Nicaragua: Il partito sandinista vince in tutto il paese
Ha vinto in tutti i comuni dei dipartimenti di Madriz, Estelí, Chinandega, León, Managua, Carazo, Rivas, Granada e Masaya (88 comuni). Ha inoltre ottenuto ottimi risultati in zone del paese storicamente ostili al sandinismo, come Chontales e Boaco, nella zona centrale e la Raan e Raas sulla Costa Atlantica o Caribe. Il Fsln controllerà anche 16 dei 17 capoluoghi dipartimentali.
L’Alleanza Pli dell’ex banchiere e candidato presidenziale (2006) Eduardo Montealegre si è consolidata come seconda forza politica del paese ed è riuscita a imporsi in 12 comuni (nel 2008 aveva corso in alleanza con il Plc), mentre il Partito liberale costituzionalista, Plc, dell’ex presidente Arnoldo Alemán è crollato impietosamente vincendo solo in 2 comuni (erano 39 nel 2008).
Il partito indigenista Yatama ha invece vinto 3 comuni (Bilwi/Puerto Cabezas, Waspán e Prinzapolka), mentre l’Alleanza liberale nicaraguense e il Partito conservatore si sono imposti in una sola località.
Per quanto riguarda i voti a livello nazionale, il Fsln ha ottenuto il 67,9 per cento - circa 5 punti percentuali in più rispetto alle elezioni presidenziali dello scorso anno -, l'Alleanza Pli il 21,1, il Plc l'8,5 per cento, mentre gli altri partiti non nemmeno hanno raggiunto l'uno per cento.
Particolarmente significativo il caso di Managua, dove il sindaco uscente, Daisy Torres, ha ottenuto più dell'80 per cento dei voti (365.171), mentre i candidati dell’opposizione non sono andati oltre l’11,28 (Alleanza Pli) e il 6,38 per cento (Plc).
Partecipazione normale
Quasi 2,1 milioni di nicaraguensi hanno esercitato il loro diritto al voto (poco più di 70 mila i voti nulli), con una partecipazione che, secondo i dati del Cse, è stata del 57,70 per cento degli iscritti nelle liste elettorali attive (3,75 milioni), cioè già epurate dai nomi di chi non ha votato tra il 2006 e il 2011.
Se prendiamo invece in considerazione anche le liste passive (circa 740 mila cittadini) e quindi un totale di 4,5 milioni di potenziali elettori, la percentuale dei votanti scenderebbe al 47 per cento, una percentuale comunque di poco minore a quella fatta registrare nel 2008.
Rivas ha assicurato che si tratta delle elezioni amministrative con maggior affluenza di votanti e ha criticato l'atteggiamento di alcune organizzazioni non governative, come Etica e Trasparenza, che “insistono a volere far credere all’opinione pubblica che l’astensionismo sia stato addirittura del 70 per cento e che il Cse starebbe manipolando le cifre”, ha detto.
Sia Etica e Trasparenza che l’Istituto per lo sviluppo e la democrazia, Ipade, due delle principali organizzazioni nazionali di osservazione elettorale, hanno comunque dovuto riconoscere che "non è possibile parlare di elezioni fraudolente o irregolari". L'attenzione dei mezzi d'informazione vicini al liberalismo e dei partiti dell'opposizione si è invece concentrata sul tentativo di "giustificare" la sconfitta e screditare la vittoria sandinista attraverso l'alto tasso di astensionismo.
Crescita inesorabile
Il balzo del partito sandinista e dell’Alleanza Unita Nicaragua trionfa, frutto evidente di politiche sociali ed esperienze di “buon governo municipale”, che negli ultimi sei anni hanno ridotto drasticamente la povertà estrema, investito nella “restituzione dei diritti” ai cittadini e ridato speranza a milioni di persone, è a dir poco impressionante. È infatti passato dai 52 comuni del 2000 e gli 87 nel 2004, ai 109 del 2008 e agli attuali 134.
Rispetto ai voti totali, il Fsln aveva vinto le elezioni presidenziali del 2011 con circa 1,6 milioni di preferenze. In queste ultime elezioni ha superato gli 1,4 milioni di voti. Tenendo conto della naturale riduzione della partecipazione al voto durante le elezioni amministrative, questo risultato da un lato evidenzia la forte tenuta del voto sandinista e dall'altro, il crollo dell'opposizione, non solo, come già visto, in termini di comuni vinti, ma soprattutto di voti. Nel 2011, i partiti e le alleanze dell'opposizione avevano accumulato un po' meno di 950 mila voti, mentre lo scorso 4 novembre ne hanno ottenuti solamente 674 mila.
Soddisfazione dell’Osa
Mentre il Dipartimento di Stato nordamericano emetteva un contraddittorio comunicato, nel quale esprimeva la propria preoccupazione, in quanto le elezioni non sarebbero riuscite a dimostrare "un grado sufficiente di trasparenza, che assicuri ai nicaraguensi e alla comunità internazionale che il processo riflette fedelmente il desiderio del popolo nicaraguense", la Missione d'accompagnamento dell'Organizzazione degli stati americani, Osa, ha evidenziato la propria soddisfazione.
Secondo i 26 membri della delegazione, in Nicaragua si sono celebrate elezioni amministrative “in un ambiente civile e tranquillo, in cui i cittadini e le cittadine nicaraguensi hanno potuto esercitare il proprio diritto al voto in modo pacifico".
Il capo-missione, il messicano Lázaro Cárdenas Batel, ha letto il comunicato con il quale l’Osa ha assicurato di avere potuto accedere senza nessun problema ai seggi e ai centri di computo, "potendo così svolgere normalmente il nostro lavoro".
Ha inoltre considerato "un passo in avanti rilevante" la recente riforma elettorale, con la quale si sono prese in considerazioni e applicate alcune raccomandazioni fatte dall'Osa subito dopo le elezioni del 2011. In modo particolare, il documento evidenzia l'importanza di avere implementato la parità di genere, l'aggiornamento delle liste elettorali, la decentralizzazione a livello municipale della consegna dei documenti di accreditamento dei rappresentanti di lista.
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