Venezuela: nelle presidenziali del 7 Ottobre si gioca il futuro dell’America Latina
Mancano solo dieci giorni al 7 ottobre, data in cui si svolgeranno le elezioni presidenziali in Venezuela: Hugo Chávez punta a riconfermarsi a Miraflores, forte del sostegno popolare di cui gode tra i barrios popolari di Caracas, ma Henrique Capriles, il trentanovenne sfidante che si è guadagnato il ruolo di candidato dell’opposizione in seguito alle primarie dello scorso febbraio, risulta più credibile, agli occhi dell’elettorato, rispetto ai precedenti, e impresentabili, candidati della destra.
Dai sondaggi emergono scenari assai diversi tra loro: quasi tutti danno Chávez come favorito, alcuni con un margine assai ampio, altri ritengono che la contesa elettorale si giocherà sul filo di lana. Di certo Capriles, che stavolta raggruppa tutta la destra (solitamente litigiosa e frazionata al suo interno) sotto le insegne della Mesa de Unidad Democrática (Mud), ha condotto una strategia piuttosto scaltra, che ha mirato durante tutta la campagna elettorale a presentare la sua coalizione all’insegna del conservatorismo europeo. L’intento di trasformarsi in una destra presentabile fa capire l’importanza geopolitica delle elezioni venezuelane: se Capriles vincesse, Caracas abbandonerebbe il consesso dell’Alba (Alianza Bolivariana para las Américas-Tratado de Comercio de los Pueblos) e di Unasur (Unión de Naciones Suramericanas) per passare, armi a bagagli, nel blocco regionale contrapposto, quell’Alianza del Pacífico composta dai paesi sudamericani in orbita Usa: Colombia, Cile, Perù e Messico. E’ superfluo dire che, in quel caso, la rivoluzione bolivariana ed il socialismo del XXI secolo sarebbero cancellati all’istante. Per questi motivi Capriles mira decisamente a fare il pieno dei voti in quella parte dell’elettorato denominata del “chavismo light”, che molti analisti politici ritengono determinante nella corsa a Miraflores, e tra i delusi dal Psuv, il Partito Socialista Unificato del Venezuela: si tratta di elettori la cui intenzione di voto è ancora oscillante. Astutamente Capriles ha garantito che manterrà tutte le misiones varate da Chávez, i programmi assistenziali di salute, alimentazione, aiuto alle madri che vivono sotto la soglia di povertà, il diritto alla casa. Non solo: è riuscito, agli occhi dei media europei ed italiani (che hanno sempre sparato bordate contro Chávez a prescindere), a farsi passare come il candidato della sinistra democratica garantendo il suo impegno nel campo delle politiche sociali. Il giovane Capriles, attualmente governatore dello stato di Miranda, uno dei più popolosi del paese, è stato però smentito dai suoi stessi sostenitori, oltre ad avere le idee un po’ confuse in politica internazionale. Alcuni deputati argentini invitati dallo stesso Capriles in qualità di osservatori, appartenenti alla destra dura e pura del sindaco di Buenos Aires Mauricio Macri, hanno dichiarato il loro appoggio al candidato del Mud perché vedono in lui il nuovo Sebastián Piñera, il presidente cileno, cioè colui che è stato da sempre sostenitore della supremazia del privato sul pubblico ed è da mesi in lotta contro il movimento studentesco che richiede un’istruzione pubblica, gratuita e di qualità. Giova ricordare che
Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte e l'autore.
Articoli correlati
- Maduro passa indenne il voto del 28 luglio e si conferma alla guida del paese con il 51,2% dei voti
Presidenziali Venezuela: la conferma del chavismo
Proseguono le manovre della destra radicale, che grida ai brogli e persiste nel suo tentativo di destabilizzazione.30 luglio 2024 - David Lifodi - Il contenzioso con la Guyana è ripreso con maggior forza. Il 3 dicembre il referendum consultivo
Venezuela: Exxon Mobil dietro alla disputa sull'Esequibo
La multinazionale petrolifera in pratica decide la politica del paese e utilizza tutti gli strumenti in suo possesso per evitare una risoluzione diplomatica e al tempo stesso scaricare la colpa su Caracas.6 novembre 2023 - David Lifodi - Intervistate dodici personalità di primo piano della Rivoluzione bolivariana
Assedio al Venezuela
Il libro di Geraldina Colotti, Veronica Díaz e Gustavo Villapol racconta la resistenza del paese di fronte alla guerra ibrida, ma astutamente non dichiarata, scatenata dagli Usa.4 dicembre 2022 - David Lifodi - “Hanno un effetto devastante sulla popolazione e rappresentano un attacco ai diritti umani”
Venezuela: la relatrice Onu Alena Douhan contesta le sanzioni economiche Usa e Ue
L’ambasciatrice dell’Unione europea in Venezuela Isabel Brilhante Pedrosa considerata "persona non grata" da Arreaza e Maduro7 marzo 2021 - David Lifodi
Sociale.network