Paraguay: un paese in ostaggio dell’oligarchia sojera
Ad oltre due mesi dal golpe che ha spodestato Fernando Lugo ci vorrebbe davvero un miracolo affinché l’ex monsignore riuscisse a tornare alla presidenza del paese. Le elezioni che designeranno il nuovo presidente si terranno nell’Aprile 2013, ed in quella occasione Lugo ha già annunciato la sua presenza nell’agone elettorale come candidato del Frente Guasú, la coalizione di centrosinistra che intende riprendersi Congresso e palazzo presidenziale. Tuttavia gli sviluppi degli ultimi mesi in Paraguay meritano alcune riflessioni.
Alla guida del paese adesso si trova Federico Franco, ma in realtà, a governare è l’intera oligarchia del paese, quella legata alle multinazionali che fanno affari nel settore transgenico e che ha svenduto la sovranità nazionale del Paraguay. Pochi giorni fa, infatti, un decreto a firma del presidente Federico Franco ha aperto le porte del paese ai semi transgenici. Non c’è da stupirsi. Fin dal 2011 Monsanto faceva pressione sull’esecutivo Lugo (già allora in netta minoranza in seno al Congresso) tramite l’Unione delle Corporazioni di Produzione (Ugp) per piazzare i semi transgenici di mais e cotone. L’Ugp, composta da imprenditori agrari e latifondisti (una sorta di Confindustria in salsa latinoamericana) non aspettava altro. In primo luogo i vertici dell’Unione hanno rimosso Miguel Lovera, uomo vicino a Lugo e direttore del Senave (il Servizio nazionale di qualità e salute vegetale delle sementi), che fino a quel momento era riuscito a bloccare l’ingresso della soia transgenica nel paese. In secondo luogo l’Ugp aveva minacciato il governo Lugo attraverso la realizzazione di un tractorazo, il blocco delle strade con macchine agricole, se l’ex monsignore non avesse autorizzato la vendita di sementi ogm. I vertici dell’Ugp hanno svolto un ruolo importante nel golpe del 22 Giugno: l’Unione è diretta dall’imprenditore agrario Hector Cristaldo, fortemente legato ad Aldo Zuccolillo, direttore del quotidiano Abc Color, uno di quelli che fin dall’elezione di Lugo alla presidenza ha soffiato sul fuoco per spodestarlo. L’influente quotidiano paraguayano, al pari dei signori della soia hanno svenduto, a colpi di decreti e accordi sottobanco con multinazionali quali Monsanto e Cargill (di cui lo stesso Zuccolillo è socio), la sovranità nazionale, energetica, territoriale e alimentare. Di più: questi signori sono responsabili di mettere a repentaglio le risorse naturali e la salute degli abitanti di numerosi dipartimenti del paese. Nel dipartimento di Itapúa, noto per la prevalenza delle attività agricole, due bambini su cinque nascono con malformazioni. Inoltre, tra gli abitanti si riscontra una presenza superiore alla media di malattie della pelle, allergie, difficoltà respiratorie, ed un aumento esponenziale dei casi di cancro. Tutto ciò è dovuto all’avvelenamento di erbicidi e pesticidi come il Roundup, irrorati senza alcun criterio sulle terre lavorate dai contadini. In un suo articolo pubblicato dal quotidiano messicano
Il Paraguay è ostaggio dell’oligarchia sojera e, per ammissione dello stesso Lugo, ci vorrebbe davvero un miracolo per vederlo ritornare alla guida del paese.
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