“L’America Centrale si rimilitarizza” (4ª e ultima parte)
La Scuola delle Americhe è la chiara espressione della politica estera statunitense, dice il fondatore del SOA Watch
Secondo Bourgeois, la SOA continua a svolgere un ruolo importante nella strategia di riposizionamento degli Stati Uniti in America Latina e nella militarizzazione dell'America Centrale, all’interno della lotta contro il traffico di droga e la criminalità organizzata.
19 dicembre 2012
di Giorgio Trucchi | Opera Mundi/Alba Sud/LINyM
Il 16 novembre 1989, i soldati appartenenti alle brigate speciali dell'esercito salvadoregno di controinsorgenza circondarono e fecero irruzione nei locali della UCA (Università Centroamericana) a San Salvador, massacrando sei sacerdoti gesuiti e due donne.
Secondo una ricerca condotta dopo la firma degli accordi di pace nel Salvador (1992), i principali responsabili di questo massacro, così come dell'assassinio di monsignor Oscar Arnulfo Romero (1980), delle quattro monache nordamericane dell’Ordine Maryknoll (1980) e di innumerevoli altri eventi tragici in America Latina, si erano diplomati nella tristemente famosa Scuola delle Americhe (School of the Americas - SOA).
A partire dal 1990, in risposta a questo grave evento, decine di migliaia di cittadini nordamericani si sono riuniti e hanno fondato l’Osservatorio della Scuola delle Americhe (SOA Watch), con l'obiettivo principale di ottenere la chiusura definitiva di questa scuola "di assassini, torturatori e fautori di colpi di Stato ", come ha detto il sacerdote e fondatore di questa organizzazione, Roy Bourgeois, a Opera Mundi e alla Lista Informativa. Circa 180 membri del movimento sono stati incarcerati per avere espresso la propria solidarietà nei confronti delle persone vittime della SOA. Padre Bourgeois ha passato più di quattro anni in carcere per aver sostenuto la chiusura di questa istituzione.
Fondata nel 1946 a Panama per addestrare i soldati latinoamericani in tecniche di guerra e di contro insorgenza e poi trasferita a Fort Benning, in Georgia, nel 1984, la SOA, ora ribattezzata WHINSEC (Istituto dell'Emisfero Occidentale per la Cooperazione alla Sicurezza), ha formato più di 64 mila soldati, "molti dei quali si sono rivelati eccezionali violatori dei diritti umani nei loro paesi", ha detto il sacerdote.
Secondo Bourgeois, questa scuola rappresenta la massima espressione della politica estera nordamericana, e continua a svolgere un ruolo importante nella strategia di riposizionamento degli Stati Uniti in America Latina e di militarizzazione dell'America Centrale, all’interno della lotta contro il traffico di droga e la criminalità organizzata.
Opera Mundi/LINyM: Come descriverebbe la Scuola delle Americhe?
Roy Bourgeois: una scuola di assassini, torturatori e fautori di colpi di stato, che purtroppo è molto ben conosciuta in tutta l'America Latina. Ci hanno addestrato più di 60 mila soldati, la metà dei quali colombiani. Per oltre 20 anni abbiamo seguito il percorso di questi “diplomati” e abbiamo trovato centinaia di collegamenti con le atrocità più gravi commesse in America Latina durante le dittature militari degli ultimi decenni. E 'anche un chiaro simbolo della politica estera del mio paese (USA).
OM/LINyM: Com’è la politica estera degli Stati Uniti?
RB: Gli Stati Uniti sono abituati a espandersi in un continente che considerano loro, e lo fanno estendendo il loro potere e la loro influenza per controllare qualsiasi tipo di processo progressista o di sinistra in America Latina. In questo senso, la Scuola delle Americhe è sempre stata parte di questa strategia. Non è un caso che i tentativi, riusciti o meno, di colpi di Stato che si sono verificati negli ultimi anni in Venezuela (2002), Honduras (2009) ed Ecuador (2010), siano stati guidati proprio da diplomati della SOA.
OM/LINyM: Ci sono anche interessi economici, oltre a quelli politici e strategici, nella regione?
RB: È ovvio che ci siano. Il Pentagono dice che lì insegnano la democrazia e la difesa dei diritti umani, il che è assurdo e tristemente ridicolo. Il ruolo delle SOA è ancora quello di difendere gli interessi economici degli Stati Uniti e delle sue multinazionali in America Latina, in collusione con le oligarchie locali.
Per fortuna, la gente si sta svegliando, si sta organizzando e unendo e sta dicendo all’impero che non si può più entrare in questi paesi come hanno fatto secoli fa i "conquistadores", per sfruttare le loro risorse e i loro popoli. Ci sono già sei paesi - Venezuela, Bolivia, Argentina, Ecuador, Uruguay e Nicaragua - che hanno deciso di eliminare l’invio delle proprie truppe a Fort Benning. La decisione del presidente del Nicaragua, Daniel Ortega, sarà un esempio per il resto dell’America Centrale.
OM/LINyM: Come si relaziona questa situazione che ha descritto con la lotta contro il traffico di droga, condotta dagli Stati Uniti in America Centrale?
RB: Il processo di rimilitarizzazione che sta avvenendo nella regione e la violenza che ha portato, ci preoccupa. Fa parte della stessa dinamica di controllo e riposizionamento strategico degli Stati Uniti, che punta a bloccare qualsiasi processo di unità e indipendenza in America Latina.
Lo abbiamo visto di recente con il colpo di stato in Honduras e con i tentativi falliti perpetrati contro i governi che appartengono all’Alba (Alternativa Bolivariana per i Popoli della Nostra America).
OM/LINyM: Come continuerà questa lotta per la chiusura della SOA?
RB: Ogni anno si spendono più di 30 milioni di dollari, presi dalle nostre tasse, per finanziare la SOA. E intanto tagliano i fondi per l'istruzione. Si continua ad aggiungere gente alla lotta e stiamo già vedendo risultati significativi. Ci sono decine di parlamentari che hanno firmato una petizione per la chiusura definitiva. Speriamo che, con l’adesione di altri paesi latinoamericani all'iniziativa, anche altri membri del Congresso si sentano stimolati a compiere questo passo.
OM/LINyM: Lei, così come molte altre persone, è stato incarcerato per aver portato avanti questo progetto.
RB: E noi continueremo a lavorare per far crescere la consapevolezza della gente e dei governi. Ottenere la chiusura di questo 'mostro' sarebbe qualcosa di straordinario.
Leggi anche la prima, la seconda e la terza parte
Pubblicazioni originali:
- Opera Mundi (portoghese)
- Alba Sud (spagnolo)
Note: (Traduzione cortesia Raffaella Cristofori)
© Testo Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua - www.itanica.org
Il reportage completo è stato originariamente pubblicato in portoghese, diviso in quattro parti, sul giornale brasiliano Opera Mundi. La traduzione in spagnolo è opera del suo stesso autore, Giorgio Trucchi, ed è pubblicata dal blog “Nicaragua y mas”.
© Testo Giorgio Trucchi - Lista Informativa "Nicaragua y más" di Associazione Italia-Nicaragua - www.itanica.org
Il reportage completo è stato originariamente pubblicato in portoghese, diviso in quattro parti, sul giornale brasiliano Opera Mundi. La traduzione in spagnolo è opera del suo stesso autore, Giorgio Trucchi, ed è pubblicata dal blog “Nicaragua y mas”.
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