Latina

Nuove proposte per uno sviluppo ferroviario sostenibile

Argentina: il Tren para Todos contro l’alta velocità

Il Tren Bala collegherà sole principali città del paese
14 marzo 2012
David Lifodi

 Il 2011 è stato un anno terribile per il trasporto ferroviario argentino: quattro incidenti gravi nel giro di dodici mesi caratterizzati da morti e feriti. Il 2012 si è aperto sotto i peggiori auspici: il 23 Febbraio almeno 50 morti e quasi 700 feriti rappresentano il bilancio del disastro ferroviario alla stazione Once di Buenos Aires, quando un treno urbano non è riuscito a frenare al momento dell’ingresso in stazione finendo per deragliare ed investire le persone in attesa sulla banchina.

L’Argentina non è nuova a queste sciagure, ma negli ultimi tempi ha ripreso voce il dibattito sull’opportunità di costruire un treno ad alta velocità, il cosiddetto Tren Bala, che collegherebbe in poche ore le principali città del paese. Poco più di un mese prima del disastro del 23 Febbraio, la presidenta Cristina Fernández Kirchner ha firmato il decreto che assegna i lavori per la costruzione del Tren Bala alla multinazionale francese Alstom, la stessa che in Brasile è indagata per sospetti di tangenti in cui sono coinvolti alcuni dirigenti della Companhia Paulista de Trens Metropolitanos (di San Paolo), ma è riuscita ad aggiudicarsi l’opera del treno veloce che collegherà ventidue quartieri di Fortaleza (stato del Ceará) in vista della prossima Coppa del Mondo di calcio in programma per il 2014.  In contrapposizione al Tren Bala, in Argentina è sorto un progetto alternativo a cui, almeno dal 2008, stanno lavorando assemblee di quartiere, movimenti studenteschi, sindacati dei ferrovieri ed il Proyecto Sur del cineasta Pino Solanas, un raggruppamento che si colloca a metà tra la politica partitica e le esperienze di lotta nelle strade e nei barrios: si chiama Tren Para Todos, ed ha formulato negli anni numerose proposte per un trasporto su rotaia sostenibile ecologicamente ed economicamente. Il Plan Larkin, varato nel 1959 sotto l’ambiguo presidente Arturo Frondizi (in seguito all’imposizione della Banca Mondiale) ed il cui periodo di governo passa sotto il nome di desarrollismo, aveva in realtà contribuito a distruggere l’intera rete ferroviaria nazionale. Il piano, che porta il nome del generale Thomas Larkin, aveva l’intento dichiarato di risanare il deficit economico in cui versavano le ferrovie argentine, ma per farlo furono licenziati migliaia di lavori del settore e la rete ferroviaria risultò più che dimezzata. Da allora il trasporto su rotaia argentino è andato progressivamente deteriorandosi, mentre le privatizzazioni operate a livello ferroviario e tranviario hanno contribuito a peggiorare la situazione. E’ per ragionare e proporre soluzioni a questa costante crisi  che è sorto il progetto del Tren para Todos. Se il Tren Bala può vantare l’evidente vantaggio di tutte le linee ad alta velocità, cioè quello di collegare a tempo di record i principali centri economici del paese ad una media di 250-300 chilometri all’ora, è altrettanto vero che soltanto quattro città usufruiranno di questo servizio lungo la linea Mar del Plata, Buenos Aires, Rosario e Córdoba. Il resto del paese sarà tagliato fuori: centinaia di migliaia di persone non saranno in grado di raggiungere facilmente i maggiori poli di sviluppo dell’Argentina. Inoltre, il Tren Bala percorrerà non più di mille chilometri di rete ferroviaria per trasportare esclusivamente passeggeri (e non merci) a prezzi decisamente proibitivi: il biglietto per ogni viaggio si aggira tra i 300 ed i 400 pesos, una cifra difficilmente spendibile, almeno che i viaggiatori non appartengano alla classe medio-alta, per cui non è fuori luogo sostenere che il progetto dell’alta velocità argentina sia fortemente elitario ed antidemocratico. Al contrario, il progetto del Tren para Todos sarebbe popolare, ecologico, ma anche economico: utilizzerebbe le tecnologie nazionali, si avvarrebbe del sostegno del Mercosur, offrirebbe all’industria ferroviaria nazionale la possibilità di rinnovarsi tramite l’assemblaggio di nuove carrozze di marca argentina generando nuovi posti di lavoro. Il costo del Tren Bala si aggira, approssimativamente, sui 14 milioni di dollari, indebiterà il paese per almeno 30 anni, non servirà a dare impulso all’economia nazionale, poiché la sua manutenzione sarà completamente gestita dalla francese Alstom. Nel libro intitolato “La República que perdió el tren”, Jorge Contestí, ex ferroviere di Rosario per anni impegnato anche presso l’impresa Ferroviaria Oriental de Bolivia, definisce il Tren Bala un treno per privilegiati, ma racconta anche la storia dello smantellamento delle ferrovie argentine, giunte al collasso definitivo sotto i colpi delle riforme neoliberali condotte durante gli anni del menemismo. Il Tren para Todos dovrebbe puntare, secondo le tesi proposte da Contestí, sul recupero delle cinque principali tratte ferroviarie del paese, adesso in condizioni critiche, dedicate non solo al trasporto dei passeggeri, ma anche delle merci: in questo potrebbero riprendere vigore le malandate economie regionali e, soprattutto, terminerebbe l’isolamento della popolazione che vive nelle zone interne del paese, da cui sono stati costretti ad emigrare per cercare fortuna nelle grandi città. Il ritorno nei luoghi di origine di molti emigranti favorirebbe una rinascita dell’economia locale, permetterebbe a molte zone del paese di rivitalizzarsi e, al tempo, stesso, servirebbe per decongestionare la rete autostradale argentina, anch’essa caratterizzata da frequenti incidenti. Nel 2007 fu raggiunto il record di morti, circa ottomila più migliaia di feriti, dovuti al collasso del sistema autostradale ed al contemporaneo sfaldamento del sistema ferroviario.

La rifondazione del trasporto su rotaia argentino passa dal progetto del Tren para Todos, ma l’alta velocità (o voracità?) avanza inesorabile e conta sull’appoggio degli alti vertici dello stato.

 

 

 

 

 

Note: Articolo realizzato da David Lifodi per www.peacelink.it
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