Latina

Venezuela: i vescovi; difendere la vita, responsabilita’ di tutti

20 aprile 2004

1. Gli Arcivescovi e Vescovi del Venezuela, ascoltando il clamore del nostro popolo di fronte alla gravissima situazione che minaccia di distruggere la pace della nazione, ci siamo riuniti in Assemblea Straordinaria, alla vigilia della Pasqua, celebrazione centrale della nostra fede cristiana.

2. Il popolo sta soffrendo il crescente deterioramento della qualita’ della vita. Trascina, da varie decadi, gravi problemi sociali che, nonostante alcune iniziative attuali, sono ben lontane dall’essere superate e si sono piuttosto incrementate. Le aspettative di finire con la corruzione e di creare una democrazia di maggiore contenuto sociale e partecipativo, rappresentano, in gran scala, promesse incompiute.

3. Condividiamo l’angoscia di tanti venezuelani per le reiterate violazioni ai diritti fondamentali e per la dissoluzione dello Stato di Diritto. Le offese alla dignita’ dell’essere umano e il mancato rispetto del bene comune “disonorano di piu’ a coloro che lo praticano che a coloro che soffrono questa ingiustizia e sono totalmente contrari all’onore che si deve al Creatore” (Giovanni Paolo II, Vangelo della Vita 3).Ripudiamo la violenza, da qualsiasi parte essa venga. Denunciamo le smisurate repressioni da parte delle forze di sicurezza, con il tragico saldo di morti, privazioni di liberta’, torturati ed umiliati; se questa condizione persistera’, sotto la protezione dell’impunita’, i cittadini rimarranno indifesi alla merce’ degli abusi ed arbitrarieta’.


4. Il progressivo deterioramento delle istituzioni, la minaccia di un collasso nazionale, la tentazione di ricorrere alla violenza per derimere le differenze politiche e sociali, ci portano ad appoggiare la consultazione popolare, con mire ad una soluzione pacifica, democratica ed elettorale alla crisi del paese. Scartata qualsiasi altra soluzione possibile, la societa’ e’ giunta al consenso di assumere il Referendum Revocatorio Presidenziale come il meccanismo idoneo.

5. I recenti fatti parlano della possibile frustrazione del diritto dei cittadini a suddetta consultazione. Abbiamo chiesto al potere elettorale, insieme ad altre persone ed istituzioni, trasparenza ed agilita’. Impedire o ritardare, indebitamente, l’esercizio dello stato di diritto, mettendo ostacoli ed argomentando legalismi, e’ una grave ingiustizia, contraddice i compromessi acquisiti dalle parti in conflitto e rappresenta una minaccia per la pace. E’ il popolo sovrano che deve decidere il futuro del paese; in questo modo solamente e’ possibile una soluzione pacifica. Le rappresaglie contro i licenziati dal loro lavoro, o privati dei loro diritti e benefici sociali, per aver firmato la richiesta del referendum o per dissentire dalle politiche del governo, costituiscono una violazione ai diritti umani ed aggravano la crisi nazionale.



6. E’ urgente fermare e superare la divisione e la violenza crescenti. Il paese non tollerera’ piu’ la polarizzazione che ci contrappone in “buoni” o “cattivi”, “patrioti” o “golpistas”. Dobbiamo guardare in avanti. Non e’ accettabile “tornare indietro“, secondo la scommessa di alcuni che pretenderebbero recuperare privilegi; ma non impongono un modello politico di paese escludente, autoritario e di tendenza totalitaria. Insieme dobbiamo costruire la nuova societa’ ed assumerci la parte di sacrificio che l’unione di tutti richiede ed il compromesso per sradicare la poverta’ e superare l’esclusione. Con la discordia e la violenza nessuno vince; con la pace guadagniamo tutti. “La gloria di Dio e’ che l’uomo viva”(S. Ireneo)

7. Il Venezuela e’ un paese cristiano, rispettoso della vita, solidale ed allegro. I cattolici dobbiamo essere i primi a dare l’esempio di cio’ che chiediamo al paese, ai governanti ed agli altri fratelli: deporre le attitudini di superbia; perdonare e chiedere perdono; promuovere il dialogo costruttivo; riconoscere l’immagine di Cristo in ogni persona. Siamo chamati a promuovere la cultura della pace e della riconciliazione; a comprometterci con la verita’, ripudiando la menzogna, l’inganno, le false promesse; a seminare la speranza. Reiteriamo il nostro compromesso di essere “casa comune”, luogo di incontro, servitori di ogni dialogo autentico tra le persone, gruppi ed isituzioni.

8.
La Settimana Santa e la Pasqua di Resurrezione costituiscono la testimonianza piu’ eloquente del fatto che Dio ama gli uomini e da la sua vita per loro. Cristo e’ morto per riconciliarci con Dio e tra di noi. La Pasqua e’ vittoria di vita e motivo di speranza. La celebrazione di questi misteri ci invita alla conversione personale e comunitaria, la preghiera, il compromesso per rendere possibile nella nostra patria il desiderio di fratellanza, riconciliazione e pace.
Che la Vergine Maria, Madre del Redentore, interceda per noi e ci benedica.

Caracas, 1 aprile del 2004

GLI ARCIVESCOVI E VESCOVI DEL VENEZUELA

Note: Traduzione del comunicato della Conferenza Episcopale Venezuelana, consegnato alla sede di Amnesty di Roma venerdi 16 aprile 2004

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