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Nicaragua: nasce il Ministero dell’economia famigliare, comunitaria e cooperativa

Con l’obiettivo di stimolare la crescita della piccola e media impresa e garantire la sicurezza alimentare alle famiglie nicaraguensi, il “megaministero” incorporerà vari istituti e programmi di grande rilevanza. Ricerca finanziata dalla Banca mondiale rileva ulteriore diminuzione della povertà in Nicaragua
12 luglio 2012
Giorgio Trucchi

Foto nuevaya.com

Con 62 voti a favore e 18 contrari il Parlamento nicaraguense ha modificato la Legge 290 - che regola e definisce l’organizzazione, le competenze e i procedimenti del potere esecutivo - e ha creato il Ministero dell’economia famigliare, comunitaria, cooperativa e associativa.

Il "megaministero", che inizierà a operare questo mese, ha l’obiettivo di creare un nuovo modello di  stimolo alla micro, piccola e media impresa, sia nella zona rurale che in quella urbana, e di formulare, coordinare ed eseguire politiche, piani, programmi e progetti per il rafforzamento dell'economia familiare, comunitaria, cooperativa e associativa.

L’accorpamento di importanti istituti, come l’Idr (Istituto di sviluppo rurale), l’Inpyme (Istituto nicaraguense
della piccola e media impresa), l’Infocoop (Istituto nicaraguense di sviluppo cooperativo), di strategie e di circa 15 programmi come Crissol (Piano cristiano, socialista e solidale), Fame Zero e Usura Zero, servirà “a migliorare i livelli di produzione, rendimento agricolo, produttività, le entrate e il livello di vita delle famiglie e delle comunità, contribuendo così alla difesa della sicurezza e della sovranità alimentare e alla protezione contro gli effetti del cambiamento climatico", si legge nel testo approvato dalla maggioranza dei legislatori.

Secondo il ministro del Tesoro Iván Acosta, durante il 2011 le politiche sociali del governo sandinista hanno permesso a oltre 400 mila persone di abbandonare la fascia della povertà estrema. Più di 200 mila contadini hanno ricevuto finanziamenti, attraverso il programma Crissol, per la produzione di granaglie - riso, mais e fagioli - e ortaggi. Con il Programma produttivo alimentare, Ppa, sono invece stati distribuiti circa 100 mila Buoni produttivi alimentari.

“Stiamo parlando di migliaia di famiglie che vivevano in media con un dollaro al giorno e che oggi hanno abbandonato questa situazione di povertà estrema. Tutto ciò rientra nella logica del governo di lottare frontalmente contro la povertà”, ha detto Acosta.

Il nuovo ministero si propone di sostenere circa 6.200 microimprese, 180 gruppi di imprenditoria giovanile,
150 imprese medie d’esportazione, 29 aziende turistiche e un numero non precisato di cooperative di donne e cooperative agricole.

Secondo i risultati dello “Studio sulle famiglie per misurare la povertà in Nicaragua 2011", realizzato dalla Fondazione internazionale per la sfida economica globale, Fideg, con il sostegno tecnico della Banca Mondiale, i programmi sociali del governo sandinista hanno avuto un impatto evidente sulla riduzione della
povertà estrema e sulla povertà in generale in Nicaragua.

Lo studio, che si è basato su un campione di 1,730 famiglie ubicate nelle aree urbane e rurali di tutto il paese, ha evidenziato una diminuzione della povertà estrema dal 9,7 per cento (2010) al 8,2 (2011), - era del 17,2 nel 2005 -, mentre per quanto riguarda la povertà in generale essa è scesa dal 44,7 per cento (2009) al 44,1 (2011) - era del 48,3 nel 2005 -.

Tra le varie aree geografiche analizzate, il settore rurale è quello in cui la povertà estrema ha mostrato una maggiore diminuzione, passando dal 17,8 per cento nel 2009 al 11,7 nel 2011 - era del 30,5 nel 2005 -, cioè una riduzione del 6,2 per cento in soli tre anni. Anche il coefficiente Gini, che viene utilizzato per misurare il grado di disuguaglianza, evidenzia una diminuzione, passando dallo 0,37 del 2009 allo 0,34 del 2011.

Secondo la Fideg, in Nicaragua esisterebbe una tendenza consolidata alla riduzione della povertà e all’incremento del benessere dei nicaraguensi in tutti i settori economici. Una riduzione che la Fideg relaziona con l’aumento delle occasioni di lavoro nella zona rurale, le maggiori entrate per le famiglie contadine, l’aumento dei fondi provenienti da famigliari all’estero (remesas familiares) e l’impatto dei programmi sociali promossi dal governo sandinista.

Per Francisco Mayorga, rappresentante del Nicaragua davanti al Banco interamericano di sviluppo, Bid, ciò che si farà fatica a eliminare sarà la povertà generale. “La povertà non sparisce dal giorno alla notte, ma si riduce gradualmente e ci vorrà almeno una generazione e cioè circa 20 anni”.
.

Durante l’anno in corso, il Piano cristiano, socialista e solidale, Crissol, incorporerà quasi 51 mila nuovi piccoli produttori agricoli, destinando quasi 151 mila ettari alla semina di fagioli, mais, riso e ortaggi.
Secondo le previsioni delle autorità, il Piano dovrebbe garantire una produzione che oscillerà tra il 10 e il 12 per cento della produzione nazionale di tali prodotti.

Crissol punta anche a stabilizzare il prezzo dei principali prodotti della dieta famigliare, combattere la speculazione e il caro prezzi. Le persone o cooperative beneficiate dal progetto dovranno infatti saldare il proprio debito con la consegna all’Impresa nicaraguense di alimenti basilari, Enabas, di parte della propria produzione. Essa sarà immessa sul mercato a un “prezzo solidale” nei vari centri di distribuzione di alimenti gestiti da Enabas su tutto il territorio nazionale.

Note: © Testo Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua - www.itanica.org

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