosistema ricco di biodiversità non sono percepite del governo centrale, che non rispetta nemmeno i diritti civili, sociali e umani dei suoi stessi cittadini. Il 5 dicembre arrivano in forze le truppe speciali inviate da Lima, compresi tre aerei carichi di militari, per sedare la protesta. Gli scontri sono inevitabili e dodici manifestanti restano feriti per colpi di arma da fuoco. Il governo di Hollanta Humala non trova niente di meglio che decretare lo stato d'assedio per 60 giorni in tutta la regione di Cajamarca, con la restrizione automatica di diritti costituzionali normalmente garantiti, quali la libertà di riunione, la possibilità di manifestare e l'inviolabilità del domicilio privato. Al tempo stesso il governo Humala decide di sospendere il progetto, che prevedeva l'estrazione di oro e rame a partire dal 2015, ma la popolazione insiste per la sua cancellazione totale, e, in effetti, ne ha ben donde. Newmont è presente da anni in Perù, e difficilmente si farà soffiare una commessa così vantaggiosa. Dopo alcuni giorni lo stato d'assedio viene sospeso e le comunità locali riprendono un dialogo con il governo che si annuncia, però, irto di ostacoli e trabocchetti. Di certo non aiuta ad abbassare la tensione la nomina a nuovo Presidente del Consiglio di Oscár Váldez, finora ministro dell'Interno. Proprio in questa veste Váldez è già stato raggiunto da una denuncia per la repressione avvenuta lo scorso 22 Settembre contro una dimostrazione pacifica della popolazione a Tacna, nella provincia di Candrave, all'estremo sud del paese. Anche in quella circostanza la gente era scesa in piazza per protestare contro un progetto di estrazione mineraria e intendeva partecipare ad un incontro pubblico convocato dalla multinazionale Southern Perù, il cui direttore riveste un ruolo di primissimo piano presso il Ministero dell'Energia e delle Miniere. Váldez ordinò alla polizia di intervenire e la manifestazione si concluse con i militari che spararono sulla folla per evitare che l'udienza di Southern Perù, prevista all'interno di uno stadio, finisse per essere contestata. La repressione della polizia si concluse con 26 feriti, oltre cento persone in stato di fermo e con pallottole e lacrimogeni sparati anche verso donne e anziani. Sembra, inoltre, che Hollanta Humala abbia un legame molto stretto con Oscár Váldez, e che l'attuale Presidente del Consiglio sia stato allievo dello stessi Humala presso la scuola militare, secondo quanto riferisce il portale di notizie indigene Servindi. Alla rinuncia di Salomón Lerner, precedente Presidente del Consiglio travolto dai fatti di Cajamarca, è seguita quella di numerosi ministri, per cui Hollanta Humala ha cambiato ben undici uomini rispetto al suo governo originario.
Il progetto Conga resta per il momento congelato, ma preoccupa la volontà di Humala di insistere sulla strada dell'estrazione mineraria.
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