Berta Cáceres: fu un omicidio di Stato
Le autorità honduregne, dal canto loro, hanno sempre negato qualsiasi coinvolgimento nell'omicidio dell'ambientalista, nel goffo tentativo di sostenere che Berta sarebbe stata vittima di un agguato di un ladro finito male o addirittura di un ex amante, individuando quest'ultimo in Gustavo Castro Soto, altro attivista rimasto ferito nell'attentato mortale contro la donna e trattenuto per giorni in Honduras dalla dittatura con il rischio di fare anch'esso la fine di Berta Cáceres.
Grazie al coraggioso lavoro di controinformazione di Nina Lakhani, è emerso che tra i sospettati dell'omicidio della donna, leader del Copinh (Consejo Cívico de Organizaciones Populares e Indígenas de Honduras) e vincitrice nel 2015 del premio Goldman per l'ambiente, figurano tre appartenenti all'esercito honduregno e un alto esponente di Desa, l'impresa che si aggiudicata il progetto idroelettrico di Agua Zarca. Un'indagine curata da Global Witness, che risale al mese di gennaio, evidenzia le responsabilità dello Stato nella persecuzione degli ambientalisti e dei leader delle comunità indigene e contadine del paese, con il sostegno delle elites economiche e dell'oligarchia honduregna. Non è un caso, infatti, che l'omicidio di Berta Cáceres, condotto con le modalità tipiche degli squadroni della morte tristemente diffusi ancora oggi in gran parte dell'America latina, abbia goduto delle coperture ai più alti livelli dello Stato, come del resto aveva già rivelato, sempre al The Guardian, un giovane militare dell'esercito dell'Honduras poi divenuto disertore e la cui incolumità resta comunque a rischio.
Tutto ciò mentre prosegue senza alcun intoppo l'espropriazione delle terre ai danni di contadini e comunità indigene, come ha sottolineato su comune-info.net Luca Manes, raccontando la denuncia sporta contro la Banca mondiale da un gruppo di campesinos honduregni stufi di assistere inermi all'impunità della multinazionale Dinant, proprietaria di piantagioni di palma da olio nella valle del Bajo Aguán. L'International Finance Corporation avrebbe avallato le pressioni di Dinant per intimidire e uccidere i campesinos delle piccole cooperative presenti sul territorio, colpevoli di intralciare i piani di espansione dell'impresa il cui capo, fino alla morte, è stato il latifondista Miguel Facussé. A proposito dell'omicidio di Berta Cáceres, The Guardian ha scritto: "Impossibile che qualcuno con un simile alto profilo, la cui campagna si era trasformata in un problema di Stato, possa essere assassinato senza l'autorizzazione, almeno implicita, degli alti comandi militari".
Eppure, in Honduras, lo stato didiritto non esiste, come dimostrano anche le severissime condanne per chi si limita solo a partecipare ad una manifestazione ed è passibile di essere definito come terrorista". Nel frattempo, nell'opinione pubblica, si continua a sostenere la necessità del ritorno della democrazia in Venezuela, ma nessuno mette in evidenza che è in Honduras dove la democrazia è inesistente. Per davvero.
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L’immagine è tratta dalla vignetta di Mauro Biani per il quotidiano il manifesto
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