Latina

Recensione al libro curato da Enrica Matricoti

Che Guevara e i suoi compagni. Uomini della guerriglia in Bolivia

Zambon Editore, 2015
11 aprile 2016
David Lifodi

 

zambon

 Che Guevara e i suoi compagni. Uomini della guerriglia in Bolivia è una sorta di ritratto intimo di quei lottatori sociali che cercarono di propagare fino al paese andino, e in tutta l’America Latina, il sogno del socialismo in un continente dalle fortissime disuguaglianze sociali. Non solo: il libro curato da Enrica Matricoti, che raccoglie le testimonianze dei familiari (e non solo) di quel nucleo guerrigliero guidato dal Che e che avrebbe trovato la morte, in buona parte, in terra boliviana, rappresenta una sorta di omaggio ai tanti libertadores dell’America Latina. Nel nome degli stessi ideali di Guevara, l’Apostolo José Martí, Francisco Morazán, Simón Bolívar e tanti altri si batterono affinché, per parafrase Eduardo Galeano, si chiudessero le vene aperte del continente latinoamericano.

Il volume, che raccoglie principalmente le testimonianze dei figli dei caduti in Bolivia, oltre a protagonisti quali Pombo, Urbano, Orlando Borrego Díaz e ad altri testimoni della storia di Cuba, si inserisce nell’ambito del documentario Ernesto Che Guevara – El hombre nuevo en el siglo XXI, ideato dall’italiano Walter Uliano-Pistelli e dall’argentino Favio Giorgio. Enrica Matricoti, curatrice del libro che si era unita al progetto in qualità di fotografa di scena e assistente di produzione, ha avuto la felice idea di trasformare in un volume le testimonianze dei familiari dei combattenti caduti. Il lavoro dell’autrice è pregevole sotto almeno tre punti di vista. In primo luogo ha il merito di inquadrare con chiarezza la vicenda boliviana nel contesto storico dell’America Latina di allora. In seconda istanza, si tratta di un lavoro assai curato sia dal punto di vista storiografico, sia, soprattutto, nell’ottica di mantenere viva la memoria. In America Latina le classi dominanti fanno di tutto per ridurre all’oblio il Plan Condor, le operazioni di sterminio contro le comunità indigene e il ruolo delle guerriglie sviluppatesi nel ventennio 1960-1980, per cui ricordare l’eroismo dei caduti non solo per Cuba, ma per l’intero continente, rappresenta senza dubbio un valore aggiunto del volume. Noel Sánchez Ávila, amico e compagno di lotta di Jesús Suárez Gayol, più conosciuto come el Rubio, uno degli uomini più coraggiosi del nucleo del Che, lo ricorda all’epoca delle manifestazioni studentesche per abbattere il regime di Fulgencio Batista, segnalando un significativo striscione di allora: “Il sangue dei giusti non è mai versato invano”. Si tratta di una frase di José Martí e, una volta di più, evidenzia lo slancio disinteressato, a costo di privazioni e sofferenze, di questi uomini che forgeranno la solidarietà internazionalista cubana in tutti i paesi del continente latinoamericano.  Infine, tramite le testimonianze dei familiari, il guerrillero heroico e i suoi compagni non sono più visti esclusivamente come eroi romantici, ma come giovani uomini in carne ed ossa che, consapevoli del ruolo che aveva assegnato loro la Storia, mostravano la loro umanità, il loro carattere, debolezze e punti di forza di fronte a prove sempre più ardue che il destino metteva loro di fronte. Le lettere di addio lasciate ai familiari assomigliano a quelle dei partigiani condannati a morte dai nazifascisti: stessa coerenza e stessi ideali. Annota Enrica Matricoti: “La coerenza stessa dell’agire di questi uomini testimonia la loro lucida consapevolezza del sacrificio che comportava la scelta della lotta: il distacco dalla propria terra, dalla famiglia, la rinuncia a crescere  i propri figli ancora piccoli, l’eventualità di perire lungo il cammino”. È molto interessante, in questo senso, la domanda rivolta ai familiari dei caduti in Bolivia sul senso, sull’attualità e sul significato del termine “rivoluzionario” e altrettanto significativa la risposta. In molti sottolineano che essere rivoluzionario, al giorno d’oggi, significa battersi per l’ambiente, per il cambiamento sociale e per un mondo più equo, cioè per quei principi diventati bandiere dei movimenti sociali latinoamericani. Sono i tratti principali di quell’uomo nuovo di cui Ernesto Che Guevara rappresentava il più fulgido esempio, a partire dalla disponibilità ad aiutare altri popoli ovunque fosse necessario e in qualsiasi momento. Si pensi, al giorno d’oggi, alle misiones dei cubani in Venezuela o in Brasile, solo per citare esempi conosciuti, nel segno della solidarietà sud-sud e all’interno dell’Alba, l’Alleanza bolivariana per le Americhe. Il volume è caratterizzato, inoltre, da pregevoli schede tecniche dedicate alla Cuba pre-Batista e pre-rivoluzionaria, a quella Bolivia mineraria che non rappresentava solo un esempio di sfruttamento e sottomissione, bensì, grazie ad una forte solidarietà e comunitarismo, rappresentava un baluardo della resistenza alle politiche neoliberiste che favorivano poche famiglie a scapito della moltitudine.  E ancora, una parte è dedicata alle note biografiche sui guerriglieri che combatterono con il Che.  Le domande rivolte ai familiari dei combattenti, ad esempio “Cosa si prova ad essere figlio di un guerrigliero?”, “Qual è il ricordo di suo padre?”, “Condividerebbe le sue scelte?”, servono per tratteggiare una doppia figura di ciascun militante. Da un lato emerge la figura paterna e familiare, dall’altra quella inflessibile dell’uomo nuovo  che dà un significato politico e strategico alla sua lotta.

Che Guevara e i suoi compagni. Uomini della guerriglia in Bolivia è un libro unico nel suo genere perché descrive la rivoluzione cubana e la campagna boliviana da un punto di vista originale, quello della testimonianza orale dei familiari, che permette ai lettori di identificarsi con le loro imprese, con le loro difficoltà e con la loro vita quotidiana, sia nella Cuba post 1 gennaio 1959 sia nei giorni drammatici precedenti alla cattura del Che.

Che Guevara e i suoi compagni. Uomini della guerriglia in Bolivia

a cura di Enrica Matricoti

Zambon Editore, 2015

€ 25

Note: Articolo realizzato da David Lifodi per www.peacelink.it
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