Brasile: il grido d’allarme degli indios
A Ginevra, la delegazione del Cimi e dei popoli indios karipuna e guarani-kaiowá ha partecipato, inoltre, all’evento parallelo dedicato allo sgombero forzato delle comunità indigene a seguito dell’invasione dei loro territori, più volte incoraggiata dal presidente Bolsonaro, da parte di madereiros, garimpeiros e ruralistas. Nell’operazione “SOS Karipuna”, lanciata recentemente dalla polizia federale, sono stati arrestate 10 persone sospettate di essere coinvolte nel furto del legname e di aver partecipato ad operazioni di grilagem, la vendita di lotti di terra a multinazionali, fazendeiros e ruralistas in territori abitati da comunità indigene.
Se già all’epoca delle presidenze Lula e di quella di Dilma Rousseff poco era stato fatto per tutelare gli indios, adesso la situazione è drammatica. Ricche di legno, acqua, minerali e biodiversità, le terre indigene sempre più si stanno trasformando in terre di caccia per tutte quelle imprese interessate a sfruttarne le risorse naturali. “Il governo Bolsonaro è servo dell’agronegozio e responsabile della tragedia umanitaria che vive il nostro popolo” è il disperato appello delle donne guarani-kaiowá presenti a Ginevra, che hanno posto l’accento sulla corsa delle imprese per produrre zucchero, soia e carne nelle loro terre mentre le istituzioni non si occupano di tutelare i diritti degli indios.
In Brasile le comunità indigene sono trattate con disprezzo e violenza e, nel solo stato del Mato Grosso do sul, nel giugno 2019, sono stati uccisi sei indios. Nel Mato Grosso do Sul si trova anche la maggior riserva indigena del paese, quella di Dourados. Nello stato il tasso medio di omicidi è di 26, 1 ogni centomila abitanti, ma tra gli indigeni il dato sale fino a 55,9. Inoltre, il trasferimento della questione relativa alla demarcazione delle terre indigene dal Ministero della Giustizia a quello dell’Agricoltura, storicamente contrario a riconoscere i diritti dei popoli originari, accresce la preoccupazione che i popoli indigeni vadano incontro ad un vero e proprio genocidio.
Fedele alleato dell’agrobusiness, negli ultimi sei mesi il governo brasiliano ha autorizzato l’utilizzo di oltre duecento nuovi pesticidi, gran parte dei quali utilizzati nelle fazendas intorno alle quali sono presenti terre e villaggi indigeni, per non parlare delle fumigazioni aeree compiute su alcune zone dove vivono i guarani-kaiowá, a seguito delle quali sono morti numerosi animali e si trovano in condizioni di salute critiche alcuni bambini e adolescenti. In questo caso suona come una beffarda provocazione la rassicurazione di un rappresentante brasiliano di Itamaraty intervenuto a Ginevra, secondo il quale il suo paese si starebbe occupando dei diritti dei popoli indigeni. Nel frattempo, incoraggiati da una sostanziale impunità, grileiros e madereiros continuano ad agire indisturbati, forti di vere e proprie campagne di odio contro gli indios promosse dal governo brasiliano, il vero responsabile degli sgomberi forzati delle comunità indigene.
Tuttavia, gli appelli al governo brasiliano affinché tuteli e protegga le comunità indigene per il momento sono rimasti inascoltati e, avverte Amnesty International, “la situazione per gli indios rischia di diventare insostenibile”.
Il testo è liberamente utilizzabile a scopi non commerciali citando la fonte e l'autore.
Articoli correlati
- Coinvolto anche il mondo dello sport, in particolare le società calcistiche
Brasile: partita la campagna contro i femminicidi
Nei giorni in cui si tengono le partite di calcio i casi di femminicidio aumentano del 23,7% e, per questo motivo, i club sono stati invitati a farsi portavoce della mobilitazione contro la violenza di genere.16 settembre 2024 - David Lifodi - Le inondazioni dello scorso maggio hanno messo in ginocchio lo stato e la sua capitale Porto Alegre
Brasile: nel Rio Grande do Sul la cronaca di un disastro annunciato
Il negazionismo climatico bolsonarista ha azzerato i fondi per prevenire i disastri ambientali, ma anche decenni di compromessi con le lobby dell’agronegozio e della speculazione immobiliare hanno fortemente indebolito il paese di fronte agli eventi estremi prodotti dal cambiamento climatico1 luglio 2024 - David Lifodi - Grazie all’instancabile lotta delle donne indigene kukama
Perù: il fiume Marañón soggetto di diritti
Il corso d’acqua è stato riconosciuto come forma di sostentamento degli indios e ne riconosce la cosmovisione.25 giugno 2024 - David Lifodi - "È fallito l'obiettivo 2 dell'Agenda 2030: fame zero"
Da Lula visione su aiuti per bisognosi dimenticati dai leader G7
"La sua proposta di creare una task force per combattere la fame nel mondo è un passo importante verso una maggiore giustizia e solidarietà globale". Lo afferma Alessandro Marescotti, presidente dell'associazione ambientalista e pacifista PeaceLink14 giugno 2024 - Adnkronos
Sociale.network