Latina

Brasile: intervista a Stedile

"SE LULA NON FARÀ LA RIFORME, PERDERA¹ LA FACCIA"
Stedile spera che il presidente mantenga la promessa di insediare 410 mila
famiglie.
9 marzo 2004
Roldão Arruda
Fonte: Oesatdo de SDao Paulo

Il principale leader del Movimento dei Lavoratori Senza Terra (MST),
l¹economista João Pedro Stedile, persiste nella speranza che il presidente
Luis Inácio Lula da Silva mantenga la promessa, esposta nel Piano Nazionale
di Riforma Agraria, di insediare 410 mila famiglie fino alla fine del suo
mandato. Non soltanto per i suoi impegni storici con la causa, ma anche
perché perderebbe la faccia se non lo facesse.
Nell¹intervista che segue, Stedile critica la politica economica del
Ministro del Tesoro, Antonio Palloci che, secondo lui, serve soltanto ad
arricchire di più i banchieri e afferma che le cose cambieranno solo con la
mobilitazione popolare.

-Estado - Febbraio sta finendo e fino ad ora il governo non ha definito da
dove verranno le risorse per l¹esecuzione del Piano Nazionale di Riforma
Agraria, annunciato l¹anno scorso. Lei pensa che il governo raggiungerà gli
obiettivi proposti?
- João Pedro Stédile ­ Il governo ha un impegno storico non soltanto con il
MST, ma anche con la società brasiliana, sulla necessità di fare la riforma
agraria. Se il governo Lula non avrà la capacità di fare questa riforma, che
è la più semplice delle riforme capitalistiche, per distribuire il reddito,
perderà la faccia. Crediamo che manterrà questo impegno e che è nostro
alleato, a fianco di tutta la società, per sconfiggere il latifondo. È
impossibile costruire una società democratica e giusta mentre esistono
latifondi con 10, 50 mila ettari, alcuni di essi con lavoro schiavo. Dei 350
milioni di ettari coltivabili esistenti nel paese, ne coltiviamo solo 50
milioni. Circa 30 milioni sono gestititi dal ³gruppo² di Roberto Rodrigues,
dell¹agrobusiness, e altri 20 milioni dalla piccola proprietà, che
rifornisce il mercato interno. Il resto è un immenso latifondo speculativo,
oppure zootecnia intensiva, che vanno osteggiati.

- Estado - Qualche giorno fa Lei ha partecipato a un incontro di
rappresentanti di movimenti sociali, dove si è giunti alla conclusione
dell¹impossibilità per il governo di raggiungere i suoi obiettivi nell¹area
sociale con l¹attuale politica economica.
- Stedile. I movimenti sociali, dalle pastorali sociali al movimento
sindacale, considerano che l¹attuale politica sia limitata ai parametri di
mantenimento degli interessi e dei vantaggi del capitale finanziario. Non
abbiamo inflazione, abbiamo stabilità macroeconomica, ma non riusciamo a
trovare una soluzione per i problemi sociali. A che serve la stabilità se i
problemi del popolo aumentano?

- Estado: Che cosa propongono i movimenti?
- Stedile ­ Sosteniamo un progetto di sviluppo capace di superare il
riso-e-fagioli di Palocci, che continua a fare le stesse cose che hanno
fatto le èlite in venti anni, pagando interessi e controllando l¹inflazione.
I banchieri si arricchiscono, le industrie falliscono e la gente non ha
lavoro. È necessaria una politica di investimenti che dia priorità
all¹industria del consumo di massa, adottando misure di distribuzione di
reddito, valorizzando i salari, in modo che la popolazione abbia lavoro e
reddito, formando così un ampio mercato interno di consumo.

- Estado ­ Il Presidente Lula pensa in modo diverso. Ha detto che è
possibile combattere la disoccupazione con aggiustamenti in questa politica
economica.
- Stedile ­ Il consenso di tutti i movimenti sociali è sulla necessità di un
cambiamento. Il vice-presidente e vari ministri la pensano come noi. Credo
che il presidente debba riflettere. Uno dei problemi che affronta, è che lo
Stato non è preparato ad eseguire le riforme. È uno stato contro le riforme.
Ho visto con ottimismo il fatto che il ministro José Dirceu, potrebbe
occuparsi dell¹Incra e della Funai e fare una riforma amministrativa. Essa è
urgente.

- Estado ­ Se ci fossero dei cambiamenti, da dove dovrebbero iniziare?
- Stedile ­ Potrebbero iniziare dal controllo del tasso di interesse, per
rimanere allo stesso livello di quello americano. Già che copiano tanto gli
Stati Uniti, potrebbero copiare il livello di tassi di interesse. In secondo
luogo, il superavit primario del Bilancio non dovrebbe essere applicato nel
pagamento di interessi del debito interno, che può essere pagato con nuovi
titoli. Tutti questi soldi dovrebbero andare rigorosamente agli investimenti
produttivi, in fabbriche che generano lavoro e salari e che producono per il
mercato interno. Dall¹altro canto, le risorse pubbliche dovrebbero essere
concentrate in aree che migliorino le condizioni di vita della popolazione e
attivino l¹economia, come la riforma agraria e l¹agricoltura famigliare,
l¹educazione e la sanità.

- Estado ­ Come vede il coinvolgimento del nome di Dirceu nello scandalo
Waldomiro Diniz?
- Stedile ­ In primo luogo, sostengo che tutte le cose scorrette, praticate
da questo governo o da quelli precedenti, devono essere indagate e punite.
Secondo, credo che ci sia stato un super-sfruttamento giornalistico. La
cosiddetta grande stampa ha cercato di colpire il ministro e mantenere il
governo Lula sotto pressione. Questo rivela il grado di manipolazione a cui
la concentrazione del potere dei mezzi di comunicazione può arrivare. Terzo,
il governo ha agito bene nel chiudere le case di gioco di Bingo. Avrebbe
dovuto farlo prima, come ha fatto il governatore Requião, dello stato del
Paraná.

- Estado ­ Lei non crede che sia diventato più difficile difendere la
bandiera della riforma agraria davanti al successo che riscuote
l¹agrobusiness?
- Stedile ­ Tra le alternative che abbiamo, nella ricerca di una politica di
piena occupazione, che è necessaria e urgente, la riforma agraria è quella
più importante, la più rapida e quella che raggiunge la popolazione più
povera e sprovveduta. Il cosiddetto settore dell¹agrobusiness, che si dedica
all¹esportazione, sta aumentando la produzione di soia, arancia e canna da
zucchero. Ma si tratta di una rendita concentrata. Aumenta soltanto la
ricchezza di quelli che già sono ricchi. Non aumenta l¹occupazione. Né il
consumo di macchine. Negli anni 70, quando il credito rurale era meno
costoso e più democratico, i contadini compravano trattori e il Brasile
vendeva circa 75 mila unità all¹anno. Passati trent¹anni, con tutta questa
propaganda dell¹ agrobusiness, l¹industria in questi anni ha venduto 40 mila
unità. È questo il modello che volete?

- Estado ­ Non pensa che lo stringere rapporti da parte del governo con il
PMDB, dove si concentra un numero significativo di rappresentanti dei
ruralisti, indebolisce la bandiera della riforma agraria?
- Stedile ­ La reazione dei latifondisti contro la riforma è una posizione
di classe, non di partito. Abbiamo politici di differenti partiti che
difendono la riforma perché conoscono la sua importanza. Abbiamo persino
dirigenti di multinazionali che credono a questo. Ho trovato brillante una
recente intervista del direttore generale della Pirelli, pubblicata sulla
rivista ³Carta Capital², quando fece una difesa della riforma agraria.

- Estado ­ Lei ha elogiato con certa frequenza il presidente del BNDES.
Perché?
- Stedile ­ Ho letto le dichiarazioni di Carlos Lessa e sento che anche lui
ci tiene ai cambiamenti nella politica economica. L¹ho visto sostenere,
davanti al presidente della Banca Centrale, che il Brasile non crescerà e
non si svilupperà finché manterrà i tassi di interessi reali al di sopra del
5% all¹anno.

- Estado ­ Il presidente del BNDES non è l¹unico. In differenti settori del
governo ci sono voci discordanti su temi cruciali. Non tutti i ministri sono
d¹accordo, ad esempio, con la riforma agraria secondo il modello sostenuto
dal MST.
- Stedile. Nelle ultime elezioni, la popolazione ha votato per cambiamenti,
contro il neoliberismo. Il governo non ha una composizione unitaria.
Abbiamo ministri neoliberali, ministri che pensano solo a riforme
parziali, e ministri impegnati in un progetto popolare. Ma questo non è il
punto più importante. In fondo, la disputa interna riflette una controversia
che esiste nella società. Il problema reale è la definizione di un progetto
per il paese. Il governo da solo non ha forze per provocare una inflessione
e impiantare un nuovo progetto.

-Estado ­ Sembra che anche i movimenti sociali non hanno le forze, in questo
momento, per imporre cambiamenti nella politica economica.
- Stedile. Ha ragione. Abbiamo tutte le condizioni obiettive per mobilitare
il popolo, perché i problemi sono aumentati. Ad ogni annuncio di posti di
lavoro compaiono migliaia di persone in file interminabili. Ad ogni
acquazzone muore della gente, per mancanza di condizioni degne di abitazioni
e perché il servizio pubblico è stato rottamato. Intanto, i movimenti di
massa vivono un periodo di discesa, che si prolunga dal 1989. Il nostro
compito è di fare un lavoro permanente di pedagogia delle masse, stimolare
il popolo perché prenda coscienza, si mobiliti, dibatta su un nuovo progetto
per la società e combatta. Senza mobilitazione popolare non ci saranno
cambiamenti.

- Estado ­ Questo significa che state cercando di accumulare forze?
- Stedile ­ Non è il momento di piantare la lattuga. È quello di piantare
alberi. Un giorno cominceranno a dare i frutti.

()

Note: traduzione di Nicia a cura del MST Italia

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