Latina

L'ex dirigente dei Sem terra è stato ucciso in ospedale da cinque sicari ancora non identificati

Brasile: esecuzione in stile mafioso ai danni di Waldomiro Costa Pereira

Militante del Partido dos Trabalhadores, Costa Pereira era stato ferito in un agguato pochi giorni prima
29 marzo 2017
David Lifodi

internet

Lo scorso 22 marzo, a meno di un mese dall'anniversario del massacro di Eldorado dos Carajás, si è consumata una vera e propria esecuzione ai danni di Waldomiro Costa Pereira, per molti anni dirigente di primo piano dei contadini senza terra brasiliani. Solo due giorni prima Waldomiro era rimasto vittima di un attentato proprio nella zona di Eldorado dos Carajás, dove degli sconosciuti lo avevano ferito a colpi di pistola. Condotto all'ospedale della città di Paraupebas, nello stato del Pará, l'ex esponente dei Sem terra è stato raggiunto da cinque sicari che si sono introdotti all'interno della struttura e lo hanno finito.

Eldorado dos Carajás, per i Sem terra e per tutti coloro che hanno a cuore la giustizia sociale e la lotta per la terra in Brasile, rappresenta un luogo della memoria: fu lì che, il 17 aprile 1996, si consumò uno dei peggiori massacri compiuti ai danni dei contadini senza terra. Diciannove militanti dei Sem terra furono uccisi dalla polizia militare durante una manifestazione organizzata per chiedere la riforma agraria e l'espropriazione della fazenda Macaxeira. Allora, come oggi, fu il grande latifondo a rendersi responsabile del crimine, in collaborazione con gli apparati repressivi e, ancora una volta, è lo stato del Pará a salire di nuovo agli onori della cronaca per un fatto di sangue legato alla lotta per la terra. I sicari che hanno ucciso Waldomiro Costa Pereira hanno fatto ingresso nell'ospedale bloccando i vigilanti e portando a termine una vera e propria esecuzione in stile mafioso dopo che l'uomo era già stato sottoposto ad una operazione chirurgica. Militante del Partido dos Trabalhadores, benché non fosse più un dirigente attivo dei Sem Terra, Waldomiro aveva continuato a battersi per il diritto alla terra nel Pará ed era uno dei sopravvissuti al massacro del 17 aprile 1996. Attualmente Waldomiro Costa Pereira era delegato alle pratiche agrarie della città di Paraupebas e risiedeva nell'assentamento denominato significativamente 17 de Abril, dove era stato vittima del primo agguato. Come accade nella maggior parte dei casi relativi agli attacchi contro esponenti del Movimento Sem terra e, più in generale, delle organizzazioni popolari, i responsabili dell'omicidio non sono stati identificati.

In Brasile la questione agraria rappresenta una delle maggiori cause di conflitto sociale il cui epicentro, principalmente, è lo stato del Pará e la sistematica impunità dei sicari assoldati dal grande latifondo non fa altro che gettare benzina sul fuoco di una situazione esplosiva. Attualmente, secondo i dati in possesso della Commissione Pastorale della Terra (Cpt), nel solo Pará ci sarebbero almeno 130 fazendas occupate dai Sem terra. Al tempo stesso, sempre nel Pará, dal massacro di Eldorado dos Carajás del 17 aprile 1996 sono stati assassinati 271 lavoratori rurali. Purtroppo l'impunità regna sovrana, oggi come 21 anni fa. Se è rimasta praticamente senza colpevoli la strage dei 19 contadini senza terra (gli unici a pagare furono il colonnello Mário Colares Pantoja e il maggiore José Maria Oliveira, rispettivamente con pene di 280 e 158 anni di carcere), è probabile che anche gli assassini di Waldomiro Costa Pereira resteranno a piede libero. La mancanza di prove è la giustificazione che ha permesso a gran parte dei carnefici di Eldorado dos Carajás, dal comandante della polizia militare Fabiano Lopes agli agenti in servizio quel giorno, di farla franca e lo stesso succederà per i sicari dell'ex dirigente dei Sem terra ucciso in ospedale, ammesso che vengano trovati. Al tempo stesso, assume un valore fortemente simbolico che sia nel caso di Waldomiro Costa Pereira sia in quello dei 19 senza terra uccisi (altri due moriranno anni dopo per le ferite riportate e 67 resteranno gravemente feriti), rimanga sullo sfondo un Brasile dove la struttura di potere non è cambiata, ma si è consolidata in maniera escludente, anche all'epoca delle presidenze petiste.

La bancada ruralista, guidata tra gli altri da Kátia Abreu e da altri esponenti dei settori più reazionari della società brasiliana, a cui il Partido dos Trabalhadores si era sciaguratamente avvicinato nel disperato tentativo di mantenersi al Planalto ed evitare il ritorno delle destre, cedendo al tempo stesso ogni giorno di più sul tema dei diritti civili, politici e sociali, si è piano piano riappropriata di un paese che, nonostante la parentesi lulista, ha visto prevalere sul territorio sempre l'oligarchia terrateniente. Amir Gabriel, governatore del Pará all'epoca del massacro di Eldorado dos Carajás, al pari di tutti gli esponenti del suo governo, non è mai stato coinvolto in inchieste di alcun tipo, così come i 153 poliziotti.

Nel mese di aprile i Sem terra daranno vita, ancora una volta, all'Abril Vermelho, stavolta sotto la presidenza del golpista Michel Temer, ma con la morte del cuore per l'ennesima scomparsa di un altro loro compagno, Waldomiro Costa Pereira.

Note: Articolo realizzato da David Lifodi per www.peacelink.it
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