Nasce l' Alianza Latinoamericana por la Soberanía Alimentaria
Rio+20, la conferenza Onu sullo sviluppo sostenibile che si terrà in Brasile dal 20 al 22 Giugno di quest'anno, si avvicina: a livello istituzionale sono molti i passi indietro compiuti nell'ultimo periodo, per questo è stata presa la decisione di accelerare i tempi, da parte dei movimenti, per quanto riguarda la costituzione di reti sociali auto-organizzate.
Una di queste è la neonata Alianza Latinoamericana por la Soberanía Alimentaria: la sovranità alimentare avrebbe dovuto essere uno dei temi chiave di Rio+20, ma i principali aspetti di discussione sono stati assai edulcorati, come ha denunciato l'antropologa brasiliana Iara Pietricovsky, rappresentante della Rete Brasiliana per le Istituzioni Finanziarie Multilaterali (Rede Brasil). Inoltre alcuni paesi, tra i quali Francia, Canada, Stati Uniti e Australia, hanno espresso il loro rifiuto a riconoscere il diritto di accesso alle risorse naturali come un diritto umano, finendo per mettere in discussione lo stesso tema fondante del vertice di Rio de Janeiro, quello relativo allo sviluppo sostenibile del pianeta. Nel frattempo, numerose organizzazioni sociali e umanitarie hanno inviato una lettera di protesta al segretario generale Onu Ban Ki Moon, ma soprattutto è giunta una risposta significativa dall'America Latina, un continente dove molte reti di base già da tempo lavorano sul tema della sovranità alimentare, a partire dalla Via Campesina. In occasione della Conferencia Especial de los Movimientos Sociales por la Soberanía Alimentaria, svoltasi dal 22 al 25 marzo scorso a Buenos Aires, è stato promosso un dibattito che ha coinvolto movimenti contadini (in difficoltà per l'imposizione degli agrotossici e per la monocoltura della soia), pescatori artigianali (la cui attività è in costante declino a causa dell'estrazione mineraria e della costruzione delle dighe che provocano l'inquinamento dei corsi d'acqua), piccoli agricoltori e popoli indigeni, la cui sopravvivenza dipende spesso dalle risorse offerte dalle foreste, sempre più soggette al disboscamento selvaggio. Tutti i partecipanti alla Conferencia Especial hanno convenuto sulla necessità di intendere la sovranità alimentare come un concetto "eminentemente politico", per questo è stata presa la decisione di costituire l'Alianza Latinoamericana por la Soberanía Alimentaria, che debutterà alla Cumbre de los Pueblos, l'assise dei movimenti che si terrà a Rio de Janeiro prima della conferenza ufficiale dell'Onu sullo sviluppo sostenibile. Tra le organizzazioni che hanno lavorato maggiormente per la nascita dell'Alianza si trova la Coordinadora Latinoamericana de Organizaciones del Campo (Cloc): la sua portavoce, Francisca Rodriguez, ha ricordato che America Latina e Caribe vantano un numero crescente di movimenti impegnati nella difesa dei beni naturali e nel segno di agricoltura, pesca e allevamento di bestiame a livello sostenibile. Inoltre, avvertono i movimenti, Rio+20 non deve rappresentare uno specchietto per le allodole, per cui si sbandierano tanti buoni propositi senza registrare cambiamenti reali: la Cumbre de los Pueblos agirà per esercitare una pressione preventiva sui delegati dei singoli stati.
Sulla sovranità alimentare si gioca una partita di particolare importanza, poiché l'alimentazione di qualità prosegue di pari passo con lo sviluppo sostenibile, per questo la conferenza di Buenos Aires ha inteso far convogliare nell' Alianza Latinoamericana por la Soberanía Alimentaria tutte quelle realtà che da anni lavorano denunciando l'agrobusiness, le fumigazioni come conseguenza dell'agricoltura industriale, le grandi lobbies che intendono stravolgere ampie parti di territorio incontaminato da cui popoli indigeni, contadini e piccoli agricoltori ricavano attività vitali per la loro sussistenza.
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