Perù: ridotte le pene ai paramilitari di Colina
La recente decisione della Sala Penal Permanente della Corte Suprema di Giustizia, che ha ridotto le pene detentive ai componenti del gruppo paramilitare peruviano Colina, ha scatenato numerose polemiche ed ha convinto il Consiglio Nazionale della Magistratura ad aprire un’indagine sui membri della corte responsabili di questo discutibile verdetto.
Il gruppo paramilitare di Colina agiva come un vero e proprio squadrone della morte che, nel segno della lotta alle formazioni guerrigliere di Sendero Luminoso e Movimiento Revolucionario Túpac Amaru (Mrta), si è fatto più di una volta giustizia da solo attraverso delle vere e proprie esecuzioni extragiudiziali. Con la scusa di combattere il “terrorismo”, identificato senza alcuna distinzione nella guerriglia, nel sindacalismo, nelle associazioni impegnate nella difesa dei diritti umani, tra gli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 Colina ha terrorizzato il paese. Un’ulteriore aggravante sta nei componenti del gruppo, provenienti dagli alti vertici dello stato: c’erano uomini del Sie, il Servicio de Inteligencia del Ejército, ufficiali e sottoufficiali di spicco, tra cui Vladimiro Montesinos, delfino dell’ex presidente Alberto Fujimori, e l’ex capo delle Forze Armate Nicolás Hermoza Ríos. Montesinos, che sotto la presidenza Fujimori veniva significativamente denominato el todopoderoso (l’onnipotente), ha ottenuto uno sconto della pena da
All’amarezza del verdetto che in parte riabilita Colina e diminuisce le pene per alcuni dei suoi componenti si sommano perplessità e rabbia per le dichiarazioni dell’attuale presidente Ollanta Humala. Il mandatario peruviano ha definito la decisione della Sala Penal Permanente della Corte Suprema di Giustizia una sorpresa in negativo e si è detto molto contrariato. Il ministro della giustizia Jiménez ha parlato di una sentenza vergognosa per il paese. Bene, ma ascoltare queste dichiarazioni da un governo che vuol imporre con la forza il progetto Conga attraverso l’invio dell’esercito e che si è reso responsabile di innumerevoli violazioni dei diritti umani ai danni delle comunità indigene e contadine suona come una brutta contraddizione.
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