Latina

Nicaragua: Ortega-Murillo coppia presidenziale

Scoppiano le polemiche dopo la candidatura alla vicepresidenza della portavoce
del governo nonché moglie di Ortega
5 agosto 2016
Giorgio Trucchi

Ortega e Murillo dopo la presentazione della candidatura (Foto Jairo Cajina | CCC)

Il presidente Daniel Ortega cercherà la rielezione -la seconda consecutiva- il prossimo novembre quando la popolazione nicaraguense sarà chiamata alle urne per eleggere presidente, vicepresidente, 90 deputati al parlamento nazionale e 20 a quello centroamericano.

In questo tentativo -il settimo tra il 1984 e il 2016- sarà accompagnato dalla coordinatrice del Consiglio di comunicazione e cittadinanza, nonché consorte, Rosario Murillo, da sempre a fianco di Ortega e per molti la vera stratega che ha portato il presidente nicaraguense e il partito sandinista a far lievitare e consolidare il consenso tra la popolazione.

Ortega ha giustificato la sua scelta -il Congresso sandinista lo aveva delegato a scegliere sia il candidato alla vicepresidenza che i candidati a deputato- con l’impegno profuso dal partito in questi 10 anni di governo per dare protagonismo alle donne, sia nella politica che nella società.

“Stiamo rompendo una struttura ideologica maschilista, anche se i passi da fare nel nostro Paese e nel mondo sono ancora tanti affinché le donne possano incorporarsi pienamente in tutte quelle attività che la società richiede”, ha detto Ortega dopo la presentazione delle candidature.

Ha ricordato l’impegno assunto nel 2006 dopo la vittoria elettorale per riequilibrare la presenza femminile nel governo.

In quell’anno le donne ministro rappresentavano solamente il 16,66% mentre ora la percentuale è superiore al 56% (da 2 a 9 ministri). Nel Parlamento si è passati dal 21,73% al 42,39% (da 20 a 39 deputate) e nel gruppo parlamentare sandinista la percentuale è del 56,5% (da 14 a 35 deputate). Per ciò che riguarda i comuni, le donne sindaco sono oggi 63 (41%), delle quali 60 sono del Fronte sandinista.

Donne

“E come potevamo non scegliere una donna come candidata alla vicepresidenza della Alleanza Unita Nicaragua Trionfa? E chi meglio di Rosario, che ha realizzato il suo lavoro con efficienza, disciplina, sacrificio, senza orario? E quindi ecco qui Rosario, in rappresentanza di tutte le donne nicaraguensi!”, ha detto Ortega.

La decisione del leader sandinista ha generato molte polemiche tra le fila delle opposizioni, che hanno visto nella candidatura della Murillo un rafforzamento di quella che considerano una ‘dittatura famigliare’.

“E’ una decisione assolutista e totalitaria che va contro la legge”, ha detto il liberale Eliseo Núñez. “In Nicaragua viviamo una finzione di democrazia. Queste elezioni saranno come un’opera di teatro di cui si conosce già il finale: Ortega nuovamente eletto”, ha aggiunto Edipcia Dubón del dissidente Movimento di rinnovazione sandinista, Mrs.

Secondo analisti attenti, la decisione va nell’ordine sia di garantire delicati equilibri interni al partito in vista di un possibile ultimo mandato del settantenne Ortega, sia di proiettare la Murillo, che gode di un ampio consenso tra la popolazione, verso le elezioni del 2021.

Caos nell’opposizione

Ma l’opposizione ha anche il dente avvelenato per quanto accaduto pochi giorni fa, quando i magistrati del Consiglio supremo elettorale, Cse, a maggioranza sandinista, hanno ordinato la destituzione di 28 deputati -16 titolari e 12 supplenti- del Partito liberale indipendente, Pli, e del Mrs, eletti nel 2011. Insieme ad altre forze facevano parte della cosiddetta Coalizione Nazionale per la Democrazia.

Il fatto avviene poche settimane dopo la decisione della Corte suprema di giustizia di togliere la rappresentanza legale del Partito al deputato Eduardo Montealegre, e di consegnarla al vecchio dirigente liberale Pedro Reyes.

Il rifiuto di 16 dei 23 deputati titolari del gruppo parlamentare di riconoscere le nuove autorità ha condotto alla loro destituzione, già che per evitare eventuali “diserzioni” la legge che regola le attività parlamentari stabilisce che il seggio sia di proprietà del Partito e non della persona eletta.  

Le lotte intestine tra diverse fazioni hanno caratterizzato gli ultimi anni del Pli. La lite è nata durante le elezioni del 2011, quando chi oggi possiede la rappresentanza legale del Partito era stato escluso, insieme ai suoi sostenitori, dalle liste dei candidati a deputato. Aveva quindi preteso che i magistrati elettorali invalidassero qualsiasi azione esercitata dalle nuove autorità, compresa la partecipazione alle elezioni e l’occupazione dei seggi parlamentari. Dopo vari ricorsi, il caso era approdato alla Corte suprema.

Dopo più di cinque anni, la Sala costituzionale del massimo organo giudiziario ha emesso la sentenza che concede la rappresentanza legale del Pli a Pedro Reyes Vallejos. L’invito di Reyes alle vecchie autorità a riunirsi per cercare un accordo è poi caduto nel vuoto.

Montealegre e il suo gruppo hanno ripetutamente dichiarato di non volere avere nulla a che fare con il “nuovo Pli”, tacciandolo di essere un’appendice del partito di governo e di essere funzionale al progetto di rielezione di Ortega.

Secondo Reyes, la decisione di non riconoscere la nuova autorità del Partito implica una violazione allo statuto interno, che obbliga a rispettare le disposizioni dell'autorità. “In questo modo”, ha continuato Reyes, “si sono autoesclusi dal partito. Ne ho preso atto e ho chiesto ai magistrati la loro destituzione”.

I deputati destituiti hanno convocato una conferenza stampa durante la quale hanno dichiarato che si tratta di "una fatto senza precedenti nella storia del Nicaragua", attraverso il quale si sta realizzando “un colpo di Stato al potere legislativo” che dimostra “disprezzo per il voto dei cittadini”.

Nonostante abbiano assicurato di contare sul sostegno di circa 800 mila persone, cioè quelle che hanno votato per il Pli alle elezioni del 2011, in questi anni i deputati defenestrati non sono mai riusciti a riunire più di qualche centinaio, durante i pomeriggi di protesta di fronte alla sede del Cse.

Con la Alleanza Unita Nicaragua Trionfa, che è composta da 17 formazioni politiche, sono 7 le coalizioni e i partiti iscritti alle elezioni del 6 novembre. Il 20 agosto inizierà la campagna elettorale.

Note: Traduzione: Giampaolo Rocchi
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