Colombia: Gustavo Petro estromesso dalla carica di sindaco di Bogotá
Da tempo l’estabilishment colombiano cercava di far fuori dall’agone politico il sindaco di Bogotá, Gustavo Petro, e alla fine c’è riuscito grazie al solerte procuratore generale Alejandro Ordóñez, noto per le sue simpatie di destra e per il suo legame con l’ex presidente del paese Álvaro Uribe.
Petro è stato dichiarato “non idoneo a ricoprire le cariche pubbliche per 15 anni”. Ordóñez non è nuovo a decisioni così pesanti: è sempre a causa sua che la senatrice Piedad Córdoba è stata sospesa da tutte le cariche politiche per 18 anni con la fantasiosa motivazione di aver collaborato con la guerriglia. In realtà, la senatrice si era spesa in più di una circostanza per sbloccare le trattative tra Stato e Farc in relazione agli ostaggi detenuti dalla guerriglia. Stessa sorte anche per Francisco Toloza, tra i leader di Marcha Patriotica, accusato di essere in rapporto con la guerriglia e messo fuori gioco grazie ad un’analoga procedura giudiziaria. È in atto un altro evidente tentativo di sabotare il processo di pace in corso all’Avana tra le stesse Farc e gli emissari di Palacio Nariño da parte dell’estrema destra uribista, soprattutto per il legame che l’ex presidente colombiano ha sempre mantenuto con i paramilitari e a seguito della rottura con Juan Manuel Santos, suo ex delfino adesso alla guida del paese. Al tempo stesso, l’azione di Ordóñez ha creato le premesse per una massiccia mobilitazione popolare.
Se Gustavo Petro, Piedad Cordoba e Francisco Toloza sono stati estromessi dalla politica a colpi di procedimenti giudiziari, non a torto le Farc si chiedono quali saranno le sorti del processo di pace.
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