Latina

Recensione al libro di Aldo Marchetti

Fabbriche aperte. L'esperienza delle imprese recuperate dai lavoratori in Argentina

Società Editrice il Mulino, 2013
27 aprile 2016
David Lifodi

internet

Zanon, Bruckman e Chilavert: questi sono i nomi di alcune delle imprese recuperate argentine più conosciute, sorte a seguito del default economico agli inizi degli anni Duemila. La nascita delle Empresas recuperadas por sus trabajadores (Ert) rappresentò una risposta che l'altraeconomia cercava di dare alla crisi del modello capitalista da cui era derivata la bancarotta del paese. Aldo Marchetti, nel suo Fabbriche aperte. L'esperienza delle imprese recuperate dai lavoratori in Argentina, ripercorre il percorso delle Ert dai primi passi ad oggi. Il volume, pur essendo del 2013, mantiene ancora una forte attualità, soprattutto grazie alla sua capacità di tracciare un quadro assai preciso di un'Argentina che, di fronte alla crisi economica originata dal menemismo, dal Fondo Monetario e dalle iniezioni di neoliberismo selvaggio dell'allora ministro dell'Economia Cavallo, rispondeva con la nascita di nuovi movimenti popolari tra i quali, quello delle fabbriche senza padroni (fábricas sin patrones).

Di fronte al tentativo di fuga degli imprenditori che erano a capo delle fabbriche, i lavoratori decisero di difendere i mezzi di produzione. Quello che sembrava un esperimento romantico, destinato a durare lo spazio di un mattino, oggi rappresenta un fattore di ripresa e occupazione per l'intera economia argentina. Certo, le presidenze kirchneriste hanno svolto un ruolo di supporto fondamentale affinché le Ert fossero quello che sono al giorno d'oggi, ma indubbiamente le empresas recuperadas hanno svolto, loro stesse, un ruolo trainante, si pensi, ad esempio, allo sviluppo delle cooperative legate al movimento Tupac Amaru, ben raccontato da Bianca Beccalli ed Enrico Pugliese nella prefazione. "Nate come forma di solidarietà dal basso e sviluppatesi nel più grave periodo della crisi, sono riuscite non solo a realizzare interi villaggi di case autocostruite per la popolazione locale, ma anche a costruire un movimento capace di dar voce a settori della popolazione tradizionalmente marginali". Del resto, non è un caso che, proprio alla Tupac Amaru, abbia dichiarato guerra il nuovo presidente argentino Macri il quale, insieme al governatore della provincia di Jujui, suo sodale, si ostina a tenere in carcere Milagro Sala, una delle leader di questo movimento. Ad oltre un decennio dalla nascita delle fabbriche recuperate, durante il quale le imprese si sono consolidate dopo una prima fase trascorsa quasi interamente a far fronte alle esigenze quotidiane legate alle necessità di riprendere la produzione e di difendersi dai padroni che inviavano i loro sgherri nel tentativo di recuperare i macchinari presidiati giorno e notte dai lavoratori, Marchetti si interroga sulle difficili sfide che attendono le Ert nel futuro. Ad esempio: "Come integrare i nuovi soci che appartengono ad una generazione che non ha vissuto la fase fondativa? E quale deve essere la cultura di riferimento? Quella dell'autogestione operaia, scaturita dalla lotta contro la proprietà privata, oppure quella della cooperazione, basata su un rapporto tendenzialmente non conflittuale con le istituzioni e lo Stato?" Allora non c'era l'inquietante figura di Mauricio Macri insediato alla Casa Rosada, a proposito di conflitti sociali, ma ogni impresa ha seguito una linea propria. La fabbrica recuperata Zanon, a Neuquén, nella Patagonia argentina, dedita alla produzione delle piastrelle, ha aperto il dibattito sulla democrazia operaia e sull'organizzazione del lavoro. Prima, in ordine di tempo, ad autodefinirsi fasinpat, senza padroni, la Zanon si è trasformata, nel corso del tempo, in una cooperativa caratterizzata dalla cosiddetta "gestione operaia" e da un Cda rinnovato ogni quattro anni. Dalla grande Zanon alla piccola Chilavert, una tipografia recuperata di Buenos Aires, passando per la fabbrica di confenzioni per uomo Bruckman, sempre nella capitale, assai partecipato è stato il dibattito sulla sindacalizzazione. Partendo dall'assunto che, tramite l'autogestione, tutti i dipendenti si trovano su un piano di parità e sono titolari degli stessi diritti e doveri, alcuni ritengono non necessaria la sindacalizzazione in assenza di una controparte padronale, altri reputano comunque necessaria l'organizzazione dei sindacati.

Il maggiore merito di Aldo Marchetti, in questo viaggio all'interno delle fabbriche recuperate argentine, è quello di avere evidenziato lo sviluppo del processo autogestito, dalla necessità, per i lavoratori, di acquisire rapidamente delle conoscenze legate alla cultura d'impresa, agli aspetti legati alla parificazione dei lavoratori stessi (ad esempio, l'autore segnala alcune perplessità sorte in merito al totale egualitarismo nella retribuzione salariale), fino alla "fabbrica socializzata" ed alla "solidarietà operaia". Non è raro, ad esempio, che le fabbriche, da semplici imprese recuperate, si siano aperte, nel corso del tempo, ad esperienze quali centri culturali, ambulatori comunitari e luoghi di formazione (si pensi alla presenza studentesca e di docenti universitari) che hanno rappresentato un vivace punto d'aggregazione per interi quartieri. In definitiva, le fabbriche recuperate hanno inciso profondamente all'interno della società argentina. "Occupare, resistere, produrre", uno degli slogan più conosciuti del movimento brasiliano dei Sem Terra, è stato ripreso dai lavoratori delle fabbriche sull'orlo del fallimento che, pian piano si sono contaminati.

Dalla lotta della Taym (l'impresa a cui la Metropolitana di Buenos Aires aveva appaltato l'attività di pulizia) all'hotel porteño Bauen, l'Argentina ha rappresentato, scrive Marchetti, "un campo esteso di sperimentazione di modelli alternativi d'impresa, un comparto specifico dell'economia industriale e un nuovo soggetto del ssitema di relazioni industriali" che rappresenta "una delle più importanti esperienze di di autogestione sorte per iniziativa autonoma che possiamo trovare nella storia del movimento operaio".

Fabbriche aperte. L'esperienza delle imprese recuperate dai lavoratori in Argentina

di Aldo Marchetti Società Editrice il Mulino, 2013

Pagine 213

€ 18

Note: Articolo realizzato da David Lifodi per www.peacelink.it
Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte e l'autore.

Articoli correlati

  • Argentina: Milei censura l'agroecologia
    Latina
    Il presidente argentino ha tolto i sussidi destinati all’agricoltura familiare, indigena e contadina

    Argentina: Milei censura l'agroecologia

    All’interno dell’Instituto Nacional de Tecnología Agropecuaria, i cui vertici sono di nomina politica, è vietato utilizzare nei documenti interni i termini agroecologia, cambiamento climatico e biodiversità.
    16 agosto 2024 - David Lifodi
  • Argentina, uno scenario ad alto rischio
    Latina

    Argentina, uno scenario ad alto rischio

    Accelera lo smantellamento dei passi in avanti fatti in termini di memoria, verità e giustizia
    12 luglio 2024 - Giorgio Trucchi
  • Argentina: repressione alla salvadoregna
    Latina
    Incontro tra Patricia Bullrich, ministra della Sicurezza di Milei, e Bukele, presidente salvadoregno

    Argentina: repressione alla salvadoregna

    Per esportare nel suo paese il modello di sicurezza caratterizzato da arresti indiscriminati e costruzione di nuove carceri.
    10 luglio 2024 - David Lifodi
  • Argentina: sconfitta storica per le multinazionali del litio
    Latina
    Grazie alla costante mobilitazione dei movimenti sociali

    Argentina: sconfitta storica per le multinazionali del litio

    Lo scorso 25 marzo il Tribunale provinciale catamarqueño ha proibito al governo della regione di concedere di nuovi permessi alle multinazionali per l’estrazione del litio
    22 aprile 2024 - David Lifodi
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.26 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)