Argentina: parte l'Altra Campagna per i diritti e la democrazia
La Otra Campaña è un'opera collettiva di alcuni tra i migliori scrittori argentini, persone legate al mondo della cultura, dell'associazionismo e della militanza sociale che hanno deciso di ripercorrere la storia del proprio paese dalle terribili giornate del 19 e 20 Dicembre 2001, quando il default finanziario, unito ad una profonda crisi politica, mise in ginocchio il paese.
A dieci anni da quella sollevazione, passata alla storia come l'Argentinazo per via di una mobilitazione popolare senza precedenti, gli autori de La Otra Campaña, titolo tratto dalla celebre campagna zapatista in Chiapas, ragionano sul futuro che attende l'Argentina, non a caso il sottotitolo del libro è: "El país que queremos, el país que soñamos". Per certi aspetti La Otra Campaña rappresenta una sorta di agenda politica non istituzionale, intende essere uno spazio aperto, disposto ad accettare proposte e programmi alternativi nel segno del caminar preguntando proveniente dal levantamiento zapatista. Al progetto ha lavorato principalmente Adolfo Pérez Esquivel, già premio Nobel per la Pace nel 1980, scrittore conosciuto in tutto il mondo e che, negli ultimi tempi, si è impegnato anima e corpo per scongiurare l'estrazione mineraria a cielo aperto, una pratica ormai diffusa anche in Argentina. Altri contributi di primo piano sono giunti da Alberto Sava, esponente del Frente de Artistas del Borda, un collettivo teatrale sorto negli anni '80 per aprire un dibattito sulla salute mentale all'interno dell' ospedale psichiatrico di Buenos Aires "T. Borda", da cui trasmette Radio La Colifata, un'esperienza radiofonica sorta sulla scia del pensiero basagliano per abbattere le mura dei manicomi. E ancora hanno partecipato a questo lavoro artisti, sindacalisti, sociologi e le Madres de La Plaza de Mayo, sotto il coordinamento della Cooperativa de Trabajo Lavaca, una cooperativa editoriale autogestita attiva nel campo della controinformazione. La Otra Campaña ospita anche il contributo postumo di Darío Santillan, piquetero ucciso il 26 Giugno 2002 nel "masacre del Puente Pueyrredon", meglio conosciuto come la strage di Avellaneda, quando la polizia argentina, la famigerata bonaerense, attaccò una manifestazione di disoccupati uccidendo due leaders del movimento, Maximiliano Kosteki e, appunto, Darío Santillan. Quel 26 giugno 2002 i movimenti dei disoccupati (tra i più attivi quelli di Lanus e Anibal Veròn) protestavano per le strade di Avellaneda e bloccarono il ponte Pueyrredon con i picchetti e i tradizionali cortes de ruta chiedendo l'aumento dei contributi dei piani sociali nazionali, la libertà per i prigionieri politici e l'impegno del governo a rifiutare il pagamento del debito al Fondo Monetario. Il governo dell'allora presidente Duhalde decise di utilizzare il pugno di ferro per reprimere la manifestazione e, con metodi degni della dittatura militare, dette il via libera all'assalto della polizia contro i piqueteros in cui furono uccisi Kosteki e Santillan. E' proprio dall'esperienza del movimento piquetero, attivo soprattutto nella prima metà degli anni 2000, che La Otra Campaña vuol trasformarsi da semplice esperienza editoriale-culturale a movimento attivo. La crisi argentina del 2001, manifestatasi con gli assalti ai simboli del consumismo e del potere finanziario (principalmente banche e supermercati), aveva anticipato il periodo di grande depressione economica che, negli ultimi anni due anni, ha condotto Islanda e Grecia sull'orlo del fallimento e sta mettendo in ginocchio Portogallo, Spagna, Irlanda e Italia. L'Altra Campagna argentina intende riprendere la mobilitazione indignata del vecchio continente e degli Stati Uniti, ma la declina a suo modo. E allora si chiede lo stop alla monocoltura della soia, imposta dalle grandi multinazionali, al pari delle fumigazioni, con la conseguente perdita della sovranità territoriale. Inoltre, La Otra vuol aggregare le persone sulla critica ad un modello economico che precarizza il lavoro, abbatte i diritti sindacali e non rispetta i diritti dei popoli indigeni, vedi l'apertura indiscriminata alla costruzione di dighe e miniere senza alcuna previa consultazione delle popolazioni locali. Redistribuzione della ricchezza, agricoltura sostenibile, sovranità alimentare e pratiche politiche comunitarie sulla base della democrazia partecipativa sono solo alcune delle numerose proposte emerse dai gruppi di lavoro e dalle organizzazioni sociali che hanno aderito all'Altra Campagna. Se è vero che il paese si è ripreso dalla crisi economica del 2001 e da tempo non paga più l'odioso debito ai grandi organismi internazionali (Fondo Monetario e Banca Mondiale), è altrettanto innegabile che la struttura di sviluppo capitalista del paese è rimasta intatta. Il modello neoliberale non è stato scalfito e, anche sotto i governi Kirchner (Néstor prima e Cristina adesso), la giustizia sociale continua a rimanere un miraggio. Atilio Borón, sociologo, analista politico e firma di spicco di www.rebelion.org, spiega: "In Argentina la polarizzazione economica è progressivamente cresciuta, e il 10% più ricco della popolazione guadagna 27 volte di più rispetto al 10% più povero". Preoccupa anche la recente approvazione, da parte del Congresso, della Ley Antiterrorista, che di fatto finisce per criminalizzare una protesta sociale crescente. Povertà, mancanza d'istruzione, un'emergenza abitativa che rischia di trasformarsi in vera e propria esplosione sociale rappresentano fattori che potrebbero scatenare nuove puebladas, le insurrezioni violente, popolari e operaie, che si sono susseguite nel corso degli anni in Argentina.
A breve potrebbe essere la volta del tarifazo, dovuto alla protesta contro l'aumento delle tariffe per quanto riguarda gas, acqua, energia, ed il contemporaneo taglio dei sussidi finora concessi alle fasce sociali più in difficoltà, ma in ogni caso, l'obiettivo de La Otra, una forma di zapatismo urbano, sta nel non delegare le lotte ed impegnarsi nella difesa delle conquiste sociali: l'Argentina indignata è pronta ad affrontare il 2012.
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