Latina

Messico: una delegazione molisana in Chiapas

Resoconto degli incontri avuti con comunita' indigene e zapatiste
9 marzo 2004
delegazione molisana in Chiapas

Oggi (3 marzo), primo giorno di incontri a San Cristobal de las Casas, nella
mattinata cé´stato l'incontro presso il CIDECI (CENTRO INDIGENO DI
CAPACITAZIONE INTEGRALE) con il cordinatore generale Raymundo Sanchez
Barraza. Nell'incontro si e' lungamente discusso della situazione politica
in Messico e in particolare nel Chiapas, partendo da un'analisi
dall'elezione di Vincente Fox alla presidenza della repubblica del Messico.
L'incontro che e' stato proficuo sia nell'ambito della conoscenza e di
maggior approfondimento sia sullo stato politico generale sia in modo
particolare sull'evoluzione politica dell'EZLN, in modo particolare la
nascita dei Caracoles rappresenta un ulteriore passo in avanti per una
diffusione dell'esperienza zapatista anche al di fuori del territorio
messicano e di come questa puo' rappresentare oggi un'alternativa al
sistema neoliberista e un punto di riferimento a tutto il movimento
altermondialista.

Nel pomeriggio la delegazione ha incontrato presso CIEPAC ( Centro di
Investigazione Economica e Politica di Azione Comunitaria) Miguel Pickard e
Gustavo Castro, i quali hanno illustrato gli aspetti principali del sistema
economico neoliberista e di come questo tende sempre piu' a creare poverta'
e disuguaglianza sociale nei territori ed in modo particolare in Messico e
in Chiapas. Altresi' si e' affrontato come le politiche di privatizzazioni,
comuni in tutto il pianeta, contribuiscono all'allargamento della forbice
ricchezza/poverta' e quali strategie si stanno attivando e di come oggi un
connubio globale-locale delle lotte possono rappresentare un inizio per
arrestare tale processo.

Nella giornata di ieri (4 marzo) la delegazione ha incontrato presso la
fondazione Leone XIII rappresentanti di diverse associazioni che operano
nel campo del commercio equo e solidale, l'associazione resistencia che si
batte contro la privatizzazione del settore elettrico e delle risorse
idriche, la cordinatrice della fondazione Marina Patricia, ex presidente
del centro per i diritti umani.
L'incontro ci ha permesso di avere una visione piu' complessiva della
realta' chapaneca permettondoci di confrontarci con punti di vista non del
tutto omogenei con la realta' zapatista.

Oggi (5 marzo) emozionante e commovente e' stato l'incontro ufficiale tra
la nostra delegazione e la giunta del buon governo del caracol morelia che
ha dato inizio al processo di gemellaggio con il municipio autonomo miguel
hidalgo. La delegazione ha avuto l'opportunita' di entrare nel cuore della
rivolta zapatista verificare le sperimentazioni di autogoverno e aprire un
dialogo proficuo con la comunita' che oltre a ribadire la solidarieta' e la
fratellanza ha evidenziato la necessita della cosruzione di un fronte
comune per la lotta contro il sistema economico neoliberista.
E' con emozione profonda, punteggiata da momenti di spontanea commozione,
che la delegazione di Campobasso ha finalmente incontrato la Municipalita'
autonoma di Miguel Hidalgo.
Siamo consapevoli che nessuna delle cose che stiamo tentando di
trasmettervi, oggi, possa nella totalita' descrivere la complessita'
emotiva e la gioiosa spontaneita' che hanno caratterizzato i momenti
dell'incontro.
Si puo' solo dire che si e' solo trattato di un incontro atteso dalla
comunita' zapatista e da noi stessi, nel corso del quale entrambe le
municipalita' hanno voluto sottolineare la necessita' di proseguire, ognuna
nella propria realta', nel cammino intrapreso, sostenendo e promuovendo,
pur nella complessita' del presente, tutte quelle forme di resistenza e di
autodeterminazione che operano nella direzione di una critica all'attuale
modello di sviluppo neoliberista.
Ma, seppure ci sembra difficile non considerare gli aspetti sentimentali e
ideali che hanno accompagnato questo momento appena vissuto, ci sempra che
l'impegno principale per il nostro futuro debba essere quello di una
cooperazione partecipata e solidale, che da un lato consenta alla comunita'
di Campobasso di sperimentare il modello di democrazia "altra" mutuabile
dall'esperienza zapatista, dall'altro, nella necessita' di non lasciare
soli i nostri fratelli nel loro cammino di lotta, promuova azioni concrete
che li aiutino a liberarsi da ogni forma di sfruttamento e renda
realizzabile il loro sogno di autodeterminazione e felicita' fino al
raggiungimento di un completo riconoscimento dei loro diritti e della loro
cultura.
Ieri (7 marzo) la delegazione molisana in Chapas ha incontrato nel
Municipio di Ocosingo Padre Pablo Romo e Luis, collaboratore del Centro per
i diritti umani Fray Pedro.
Pablo, discepolo e collaboratore di Don Samuel Ruiz, per 40 anni vescovo
della diocesi di San Cristobal de las casas e in pernsione dal 2000, e'
stato all'inizio accusato dal Governo messicano di essere il Sub Comandante
Marcos a causa del suo impegno nella difesa dei diritti umani dei popoli
indigeni. Pablo ha illustrato il ruolo giocato dalla chiesa cattolica
nell'accompagnare le comunita' indigene verso la consapevolezza della
propria identita'me dei propri diritti, contribuendo a rafforzarne la
coscienza comunitaria.
Al Centro Diritti Umani, Luis ha spiegato l'organizzazione del lavoro di
difesa delle comunita' indigene denunciando gli ostacoli che il Governo
pone a tutti coloro che fanno dei diritti umani un principio di vita.
La delegazione ha constatato la massiccia militirazzione presente nello
Stato come per esempio la presenza di una grande caserma di fronte al sito
archeologico di Tonina', situato proprio all'ingresso della selva
Lacandona, territorio a forte presenza zapatista.
Oggi (8 marzo) la delegazione ha incontrato il Centro Diritti Umani Fray
Bartolome' de las Casas. L'incontro e' servito ad approfondire e a
canfermare la difficile e preoccupante situazione sociale che oggi si vive
in Chiapas, rappresentata dalle tantissime denunce di violenza che
quotidianamente il centro riceve.
Gli incontri finora effettuati confermano l'importanza della nascita delle
Giunte di Buon Governo zapatiste che sempre piu' tendono a collaboprare per
la soluzione dei casi di vi8olazione dei diritti umani al contrario di
quanto avviene per le istituzioni ufficiali.
Per ultimo la delegazioneha incontrato il CORECO, Comitato per la
Riconciliazione Comunitaria, che ha presentato l'esistenza di moltissimi
casi di conflitto comunitario che in realta' nascondono una vera e propria
strategia controrivoluzionaria adottata dal governo err distruggere il
tessuto sociale e comunitario dei popoli indigeni e per rafforzare la
politica neoliberista delle multinazionali.
L'incontro ha sottolineato l'esistenza a tutt'oggi di un conflitto armato
persistente e la necessita' sempre piu' forte della costente presenza di
osservatori internzaionali per arginare il dilagare della "guerra di bassa
intensita'" e della violenza dello Stato.
Oggi 9 marzo la delegazione ha incontrato i superstiti della strage di
Acteal. Il 22 dicembre del 1997 dalle 11.30 alle 18.00 si e' consumata una
violenta e disumana barbarie che ha visto morire 45 persone innocenti per
mano dei paramilitari messicani. In questi giorni in cui in tutto il mondo
si sta preparando la giornata mondiale della pace del 20 marzo,
l'associazione pacifista e religiosa "Las Abejas" ha ricordato l'orribile
eccidio. Il gruppo e' nato nel 1992 per rivendicare i propri diritti e
denunciare i maltrattamenti da coloro che non si definiscono indigeni, ma
discendenti dei Maya. Come per la magior parte degli incontri, e' stato
rimarcato il ruolo giocato dalla religione cattolica. La comunita' di "Las
Abejas" vive e combattee le ingiustizie che subisce seguendo la parola del
Vangelo, avanzando le proprie rivendicazioni in maniera pacifica, pregando
e manifestando i loro dissensi senza usarea la violenza. Con una storia di
omissioni che ricorda le stragi di stato in Italia, gli autori, ma
soprattutto i mandanti di questa strage sono ancora impuniti. Quei pochi
che sono in carcere, che a breve usciranno, si sono fatti sentire
minacciando i superstiti e i testimoni della strage. La presenza in Chiapas
della delegazione e' utile a queste popolazioni per evitare il tentativo di
accerchiamento e del successivo massacro delle comunita' che si oppongono
alle scelte del governo gestito dalle multinazionali. Neel tardo pomeriggio
la delegazione ha incontrato il presidente del municipio autonomo di San
Andres, luogo in cui sono stati firmati nel 1997 gli accordi di pace a
tutt'oggi disattesi dal governo messicano. San Andres e' un esempio di
municipalita' in cui convivono zapatisti e militanti del Partito
Rivoluzionario Istituzionale.
Oggi (10 marzo) la delegazione molisana in Chiapas ha visitato il caracol
di Oventic del quale fa parte il municipio autonomo di Polho', dove risiede
il piu' alto numero di profughi interni e nel quale oggi il ritiro della
croce rossa internazionale ha aggravato la gia' esistente situazione di
emergenza umanitaria.
Nel caracol la delegazione ha avuto l'opportunita' di incontrare le
cooperative per la produzione del caffe' (mut vitz e nueva luz del ciel) e
cooperative di donne per la produzione dell'artigianato locale "Mujeres por
la digidad".
Gli incontri hanno evidenziato le difficolta' nella commercializzazione dei
prodotti dettata dall'impossibilita' di stabilire un dignitoso prezzo di
vendita e, di conseguenza, la precaria condizione economica e sociale delle
famiglie dei lavoratori.
In ultimo, la delegazione ha incontrato la junta de buen gobierno del
caracol che ha confermato e sottolineato la necessita' di denunciare le
situazioni di emergenza presenti in tutti i municipi del caracol
(soprattutto in materia di salute ed educazione) e di stabilire dei
rapporti di cooperazione con i popoli´zapatisti per far fronte alla grave
condizione economica e sociale cui da secoli sono costretti in quanto
popolazioni indigene ed oggi resa ancora piu' aspra dalla politica di
repressione del governo messicano.
Domani, su richiesta dell'organizzazioni non governative Mani Tese e
dell'associazione Cantieri Sociali, la delegazione visitera' il Municipio
Autonomo Ribelle Zapatista Polmo' con i suoi campi profughi.

Viva la vida, muera la muerte!
E' con questo grido che il 1° gennaio del 2003 i comandanti dell'EZLN
salutavano il 9° anniversario del sollevamento armato. Sottolineavano che
la loro lotta era per la vita contro la morte. E' con questa premessa che
oggi 11 marzo la delegazione molisana vuole iniziare il suo ultimo
comunicato dal Chiapas, inorridendo di fronte alla strage avvenuta a
Madrid, dove la vile logica di morte colpisce centinaia di innocenti. La
stessa logica costringe 8000 profughi indigeni ad una esistenza miserevole
nel municipio autonomo di San Pedro Polho, li' rifugiati a seguito delle
persecuzioni delle milizie paramilitari sostenute dal Governo Federale e
statale. L'incontro che la delegazione ha effettuato con il rappresentante
del Consiglio Municipale Autonomo ha messo in luce la precaria condizione
di sopravvivenza in cui versa dal 1997 la popolazione del municipio,
aggravata dal 1° gennaio 2004 dal ritiro della croce rossa messicana ed
internazionale, che ha privato la popolazione dalle gia' esigue risorse
alimentari e di assistenza sanitaria. Ufficialmente le ragioni di questo
ritiro sono nella necessita' di un intervento piu' urgente nelle zone di
conflitto dell'Irak; di fatto viene in evidenza la posizione rappresentata
dalla croce rossa a sostegno della linea politica del governo messicano che
tende a negare l'esistenza in Chiapas di un conflitto ed a non riconoscere
alla popolazione di Polho lo stato di rifugiati. Seppure il quadro che oggi
ci e' stato rappresentato, e che noi stessi abbiamo potuto constatare,
evidenzi le inumane condizioni di vita in cui versano i "desplazados",
appare chiara la volonta' di quest'ultimi di continuare con dignita' una
forma di resistenza che non retrocede e non svilisce, neppure di fronte
alle urgenti situazioni di bisogno, rispetto ai motivi che quella
resistenza e quella lotta hanno avviato. In conclusione la delegazione,
dopo aver visto e conosciuto diverse realta' del Chiapas, denuncia con
fermezza l'esistenza di un conflitto armato e persistente, una forte
militarizzazione del territorio, una palese, anche se non dichiarata,
politica contro rivoluzionaria del governo messicano, la costante
violazione dei diritti umani e civili cui le popolazioni indigene sono
sottoposte. A fronte di tutto questo diventa indispensabile ricorrere a
tutte le forme di sensibilizzazione ed informazione finche' la situazione
del conflitto in Chiapas sia portata a conoscenza dell'opinione pubblica;
esigere il coinvolgimento del nostro governo perche' si esprima con una
chiara posizione di condanna nei confronti della politica del governo
federale messicano e di sostegno alla lotta per la democrazia, la
giustizia, e la dignita' del popolo indigeno; sollecitare l'intervento
degli organismi sovranazionali; in particolare dell'Onu, perche' promuova
ogni azione utile alla reprimenda del governo federale messicano e
solleciti una soluzione pacifica del conflitto in atto dando attuazione
agli impegni sottoscritti con gli accordi di San Andres; avviare percorsi
concreti di solidarieta' internazionale che promuovano a tutti i livelli
forme di cooperazione che sostengano le popolazioni indigene nel loro
cammino di liberazione dalla poverta' e dalla ingiustizia.
Il patto di solidarieta' sottoscritto con il municipio autonomo Miguel
Hidalgo ci impegna come movimenti, come cittadini ed istituzioni di
Campobasso e della Regione Molise ad iniziare un cammino insieme alle
popolazioni indigene e zapatiste del Chiapas.

Dalle montagne del Sud Est messicano la delegazione molisana in Chiapas

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