Chiapas: Zinacantàn: dall'autonomia a la " cagnara" ufficiale
Lo scorso 10 di Aprile la commemorazione dell'assassinio di Emiliano Zapata, risultò a telematica è in Jech'vo, municipio di Zinacantàn -Chiapas-, nel momento in cui una marcia di sostenitori zapatisti subì un'imboscata da parte di un gruppo della comunità di Pastè che all'apparenza sono legati con le autorità municipali perrediste.
Nella mobilitazione partecipavano migliaia di simpatizzanti dell'EZLN provenienti da tutti i municipi autonomi de Los Altos e del centro del Chiapas.
Oltre che da Zinacantàn, i partecipanti provenivano anche da San Juan de la Liberdad, San Andrès Sakamchèn, Chalchihuitàn, San Juan Chamula, Chenalhò, Pantelhò, Mitontic, Te-nejapa, Caneue, Simojovel, Socoltenango, Teopisca, Venustiano Carranza, Amantenango, Villa Las Rosas, Nicolàs Ruiz, Comitàn, San Cristobal de las Casas e da Tuxtla Gutièrrez.
Immediatamente intervennero sulla questione rappresentanti del Governo Statale con un discorso che minimizza i fatti ed enfatizza il conflitto comunitario per l'acqua, anziché parlare del fatto che ci si trova davanti all'espressione concreta del costo delle dimenticanze del Governo Federale nel non voler riprendere il processo di dialogo davanti al Congresso dell'Unione; tale ripresa sarebbe da affrontarsi con la stessa energia usata per le sue cosiddette " riforme strutturali".
Nessuno deve stupirsi: già due mesi fa la Jornada diede notizia di questo conflitto sottolineando la posizione del municipio di Zinacantàn il quale ha negato agli indigeni zapatisti il diritto ad avere l'acqua indispensabile per la sopravvivenza delle proprie comunità e delle proprie coltivazioni.
Se il Governo Statale intervenne opportunamente, perlomeno, quello che si può affermare è che il suo meccanismo di risoluzione dei conflitti è inefficace.
Gli episodi accaduti preoccupano per ciò che sono e meriterebbero di essere investigarti affinché siano chiarite le responsabilità; altri si preoccupano alla tendenza a ridurre ad una " cagnara" ciò che senza dubbio è la punta dell'iceberg delle tensioni sociali di fondo.
Ciò che è in gioco è l'esercizio dell'autonomia indigena; la continuazione delle Giunte di Buon Governo e circa la propria regolamentazione.
Come si spiega che l'aggressione operò ed apparentemente fu pianificata senza che le autorità ufficiali se ne rendessero conto?
Che cosa fece il presidente municipale di Zinacantàn -Martìn Sanchez Hernandez- (che rimase in riunione con rappresentanti del governo statale durante tutto il tempo che durò l'aggressione agli zapatisti a Jech'vo), per evitare che si consumasse questa aggressione?
Non includeva la sua " supervisione" anche il buon ritorno a casa dei simpatizzanti zapatisti?
Cosa bisogna pensare del governo statale che nel proprio bollettino si esprimeva così: " L'incontro sfociò in una cagnara con un forte scambio di colpi di bastone e lancio di pietre, sino ad arrivare ad ascoltare spari"?
In questo contesto come può il governo statale insinuare che l'aggressione fu generata dai simpatizzanti zapatisti, scrivendo infatti nel proprio comunicato che "... Dopo la manifestazione e al di fuori del programma, un gruppo prese l'iniziativa di realizzare lavori di riparazione della rete idrica delle comunità che hanno fra loro contesi per l'accesso ad un pozzo che è anche parte irrisolta della problematica con le autorità municipali di Zinacantàn che sono di emanazione del PRD"?
La ripetizione delle richieste che si giunga al fondo nell'investigare, non possono essere solo promesse: fra le prime cose da farsi dovrà esserci l'analizzare su quale sia il vero " fuoco" di questo conflitto.
Da un lato, il governatore Pablo Salazar, ha la provocazione di applicare gli stessi criteri che utilizzò in maniera così belligerante in conseguenza del caso di Acteal per respingere le accuse di riduzionismo nei confronti del soprannominato conflitto " intracomunitario"; sarebbe interessante che condividesse la sua esperienza con i suoi collaboratori che incominciarono il suo secondo comunicato con la frase: "Zincantàn si trova nella sua normalità abituale"!!!
Dall'altro lato, se stando al discorso dei rappresentanti delle Giunte di Buon Governo, ci troviamo di fronte ad un'altra ottica; un altro discorso e cioè quello dell'autonomia indigena che difficilmente può essere comparato con quello ufficiale della " cagnara".
" Noialtri, gli zapatisti, siamo contro l'ingiustizia, le umiliazioni e la sottomissione a chi è abituato al mal governo ed ai suoi presidenti municipali.
Noi zapatisti esigiamo che ci rispettino, rispettino la nostra resistenza, la nostra lotta.
Voi, come indigeni, non dovete accettare che vi sia tolto il diritto all'acqua, alla terra, al legname ed all'energia elettrica dei quali già avete poco.
Chiediamo che intendiate che stiamo lottando per il bene di tutti popoli, indigeni e non indigeni; lottiamo per il futuro dei nostri figli, perché un giorno i nostri villaggi godano del vero diritto che meritano".
Ed è questo, il fondo di tutta la questione.
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