(AUDIO) Nicaragua: Scontri e proteste
Cerchiamo di raccontare la complessità della crisi nicaraguense
23 aprile 2018
Giorgio Trucchi
Da sei giorni il Nicaragua è scosso da una forte crisi che ha provocato almeno 19 morti (il governo parla di 10, alcune ong di 25, altre di 30, ma i numeri, come spesso accade, non sono chiari nè confermati da nessuna istituzione, organizzazione umanitaria od organismo multilaterale).
Allo stesso tempo, però, non toccano l'età minima pensionabile (60 anni), nè la quantità minima di contributi (750 settimane) necessaria per pensionarsi. Garantiscono anche la continuità di alcuni diritti ottenuti con l'entrata del governo sandinista: pensioni per le madri degli eroi e martiri della guerra, tredicesima, rivalutazione delle pensioni in base all'aumento semestrale del salario minimo nazionale, ampliamento dell'accesso alle cure mediche e ai medicinali, pensione ridotta per migliaia di anziani che non hanno raggiunto la quota minima delle 750 settimane.
Difficile non vedere elementi, contenuti e dinamiche comuni con altre esplosioni sociali avvenute nel continente (Venezuela per esempio). Evidente anche la presenza di settori della rachitica opposizione politica e sociale, l'impresa privata (con cui Ortega ha stretto una forte alleanza in questi anni) e la gerarchia cattolica, tutti pronti a capitalizzare politicamente la crisi, riconquistando spazi persi in questi 11 anni.
La risposta repressiva iniziale del governo, che sembra avere sottovalutato la portata della protesta, ha poi "facilitato le cose". Dopo i morti e i feriti, le insurrezioni nelle principali città del paese, i saccheggi e le barricate di Managua, il governo revoca le riforme e invita l'impresa privata a un nuovo tavolo per ridiscutere il tema, invitando anche la chiesa cattolica (ma non i giovani). Nessun accenno alla necessaria ricerca dei colpevoli delle morti, nè all'oscuramento del canale televisivo d'informazione 100% Noticias.
Ma la cosa sembra essere andata oltre e già non si tratta solo delle pensioni, ma anche di un malessere diffuso provocato da 11 anni di autoritarismo e verticalismo nella gestione del potere (tra le altre cose).Qui sotto il link per ascoltare l'intervista
http://www.radiondadurto.org/
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