Latina

Il Costa Rica si ritira dal Sica finché il Nicaragua eserciterà presidenza pro tempore

Grottesca decisione fa aumentare tensione tra i due paesi
12 luglio 2012
Giorgio Trucchi

Foto CCC

Il ministro delle Comunicazioni del Costa Rica, Francisco Chacón, ha comunicato alla stampa locale che il suo Paese ha deciso di richiamare per consultazioni i propri ambasciatori in Centroamerica, con l'obiettivo di analizzare la situazione che si è creata dopo la sentenza con cui la Corte centroamericana di giustizia, Ccj, ha condannato il Costa Rica per i gravi danni ambientali arrecati al fiume San Juan, in territorio nicaraguense.

La Ccj ha considerato il Costa Rica colpevole di “irresponsabili danni ecologici” come conseguenza della costruzione di una lunga strada che costeggia il fiume per più di cento chilometri e ha ordinato l’immediata sospensione dei lavori.

“Si condanna lo Stato del Costa Rica per essere incorso in irresponsabilità per danni ecologici e connessi al fiume San Juan, all'ecosistema condiviso del Corridoio biologico centroamericano, ai rispettivi bacini idrografici e alla biodiversità forestale, elementi che mantengono l'equilibrio ecologico della flora e fauna dell'ecosistema che lo Stato del Costa Rica è obbligato a rispettare in quanto patrimonio dell'umanità", recita la sentenza. 
 
Secondo il tribunale centroamericano, il Costa Rica ha agito in modo unilaterale, inconsulto, inappropriato e affrettato nella costruzione della strada, “violando gli impegni internazionali assunti”. Ha inoltre operato in modo irresponsabile senza nessuna valutazione d’impatto ambientale.

La reazione del Costa Rica non si è fatta attendere e il governo di questo paese ha respinto la sentenza, minacciando di abbandonare il Sistema dell’integrazione centroamericana, Sica. La presidentessa Laura Chinchilla ha dichiarato infatti che si tratta di una sentenza "illegittima”, poiché il suo paese non riconosce la giurisdizione della Corte centroamericana. Una dichiarazione che, secondo molti giuristi, mette in evidenza i chiari limiti e la pochezza di questo governo. Il Costa Rica è infatti firmatario della costituzione della Ccj, fa parte del Sica e recentemente ha firmato, come Sistema d’integrazione, un Accordo d’Associazione (AdA) con l’Unione europea.
 
Chacón ha comunque detto che si tratta di un messaggio politico. “Il Costa Rica si non sta ritirando dell'integrazione, né prenderà rappresaglie contro i suoi soci commerciali nella regione. Non si sta tentando di uscire da nessuno schema permanente di integrazione, ma come segnale di protesta, il Costa Rica si assenterà da alcuni spazi politici del Sica finché il Nicaragua eserciterà la presidenza pro tempore” e cioè durante il secondo semestre del 2012, ha detto il ministro delle Comunicazioni. 
 
La decisione della presidentessa Chinchilla è destinata a generare maggiore tesione tra i due paesi, i quali negli ultimi anni hanno portato avanti un conflitto sui limiti territoriali e sul diritto di navigazione del fiume San Juan, che è approdato sui tavoli della Corte internazionale di giustizia dell’Aia.

Note: © Testo Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua - www.itanica.org
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