Latina

Nicaragua: Presentano tracciato del gran canale interoceanico

Entusiasmo e dubbi caratterizzano le reazioni alla presentazione fatta dall'impresa cinese HKND
18 luglio 2014
Giorgio Trucchi

Presentazione a Managua (Foto G. Trucchi | LINyM)

La definizione da parte dell'impresa concessionaria cinese HKND della rotta che percorrerà il canale interoceanico ha dato forza a questo progetto. Da un lato ha risvegliato una serie di aspettative economiche e di sviluppo, dall'altro ha però destato la preoccupazione di alcuni settori ambientalisti.

Il governo nicaraguense si aspetta che con l'inizio della costruzione del canale, che sarà più grande di quello di Panama e i cui lavori dovrebbero iniziare a dicembre, il Pil (Prodotto interno lordo) del Nicaragua passi dall’attuale 4% o 5% annuo al 10,8% nel 2015 e al 15% nel 2016. Il Nicaragua, secondo le proiezioni del governo, dovrebbe riuscire a raddoppiare la propria crescita economica e a trasformarsi in uno dei paesi con maggior crescita tra il 2015 e il 2019, quando è previsto il completamento dell'opera.

HKND Group ha confermato che il progetto del canale comprende sei sotto-progetti, ma non ha parlato di costi, che il governo nicaraguense ha comunque calcolato intorno ai 40 miliardi di dollari (quasi 30 miliardi di euro al cambio attuale N.d.T.). La realizzazione di tutta l'opera richiederà 50 mila lavoratori nel settore delle costruzioni e offrirà 200 mila posti di lavoro in totale. La Camera delle imprese costruttrici del Nicaragua spera di essere uno dei settori beneficiati dal progetto che, oltre al canale, prevede la costruzione di due porti, una zona di libero commercio, un complesso turistico con 4 tipi di hotel, un aeroporto e nuove vie di comunicazione.

La rotta scelta dall’impresa a capitale cinese attraverserà il territorio nicaraguense da est a ovest per circa 278 chilometri, con un tratto di 105 km nel Lago Cocibolca (Lago Nicaragua), e avrà un'ampiezza tra i 230 e i 520 metri e una profondità fino a 30 metri.

Dong Yunsong, ingegnere capo delle costruzioni di HKND, che ha presentato il progetto lo scorso 7 luglio, ha spiegato che l'accesso al canale dal lato dell'Oceano Pacifico sarà vicino alla foce del fiume Brito, l'entrata ovest nel Lago Cocibolca sarà situata a sud della città di Rivasl mentre l'entrata est sarà a nord del fiume Tule. L'entrata del canale dal Mar dei Caraibi, infine, sarà vicino alla foce del fiume Punta Gorda.

L'opera includerà due chiuse – una a est e l'altra a ovest del Lago Cocibolca – per stabilizzare il livello di navigazione del canale, due porti ubicati uno nel Pacifico e l'altro nel Mar dei Caraibi e consentirà il passaggio di almeno 5.100 grandi imbarcazioni all'anno, con un tempo di attraversamento di circa 30 ore l’una.

HKND ha inoltre cercato di chiarire alcuni dubbi sorti durante la realizzazione degli studi di prefattibilità, spiegando che l'operazione del canale non causerà cambiamenti significativi al livello delle acque del lago, né all'uso delle sue acque per gli abitanti del bacino idrografico. Secondo questi studi, il canale utilizzerà l'acqua proveniente dal fiume Punta Gorda, che sarà sufficiente per il suo funzionamento.

Inoltre, verrà creato un lago artificiale dopo la costruzione del canale (Lago Atlanta) che avrà un'estensione di 400 chilometri quadrati.

La rotta scelta attraverserà il Lago Cocibolca per 105 km (Foto G. Trucchi | LINyM)

Protezione dell'ambiente

Alberto Vega, direttore tecnico della società di consulenza Environmental Resources Management (ERM), ha presentato le considerazioni tecniche ambientali e sociali relative ai possibili percorsi che erano stati presi in considerazione per il canale, spiegando che è stata scelta la rotta 4 – delle sei proposte – in quanto “è la più idonea dal punto di vista della protezione degli ecosistemi esistenti”.

Ha indicato che gli studi ambientali e sociali continueranno in maniera più approfondita e che l'obiettivo è proteggere in maniera integrale le risorse naturali. Tra le varie sfide per la sostenibilità del percorso scelto, Vega ha segnalato la presenza di aree protette (zone umide protette Ramsar e riserve della biosfera dell'Unesco), specie animali in pericolo, il corridoio biologico mesoamericano, le risorse idriche, il Lago Cocibolca, i territori indigeni e il reinsediamento involontario.

Nel dettaglio, la Riserva di Biosfera del Sud-est del Nicaragua è composta da sette aree protette che sono: riserve naturali Cerro Silva e Punta Gorda, riserva biologica Indio Maíz, rifugi di vita selvatica Rio San Juan e Los Guatuzos, Monumento Nazionale Arcipelago di Solentiname il monumento storico Fortezza dell’Immacolata Concezione di Maria.

In questo senso, l'imprenditore cinese Wang Jing, proprietario di HKND Group, concessionario del canale interoceanico del Nicaragua, ha assicurato che questa opera milionaria sarà ecologica e rispettosa dell'ambiente. “Vi do la mia parola che il canale del Nicaragua sarà un canale ecologico, amico dell'ambiente”, ha detto durante un incontro a Managua con il presidente nicaraguense Daniel Ortega.

Popolazione indigena e nera

I dirigenti indigeni della costa caraibica del Nicaragua hanno preteso dal governo che si rispettino la Convenzione ILO 169 sui diritti dei popoli indigeni e tribali e la dichiarazione delle Nazioni Unite riferita al decennio dei popoli afrodiscendenti, che inizierà nel 2015.

La comunità nera di Bluefields, composta da varie organizzazioni come Black farmers back to the land, Organización progresista de desarrollo comunal” (Oproco), Black farmers back to freedom land, Organización de los freedom fighters, il governo comunale creolo di Bluefields e persone naturali della popolazione afrodiscendente di Bluefields, chiede tra le altre cose che si rispetti la titolazione del territorio del popolo afrodiscendente di Bluefields, come previsto dalla legge 445.

Le autorità indigene e afrodiscendenti del governo territoriale Rama e Kriol (GTR-K), del governo comunale Creolo di Bluefields, del Consiglio degli Anziani della comunità indigena Miskitu di Tasbapounie e della comunità afrodiscendente di Monkey Point nella Regione autonoma atlantico sud, Raas, hanno diffuso un comunicato in cui si dichiarano preoccupate per l'annuncio della rotta del canale interoceanico.

Sostengono che realizzare un porto di acque profonde nella comunità Rama di Bankukuk/Punta de Águila, dove si trova la riserva principale degli indigeni di lingua Rama, e attraversare con questa rotta parte del territorio Rama e Kriol e delle comunità nere, creole, indigene di Bluefields, non solo impatterà in questi territori in maniera diretta, ma colpirà tutto il territorio della Raas.

Preoccupazione è stata anche manifestata dall’organizzazione ambientalista Centro Humboldt, la quale ha avvertito che iniziare la costruzione del megaprogetto senza portare a termine approfonditi studi d’impatto ambientale, potrebbe provocare danni irreversibili.

La Ong ha presentato studi indipendenti sull'impatto di questo megaprogetto. “Noi chiediamo la presentazione degli studi tecnici completi, affinché insieme ad altri professionisti altamente specializzati che abbiamo convocato, possiamo realizzare una revisione minuziosa dello studio e far conoscere la nostra opinione come gruppo di professionisti indipendenti”, ha dichiarato Victor Campos, direttore del Centro Humboldt.

“Non siamo contrari a questo progetto”, chiarisce Campos. “Vogliamo però avvisare sui rischi che si corrono e su quegli elementi che potrebbero danneggiare in maniera irreversibile le nostre condizioni ambientali”, ha detto.

Per questo, il governo ha già annunciato che, nei prossimi mesi, inizierà le consultazioni con i diversi settori della società sulla fattibilità e i benefici sociali di questa opera. “Speriamo che queste consultazioni non siano solamente riunioni informative, bensì momenti in cui ci sia la possibilità di dialogare a fondo e incidere sulle decisioni che verranno prese”, ha concluso Victor Campos.

L'ambientalista Kamilo Lara ha invece rivolto un appello ai detrattori del progetto del canale interoceanico, invitandoli ad agire senza pregiudizi e ad aspettare i risultati finali degli studi di fattibilità. “Non ci si deve lanciare con affermazioni che non tengono conto di come è cambiato, per esempio, il Lago Cocibolca negli ultimi 50 o 60 anni. La costruzione del canale servirà anche a recuperare i bacini idrografici e a salvare lo stesso lago”, ha detto.

Intanto, un recente sondaggio della compagnia M&R Consultores afferma che il 67% della popolazione nicaraguense pensa che il progetto del canale interoceanico sia serio e che sarà una realtà. Il 62% approva la sua costruzione.

Fonte originale: LINyM

Note: Traduzione: Sergio Orazi
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