Lo scrutinio definitivo conferma Salvador Sánchez come nuovo presidente di El Salvador
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Nonostante la differenza minima di 6.364 voti tra i due candidati, con questo risultato l'Fmln e il suo leader storico Sánchez Cerén, ottengono quasi 1,5 milioni di preferenze, aumentando il bacino elettorale di quasi 200 mila voti rispetto al primo turno e trasformandosi nel partito più votato di tutta la storia di El Salvador. In seguito a una serie di ricorsi presentati da Arena, tra cui l'annullamento dell'intero processo elettorale, le autorità non hanno potuto ufficializzare il nome del vincitore. Nonostante ciò, i risultati presentati dal presidente del Tse, Eugenio Chicas, si possono considerare definitivi.
Chicas, ha segnalato “l'uso politico” di questi ricorsi per creare “tensione e disordine”, provocando un impasse nello scrutino e ritardando la pubblicazione in linea dei risultati definitivi. Allo stesso tempo, ha espresso la sua soddisfazione per il lavoro realizzato e per “la sintonia tra i risultati preliminari e quelli definitivi” incontrando differenze solo in 49 degli oltre 10 mila verbali. “Questo risultato dimostra la velocità, la trasparenza, la sicurezza e la concretezza del sistema elettorale”.
Nonostante l'ufficialità dei risultati, Jorge Velado, presidente di Arena, ha insistito sulla necessità di realizzare un conteggio “voto per voto”, come unica forma per “avvicinare le forze economiche e politiche del paese”. Inoltre sostiene che ci sarebbero almeno 23 mila voti contesi e una grande quantità di irregolarità. “Se Salvador Sánchez venisse ufficializzato come vincitore dal Tse, sicuramente lo considereremo un presidente illegittimo”.
Al contrario da quanto sostiene Arena, il Procuratore dei diritti umani, David Morales, considera che il processo di scrutinio è stato realizzato in maniera “pulita e trasparente”, e che nel suo lavoro di osservazione e verifica non ha riscontrato “nessuna evidenza di frode” né irregolarità “che possano influire sul risultato finale”. Questa posizione coincide con quella delle missioni di osservazione elettorale delle Nazioni Unite, dell’Organizzazione degli Stati Americani, Osa, e del Consiglio di esperti elettorali dell'America Latina, Ceela, che considerano il processo “trasparente, efficiente e legittimo”.
In cambio, le Forze Armate hanno emesso un comunicato dove respingono l'appello del partito Arena ad “intervenire nel processo elettorale”, ratificando il loro impegno a rispettare, senza eccezioni, “la decisione del popolo salvadoregno espressa nelle urne” e i risultati emessi dal Tse.
Governo di unità
Di fronte alle crescenti proteste di Arena e all'appello di Norman Quijano a non riconoscere l'autorità del Tse, né quella del presidente eletto, la deputata del Fmln, Lorena Peña, ha dichiarato a Opera Mundi che questa vittoria non solo permetterà di continuare con le riforme, ma che indica anche il cammino per un “governo che unifichi la nazione”, intorno a obbiettivi specifici, come “il superamento della povertà, dell'ingiustizia sociale e dell'insicurezza”.
Peña ha anche affermato che, in questo modo, verrebbero sconfitti i tentativi di Arena “di annullare il sistema democratico salvadoregno”. Secondo quanto dichiara la deputata, il Tse e l’Fmln hanno dimostrato “capacità e maturità”, garantendo uno scrutinio “fedele alle leggi ed alla Costituzione”.
Lorena Peña ha chiesto ai dirigenti di Arena di “essere sensati e di accettare il verdetto del popolo. Noi non abbiamo paura dei violenti, ma questo paese ha già vissuto una lunga guerra civile e non si può scherzare con il fuoco”, ha concluso.
Per questo giovedì, Arena sta organizzando nuove manifestazioni di protesta, mente l'Fmln ha convocato i sui militanti e simpatizzanti a una concentrazione nella capitale per il prossimo sabato 15 marzo, per festeggiare la vittoria.
Fonte originale: Opera Mundi (in portoghese)
Fonte spagnolo: LINyM
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