Latina

Nel novembre 2011 sono stati licenziati per aver denunciato le violazioni dei diritti sindacali

Colombia: la resistenza degli operai della Cristar Sas

Cristar Sas, impresa di cristalleria, è la filiale della statunitense Owens Illinois
26 aprile 2014
David Lifodi

internet È il 24 ottobre 2011, quando i lavoratori colombiani dell’impresa Cristar Sas presentano una denuncia circostanziata di fronte al Ministerio de la Protección Social: la filiale della multinazionale statunitense Owens Illinois è sotto accusa per le ripetute violazioni dei diritti sindacali degli operai.

Poco più di un mese dopo, gli operai che avevano sporto denuncia contro l’impresa, vengono licenziati, e, ovviamente, le loro richieste restano inascoltate: chiedevano il diritto ad avere i contributi per la pensione, attrezzature che permettessero loro di poter lavorare in sicurezza e il diritto ad affiliarsi ai sindacati. In poche parole, esigevano ciò che gli spettava, cioè il diritto ad un lavoro degno. Da allora, 22 novembre 2011, gli operai licenziati si sono accampati nelle vicinanze della fabbrica promuovendo la Carpa de la Solidaridad y la Resistencia, uno spazio sociale che ha rappresentato un simbolo non solo per l’intero movimento di Guadalajara de Buga, la città del dipartimento colombiano Valle del Cauca (nella zona occidentale del paese) dove ha sede Cristar Sas, ma si è tramutata in una nuova forma di resistenza al neoliberismo a cui hanno aderito i vari governi succedutisi alla guida della Colombia. Cristar Sas controlla circa il 70% della produzione nazionale di cristalleria: produce quotidianamente brocche, bicchieri e calici. Di fronte ad una produzione continua e senza soste, gli operai erano costretti a lavorare fino a 16 ore al giorno, i salari rimanevano bassi, i contributi inesistenti e, di conseguenza, ne derivavano pensioni da fame. È in questo contesto che la maggior parte dei lavoratori di Cristar Sas decide di dar vita al Sindicato de Trabajadores Disponibles y Temporales (Sintradit). L’impresa rispose licenziando all’istante tutti gli operai che avevano aderito al sindacato, gettati in mezzo alla strada da un giorno all’altro. Fu allora che nacque la Carpa de la Solidaridad y la Resistencia, un picchetto che prosegue, ancora oggi, al di fuori della fabbrica, in attesa di un reintegro che tarda a venire, anche per la complicità dei sindacati ufficiali con i vertici dell’impresa. Purtroppo, in Colombia la violazione dei diritti fondamentali dei lavoratori non è una novità: il paese è ai primissimi posti nella poco invidiabile classifica degli omicidi dei sindacalisti. Dei circa 800 operai che lavoravano per Cristar Sas, solo 120 sono effettivamente assunti a pieno titolo dall’impresa: il resto è impiegato nella filiale delle multinazionale Owens Illinois tramite imprese intermediarie che affittano i lavoratori a Cristar Sas, che quindi non è obbligata a pagarli direttamente e scarica così sulle Cooperativas de Trabajo Asociado il pagamento dei contributi. In pratica, sono gli stessi lavoratori a dover versare delle somme per l’assicurazione sanitaria e la pensione. Le malefatte di Cristar Sas, però, non finiscono qui. L’impresa evade anche l’obbligo di pagare un salario fisso mensile agli operai non direttamente contrattualizzati, questo perché i lavoratori impiegati per Cristar Sas, ma alle dipendenze delle Cooperativas, guadagnano in base a ciò che caricano e scaricano nei camion che trasportano i materiali per l’impresa. I lavoratori che svolgono questo compito sono denominati brazeros: le difficili condizioni di lavoro provocano di norma problemi respiratori a causa della continua esposizione a sostanze tossiche, ad esempio la cosiddetta ceniza de soda. Cristar Sas non ha mai fornito agli operai l’abbigliamento adatto per svolgere questo tipo di lavoro e i brazeros spesso sono costretti ad utilizzare stivali, biancheria e vestiti deteriorati e già utilizzati in precedenza dai loro colleghi. Dall’altra parte, il governo non solo è rimasto sordo alle esigenze dei lavoratori, ma ha insistito nel non voler riconoscere nemmeno il Sintradit, nonostante si tratti di un sindacato legalmente costituito, mentre il Ministerio de la Protección Social ha continuato a negare ai lavoratori il diritto ad associarsi al sindacato, offrendo invece pieno sostegno a Cristar Sas. I lavoratori sostengono che il governo non può sbandierare la sua volontà di pace nel conflitto armato colombiano quando poi conduce una guerra continua contro i lavoratori. Eppure, casi come quello di Carlos Humbero Millán non sono una novità: il lavoratore, uno dei più vecchi dell’impresa, al momento di andare in pensione, dopo una vita trascorsa come brazero, non ha ottenuto alcuna liquidazione da Cristar Sas, tantomeno il pagamento dei contributi per la previdenza sociale. In pratica, nonostante abbia lavorato per trenta anni in Cristar Sas, l’operaio è come se non lo avesse mai fatto dal punto di vista pensionistico e contributivo.

Cristar Sas si vanta addirittura, sul proprio sito, di aver ottenuto la certificazione della responsabilità sociale d’impresa: fuori dai cancelli della fabbrica di Guadalajara de Buga, gli operai hanno superato i 900 giorni di resistenza.

Note: Articolo realizzato da David Lifodi per www.peacelink.it
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